Venerdì a Mesagne le "Aquile randagie"

Maggio 23, 2019 1638

aquile randagieLe epiche avventure delle “Aquile randagie”

approdano a Mesagne grazie a un meeting organizzato dagli scout dell’Agesci zona Messapia. L’appuntamento è per venerdì alle ore 19,30 presso il teatrino del Santuario della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, in piazza San Michele Arcangelo. Relazionerà Emanuele Locatelli, scout di Cinisello Balsamo che ha conosciuto le ultime Aquile Randagie e che da 15 anni approfondisce e divulga la loro storia, parallelamente al suo servizio in Val Codera (SO), attraversata da moltissimi scout di tutta Italia. Ma hi erano le “Aquile randagie”. Tutto ha inizio con le leggi dette fascistissime e con il successivo regio decreto del 9 aprile 1928 con il quale si aboliva lo scautismo in Italia, affinché la formazione della gioventù fosse esclusivo appannaggio del regime, tramite l’Opera Nazionale Balilla. Ma non tutti si piegarono. A Milano, nello stesso giorno in cui avviene la cerimonia di scioglimento dei reparti cittadini, un piccolo gruppo di scout guidati da Giulio Uccellini e Virgilio Binelli decide di continuare le attività clandestinamente. Comincia così il periodo della “Giungla silente”, una delle prime forme di resistenza giovanile, cattolica, organizzata e nonviolenta al regime, che proseguirà ininterrottamente per 17 anni, fino alla Liberazione. Ai ragazzi di Milano se ne aggiunsero diversi di Monza e successivamente alcuni di Parma e Roma. Si diedero il nome di “Aquile Randagie”. Grazie alla determinazione e al carisma dei loro capi ed assistenti ecclesiastici, continuarono a crescere nei valori dello scoutismo, antitetici a quelli fascisti. Le loro attività si svolgevano di nascosto, nei boschi della Brianza e del lecchese e in estate nelle valli alpine, tra cui la prediletta, a partire dal 1939, divenne la Val Codera, in provincia di Sondrio. Dopo l’8 settembre 1943, alcuni capi delle Aquile Randagie contribuirono a fondare l’Organizzazione Scout collocamento assistenza ricercati, una fitta rete di persone che operava anche in collaborazione con alcuni gruppi partigiani con il preciso scopo di aiutare i perseguitati dal regime. Si calcola siano state portate in salvo oltre 2.000 persone. Gli ultimi ad essere protetti, immediatamente dopo la Liberazione, furono alcuni fascisti che rischiavano il linciaggio.  

Ultima modifica il Giovedì, 23 Maggio 2019 08:15