Più che altro è un dubbio amletico: aprire o non aprire la falsa finestra presente sul prospetto principale del torrione del castello? Diverse le posizioni presenti. Se si apre la finestra si causa un falso storico mentre se non lo si fa il torrione resta con una facciata incompiuta, asimmetrica. In pratica l’attuale facciata del torrione del maniero di Mesagne presenta due finestre: una vera e un’altra che sembra murata, ma che, di fatto, non esiste se non nei fregi che la circondano. Questa ricostruzione simmetrica della finestra sarebbe avvenuta verso la fine del Settecento. La discussione è stata avviata dall’assessore all’Urbanistica e vice sindaco, Giuseppe Semeraro, che su un blog locale ha fatto sapere che a giorni ci sarà una riunione con il responsabile tecnico dell’ufficio Urbanistica, Marta Caliolo, e un rappresentante della Soprintendenza per valutare se “mettere una finta finestra simile alle altre o abbattere anche il muro posto dietro la finestra per aprirla nella stanza attigua”. E’ l’incipit da cui è partita la discussine che sta animando questo scampolo di estate. A chiarire gli animi è intervenuto Mimmo Stella, delegato dal sindaco per i Beni culturali, il quale ha fatto notare che “non c’è nessuna finestra da aprire né tantomeno un muro da abbattere nella "stanza attigua" semplicemente perché quella non è una finestra murata ma una finta finestra dietro alla quale non vi è una stanza ma una struttura muraria antica quanto lo stesso torrione. Né si può pensare di costruire l'infisso, intaccando l'antica struttura muraria”. Che sul torrione del castello non c’è mai stata una finestra lo attestano anche i patri scrittori. Nella chiesa Madre, ad esempio, c'è la tela di S. Oronzo che protegge la città, che è stata realizzata da un copista del Coppola intorno al 1660; in basso a destra è rappresentato il castello e si vede chiaramente la torre priva della realizzazione degli stucchi settecenteschi. Qui la finestra non c'è. Circa un secolo dopo la realizzazione del quadro, nel 1731, nella descrizione de “L’Apprezzo del feudo di Mesagne”, del regio Tavolario Pietro Vinaccia, non c’è traccia della finestra. La falsa finestra sarà stata costruita in seguito a una successiva ristrutturazione del castello quando sono stati realizzati gli stucchi esterni alle altre finestre e l’allora proprietario, il marchese Barretta, ha pensato di dare simmetria alla facciata principale del torrione facendogli perdere la funzione di rocca fortificata a favore di una dimora signorile. “E’ molto probabile che lì una finestra non ci sia mai stata”, hanno spiegato le guide di “Promocultura” secondo cui c'è il rischio “di creare un falso storico semplicemente per voler rendere ai nostri occhi simmetrico ed elegante il prospetto del nostro torrione. Noi invece amiamo il castello così com'è, anche con le sue asimmetrie e con quella "finta finestra" incorniciata da uno stucco settecentesco simile a tutti gli altri presenti nell'antico maniero”. Infine, le guide hanno auspicato che “di fronte ad un ipotetico, secondo noi improbabile, pronunciamento positivo della Soprintendenza, tutto sia lasciato così com'è, che non venga aperta alcuna finestra e tanto meno che sia realizzato un infisso posticcio”.
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