Questo al fine di tutelare eventuali altri rinvenimenti storici ed evitare un’espansione edilizia su aree di notevole interesse archeologico. Poi ci sarebbe da coinvolgere nei futuri progetti del Parco i monaci Cistercensi di Latiano proprietari di una vasta area di Muro Tenente. Qui i precedenti scavi furono dai frati incomprensibilmente distrutti e, al loro posto, impiantato un oliveto. Per questo motivo furono condannati dal tribunale di Brindisi. Oggi, però si è aperta una nuova fase di contatti poiché tutte le parti in causa hanno compreso quanto possa essere preziosa una collaborazione culturale costruttiva tra istituzioni, gestori del Parco e Chiesa. In particolare dai sacerdoti, custodi del Santuario di Cotrino, ci si aspetta una disponiblità nel fare effettuare dei saggi archeologici in un’area impervia al di sotto della quale potrebbe trovarsi un anfiteatro. Tuttavia, c’è da sottolineare che gli stessi frati sono in contatto con i responsabili del Parco per fargli utilizzare una strada di accesso di loro proprietà. C
ome sarebbe cristianamente ammirevole mettere a disposizione l’enorme patrimonio archeologico rimasto nella loro proprietà. Intanto, venerdì prossimo alle ore 19,30 presso Muro Tenente si svolgerà un meeting con gli archeologi della Libera Università di Amsterdam in cui saranno resi pubblici i risultati della campagna di scavi. In questa occasione si parlerà anche del ritrovamento dell’asse viario romano e gli archeologi forniranno tutte delucidazioni su questa importante scoperta che segna la fine della campagna di scavi dell’università olandese e apre la strada a nuove e interessanti future campagne di scavi a cura della Soprintendenza archeologica di Taranto e dell’Unisalento. Sulla scoperta del tracciato viario a qualche decina di metri dal parco archeologico di Muro Tenente, è intervenuto Mimmo Stella, delegato del Comune di Mesagne per i beni culturali.
“Ho visto la strada, la sua imponenza e sono convinto che si tratti di qualcosa di più importante di una semplice strada romana”, ha esordito Stella che ritiene che su questa “importante scoperta, si debbano esprimere la Soprintendenza e gli archeologi che da anni indagano i resti di questo importantissimo insediamento messapico abbandonato”. Il delegato del sindaco Matarrelli ha, quindi, aggiunto: “Quello che mi preme dire, per le deleghe che ricopro a nome dell’Amministrazione comunale di Mesagne, è che bisogna iniziare a lavorare per ampliare i vincoli archeologici e paesaggistici oltre le mura del Parco archeologico, allo scopo di evitare che nel prossimo futuro l’area divenga oggetto di speculazione edilizia”. Per Stella “la periferia di Latiano si avvicina sempre più pericolosamente all’area archeologica e vi posso garantire che su questo aspetto il Comune di Mesagne farà la sua parte d’intesa con la Soprintendenza”. Un progetto in cui sarà coinvolto a pieno titolo anche il Ministero per i Beni Culturali.