Mesagne. Al top la vendemmia 2020 In evidenza
Si è conclusa nel miglior modo possibile la vendemmia in provincia di Brindisi con una qualità di uva che permetterà di ottenere ottimi vini. Meno la quantità poiché è stato riscontrato un calo confronto allo scorso anno. Il clima particolarmente ameno nell’ultima parte dell’estate ha permesso di svolgere una vendemmia al top. Fortunatamente le piogge di inizio ottobre hanno influito poco sulla raccolta. Insomma, una vendemmia memorabile, destinata ad essere ricordata come una delle migliori degli ultimi venti anni. Le condizioni pedo-climatiche hanno reso possibile una raccolta delle uve di prima qualità, con grappoli sani ed esenti da marciumi. Le Cantine della provincia di Brindisi hanno fermato gli scaricatoi e iniziato il lavoro sul mosto. Gli enologi, in questi giorni, lo stanno selezionando in base alla tipologia, qualità, colore per ottenere dei vini di gran qualità che saranno collocati sui mercati nazionali e internazionali. A Mesagne la Cantina della Riforma Fondiaria, dopo un periodo di crisi, ha ripreso alla grande la sua attività grazie alla partnership con le Cantine “Ermes” di Santa Ninfa, in provincia di Trapani.
Nell’antica Cantina mesagnese sono state lavorate varie tipologie di uve che permetteranno una diversificazione di prodotti tale da poter essere collocati sia sui mercati di nicchia sia nella grande distribuzione. “Siamo molto contenti del risultato raggiunto che ci sta permettendo sia di continuare a produrre uve di gran qualità sia di saldare, pian piano, i debiti pregressi con i nostri soci”, ha spiegato Emanuele Guglielmi, vice presidente del sodalizio mesagnese che ha lavorato un volume di uve notevole facendolo ritornare ai fasti degli anni Ottanta e Novanta. Secondo Guglielmi quest’anno “si è avuto nei vitigni un calo di produzione di circa il 25 per cento”. Soddisfazione è stata espressa anche da Cantine Due Palme, storica cooperativa pugliese, che ha raggiunto i 200.000 quintali di uva raccolta con una prevalenza al 90% di uve a bacca rossa. Nei 2.500 ettari di vigneto, i mille soci coltivano diverse varietà come il Negroamaro, il Primitivo, il Susumaniello, l’Aleatico, il Fiano, la Malvasia Nera e il Moscato, per una resa che oscilla tra i 70 e gli 80 quintali per ettaro. Lo storico alberello pugliese, motivo di eterne sfide del presidente Angelo Maci, continua ad essere un riferimento per la produzione di vini rossi e rosati di grande rilievo. La manodopera diminuisce in tutta Italia, ma la cultura cellinese non si ferma: le squadre di Due Palme hanno lavorato sodo per vendemmiare tra i filari alla ricerca di uva sana e matura. “
Una vendemmia simile non si vedeva dal 2007. Abbiamo raccolto un prodotto eccellente, dal quale ricaveremo vini di grande struttura destinati all’affinamento in legno. Le condizioni climatiche ci hanno accompagnato fino all’ultimo giorno, la pianta adesso ha bisogno di riposo”, ha dichiarato il presidente Angelo Maci, soddisfatto di una vendemmia che ha gratificato tanti suoi sforzi. Per Oronzo Pati, presidente delle Cantine sociali di San Pancrazio, le uve raccolte “sono state di grande qualità e ci stanno facendo ottenere dei prodotti eccezionali anche se c’è stato un calo produttivo confronto allo scorso anno”. La Cantina ha lavorato 20.000 quintali di uve. Anche il presidente della Cantina di San Donaci, Marco Pagano, è pienamente soddisfatto della vendemmia 2020 in cui sono stati lavorati 30.000 quintali di uve. “Quella appena conclusa è stata una vendemmia eccezionale sotto l’aspetto meteorologico e qualitativo – ha spiegato il presidente – possiamo dire che ce la siamo goduta. Erano molti anni che non avevamo un periodo vendemmiale come quello di quest’anno. Sicuramente otterremo dei prodotti di ottima qualità da scrivere negli annali del nostro sodalizio”. Appuntamento, quindi, a fine mese per stappare le prime bottiglie di vino Novello e confermare la gran qualità delle uve vendemmiate.
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