"Ad oltre 1 mese dall’approvazione definitiva del Piano, il mondo agricolo salentino aspetta di conoscere lo stato dell’arte dell’iter del Decreto, come e quando saranno erogate le risorse, essenziali a ricominciare a lavorare e a produrre. Lo stato di crisi, dopo 6 anni di disastro colposo in Salento, è aggravato dalle disdette di turisti italiani e stranieri che stanno arrivando quotidianamente agli agriturismi di quella zona, un’altra tegola ai danni di un settore già gravemente compromesso”, dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Intanto, procedono al rallentatore istruttorie e pagamenti delle domande del PSR per l’espianto e il reimpianto di ulivi resistenti nell’area infetta da Xylella - denuncia Coldiretti Puglia – oltre che per il miglioramento fondiario per l’area infetta.
“I ritardi nella gestione del PSR hanno come effetto che i rimpianti stanno procedendo col contagocce. Gli agricoltori devono reimpiantare ad ottobre e a marzo e sono imbrigliati nelle maglie di una burocrazia matrigna – insiste il presidente di Coldiretti Lecce, Gianni Cantele – in cui si barcamenano nell’istruttoria delle domande tra richieste di fotografie di quello che non c’è più da anni e pagamenti bloccati anche in presenza di regolari fideiussioni. Gli agriturismi tremano per una stagione pasquale azzerata, con il rischio che risulti compromessa anche quella estiva”.
Incontrovertibile lo scenario della filiera olivicola a Lecce – denuncia Coldiretti Puglia - dove si stima nella campagna olearia 2019-2020 il crollo del 90% di olio rispetto alle medie storiche, perché la produzione di olive Cellina e Ogliarola è azzerata e risultano produttive solo le piante di Leccino. “La Xylella ha provocato effetti più disastrosi di un terremoto con ripercussioni drammatiche di natura produttiva, ambientale, economica, lavorativa, con esigenze di contenimento, di ricostruzione, di sostegno che vanno affrontate in maniera corale, rendendo i procedimenti fluidi e fruibili”, conclude il presidente Cantele.
La deroga ai vincoli è indispensabile – aggiunge Coldiretti Puglia - per liberalizzare i reimpianti con l’adeguata diversificazione colturale è un passaggio fondamentale per una ricostruzione efficace dal punto di vista economico e paesaggistico, puntando oltre che sulle due varietà resistenti di ulivo Leccino e FS17, sempre con il supporto della scienza, su altre varietà tipicamente mediterranee come il mandorlo o il fico, perché bisogna ridare agli agricoltori le chiavi delle loro aziende e il loro futuro, attraverso i reimpianti, gli innesti e la sperimentazione, privilegiando tutte le piante ospiti appartenenti a varietà per le quali vi sia una evidenza scientifica, anche se non definitiva, su tolleranza e resistenza al batterio.