Marco Micaletto, la storia di un deejay

Bruno Morobianco Novembre 19, 2015 2937

Micaletto MarcoLa storia di Marco Micaletto, mesagnese di 36 anni,

non è quella del ragazzo di paese di provincia diventato un professionista affermato dopo aver lasciato la nostra città per gli studi universitari, ma non per questo è una storia di minor interesse o povera di contenuti. Ho conosciuto Marco ai tempi del minibasket, sarà stato il 1988 e dintorni, erano i tempi della gloriosa Virtus Mesagne, quella che ci ha regalato diversi anni di B2 e tanto altro. Le coincidenze delle nostre vite parallele ci hanno portato a vivere anche gli anni delle medie, della Marconi che non c'è più come scuola, in una Mesagne che iniziava a uscire dagli anni bui della criminalità del decennio precedente. Bambini che avevano vissuto le notti magiche di Italia '90 e che avrebbe vissuto le note vicende di tangentopoli senza tanto capirne il perché immediatamente, si ritrovavamo a vivere anni spensierati, lontani dalle ideologie politiche o di altro genere. Sei stato il primo mancino che ho incontrato nella mia vita e questo particolare era il motivo di tanta estrosità, tanta verve artistica, tutto sempre in un contesto divertente. Bastava un semplice episodio e lo rendevi il più esilarante del momento. Da allora la tua maturazione artistica è diventata sempre più palese al punto che quando l'estate del 1993 ci ha diviso tu eri il primo che ci proponeva il reggae salentino dei Sud Sound Sistem, un gruppo per me fino ad allora ignoto. Da allora tanta strada ne hai percorsa. La tua innata capacità di intrattenere gli altri, da quell'indimenticabile intercalare "che risate" con cui iniziavi a raccontarci un qualsiasi episodio ne sono passati anni e il tuo progressivo avvicinamento alla musica aumentava di giorno in giorno. Nonostante la vita di oggi offrisse sempre meno opportunità lavorative dignitose per la nostra generazione sei stato sempre abile a cavalcare ogni adattamento, artistico e musicale, il tuo merito è quello di aver trasformato una passione in un lavoro. Il famoso brano di Jovanotti, "Gente della notte " è quello che descrive te e il tuo lavoro. Molto meglio di quanto io possa fare. Non stabile e non ordinario, ma tu come ogni persona giudizievole sei sempre stato capace a tenerti aggiornato sui nuovi gusti musicali della gente della notte. Le generazioni del popolo delle discoteche passano e con esse le esigenze del divertimento notturno. Dal niente sei riuscito a crearti un giro di conoscenze tali che ti consentono di girare ogni settimana un locale diverso in tutta Italia con qualche sempre più frequente sortita estera.