0lio: occhi puntati sulla borsa merci di Bari. No a prezzi al di sotto del costo di produzione

Novembre 14, 2015 2975

olio e oliveStiamo monitorando costantemente e con un alto livello di attenzione l’attività della Borsa Merci di Bari – denuncia il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – che come la Lombardia per il latte, fa il prezzo nazionale dell’olio.

Non accetteremo speculazioni e ribassi ingiustificati dei prezzi. Se si vuole acquistare un ‘vero’ extravergine ‘made in Italy’ bisogna fare attenzione ai prodotti venduti a meno di 6-7 euro al litro che non coprono neanche i costi di produzione. I 3 elementi da tenere sempre d’occhio sono prezzo, anno di produzione e scadenza”. Del resto l’olio prodotto nel 2015 è caratterizzato da olive di qualità ottima, grazie anche al caldo che ha limitato gli attacchi della mosca olearia. “Le olive sono così buone – aggiunge Cantele – che vanno letteralmente ‘a ruba’. Per questo chiediamo alle forze dell’ordine di intensificare il presidio nelle aree rurali contro i predoni degli oliveti”.

“Manovre distorsive del mercato sarebbero ancor più ingiustificate alla luce dell’accordo siglato nelle scorse – spiega il Direttore della Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – che vedrà la Puglia ‘serbatoio’ di vero extravergine italiano. L’accordo prevede, infatti, per i produttori capaci di fornire un olio di elevato livello qualitativo un vero e proprio premio, vale a dire il pagamento di 40 centesimi al chilo in più rispetto al prezzo di mercato. L’olio dovrà possedere un’acidità massima di 0,4 e requisiti chimico fisici migliori rispetto a quelli previsti dalla normativa vigente. Per garantire tali standard il sistema delle Op e delle cooperative deve mostrarsi fermo e robusto”.

Le associazioni firmatarie Unaprol, Cno, Aipo, Assitol, Assofrantoi, Federolio, Unapol puntano ora all’attuazione del Piano olivicolo nazionale e intendono costituire una commissione di lavoro per un miglioramento dell’applicazione del panel test anche attraverso i marker chimici, il blind test e il test di identità genetica. E’, quindi, necessario un aggiornamento del metodo, che deve coinvolgere tutta la filiera, allo scopo di rafforzare tale tipologia di test e garantire così gli operatori che lavorano con serietà e trasparenza.

In Puglia si stima per la campagna olivicola 2015/2016 una produzione sui 170.000 q.li (- 8% rispetto alla media), quindi con un forte recupero rispetto alla campagna precedente (+30%) e una qualità pregevole. Di qualità eccellente in particolare la produzione olivicola nelle aree di Bari. BAT e Foggia e una produzione del genere va assolutamente tutelata e messa in protezione rispetto al mercato parallelo di oli d’oliva, provenienti magari da migliaia di chilometri di distanza, spesso sofisticati, spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, utilizzando il marchio ‘made in Italy’, a danno dell’imprenditoria agricola pugliese e dei consumatori.

La PLV (Produzione Lorda Vendibile) del comparto olivicolo-oleario è pari al 20% della totale PLV del settore agricolo, per un valore di 600 milioni di euro, così come il comparto partecipa alla composizione del Prodotto Interno Lordo dell’intera ricchezza regionale per il 3%. Nel corso dell’ultimo decennio le importazioni complessive di oli di oliva in Puglia sono cresciute più rapidamente delle esportazioni, confermando il sostanziale deterioramento della posizione competitiva della filiera pugliese sui mercati esteri. Le importazioni complessive di oli di oliva ammontano in media a circa 87.000 tonnellate, di contro le esportazioni si aggirano sulle 38.000 tonnellate. Gli oli stranieri vengono importati principalmente da Spagna, Grecia e Tunisia, acquistati a prezzi più bassi rispetto al prodotto regionale e utilizzati dagli imbottigliatori per l’ottenimento di blend con oli regionali.

Ultima modifica il Sabato, 14 Novembre 2015 07:36