Il relatore ha suscitato con il suo pensiero illuminato la curiosità dei tantissimi intervenuti che hanno proposto, al termine della sua esposizone, vari quesiti sull’incrocio fattivo e mistico tra giustizia e misericordia. “La misericordia è la giustizia e la giustizia si fa con la misericordia”, questo l’esordio dell’avv. Argentieri. Punto centrale della sua relazione è stato il concetto di perdono, raggiungibile attraverso un lento percorso di avvicinamento, difficile ma necessario, tra chi subisce un reato, a volte anche molto grave, e chi commette il reato, che porta poi all’eventuale espiazione della pena in carcere. Il perdono, l’amicizia, il voler stare con gli altri è l’unico modo per vivere meglio, sia a livello spirituale che materiale. “E’ un tema che riguarda tutti noi – ha detto ancora Argentieri - in un periodo in cui la società vive momenti difficili in relazione alla pacifica convivenza. L’uomo ha sempre cercato di vivere chiudendosi in sé stesso, con le sue ambizioni e necessita. Si può aprire, invece, con l‘aiuto della misericordia, un nuovo discorso in ciascuno d noi, nei nostri cuori”.
E un grande insegnamento, in tal senso ci è giunto da Papa Giovanni Paolo II, il quale volle incontrare, per perdonarlo, chi aveva intentato alla sua vita nel maggio del 1981, ovvero Alì Agca.
Da qui, il seminario ha toccato poi un aspetto molto pregante, che ha sfiorato anche i contenuti politici, come la paura per un garantismo eccessivo, da alcuni ritenuto negativo perché ci farebbe sentire indifesi da chi deve permettere il buon andamento civile della società, da chi deve giudicare insomma. Il garantismo è arrivato in momento storico di massima divisione del nostro Paese: da una parte i rossi e dall’altra le brigate nere. Questa situazione doveva servire all’epoca per fare da sutura e superare gli eccessi, in modo da farci sentire più sicuri. E allora, ci si chiede: ma la legge deve alzare sempre le mani, deve essere in ogni caso garantista? Chiara la risposta dell’avvocato Argentieri su questo punto focale. “No, il garantismo deve garantire il libero e gusto processo, non la pena. Il garantismo si ha nei confronti di come viene condotto il processo, cioé dall’azione del PM. Non nei confronti di altre cose”.