Redazione

Torna dopo un anno di stop causa Covid il 3 e il 4 luglio la Giornata nazionale Enpa contro l'abbandono con i volontari dell'associazione impegnati in 55 città italiane per sensibilizzare al tema dell'abbandono, oggi più delicato che mai. Prendendo in esame il mese di giugno sono infatti aumentate del 17% le cessioni di animali rispetto allo scorso anno e del 60% l'abbandono dei gatti. L'Ente Nazionale Protezione Animali dopo aver ricevuto diverse segnalazioni allarmanti su cessioni e abbandoni da diversi volontari sul territorio ha deciso di lanciare un sondaggio a tutte le sue Sezioni per definire l'entità del fenomeno in questo momento. Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa: “Nonostante ancora vi siano diverse difficoltà ad organizzare eventi in presenza non abbiamo voluto saltare questo appuntamento e saremo con i nostri volontari in 55 città italiane per dire ancora una volta NO all'abbandono e far capire che le soluzioni si possono trovare se si chiede aiuto. I segnali che riceviamo dal territorio purtroppo sono molto allarmanti. Registriamo un forte aumento delle cessioni a causa della morte o dei ricoveri dei proprietari e di una totale assenza in questi casi di un progettazione del futuro di questi animali. Chi ha pet in casa deve sapere a chi affidarli in caso gli succeda qualcosa. Ancora più allarmante il dato che ci arriva sui gatti: + 60% di abbandoni. Su questo fronte la sterilizzazione è vitale. Non c'è nessun incentivo statale alla sterilizzazione. Noi come Enpa impegniamo grossa parte della nostre risorse per la sterilizzazione. Solo lo scorso anno abbiamo microchippato 9.001 cani e 8.468 gatti e sterilizzato 8.608 cani e 26.260 gatti.”

Aumento del 17% delle cessioni. La situazione non è omogenea. Alcune realtà hanno segnalato una preoccupante impennata del fenomeno. Tra queste l'Enpa di Roma che riferisce di 51 i cani ceduti a giugno e centinaia di gatti abbandonati. Anche a Torino a giugno sono stati ceduti già 39 cani, a Sondrio una cinquantina di gatti, quasi tutti cuccioli, e oltre una decina di cani. E ancora a Brescia dove sono stati ceduti direttamente una trentina di gatti (senza contare i numerosi abbandoni) e una ventina di cani ceduti. Anche l'Enpa di Voghera ha avuto 35 cessioni a giugno tra cani e gatti, 32 anche a Vicenza e una trentina anche a Caserta mentre a Vinovo in Piemonte i cani ceduti lo scorso mese sono stati 44.

Tra le cause principali: Il 62% delle Sezioni indica la morte dei proprietari anziani e nessun parente disposto a prendersi cura dell'animale, il 53% indica come causa il ricovero dei proprietari mentre, dato molto alto, il 53% delle Sezioni riferisce cessioni dovute all'aggressività dell’animale. Dove per aggressività però, in alcuni casi, sono incluse anche piccole lesioni come graffi o contusioni che bastano per giustificare l'allontanamento dell'animale. In questo caso il caldo sicuramente non sta aiutando (statisticamente favorisce l'aumento di aggressività negli animali) ma anche l'adattamento alle nuovi routine familiari che portano stress ad umani ed animali. Sulla cessione degli animali incide anche la crisi economica, segnalata dal 45% delle sezioni, e, ancora, si da via l'animale per l'arrivo di un bambino in famiglia (33%). Si aggiunge anche il cambiamento delle abitudini post covid, e quindi il ritorno al lavoro e i trasferimenti di città. (domanda con risposta multipla)

Da quanto erano in famiglia i cani ceduti? Il 24% erano arrivati da un anno o meno, quindi in piena crisi pandemica. Sicuramente il ritorno alla normalità ma anche le adozioni via internet non hanno aiutato. Si continua a scegliere un animale da compagnia come fosse una borsa, scegliendolo in base ad una foto online senza considerare la compatibilità della personalità dell'animale con le routine familiari. Per lo più, il 44%, sono cani che erano in famiglia da 2-5 anni e questo è un dato molto significativo. Ci chiediamo: siamo ancora in grado di dare affetto se dopo 5 anni diamo via un animale domestico? Ma ci sono anche diversi casi, il 23%, di cani che avevano più di 5 anni, probabilmente quelli legati alla morte o alla malattia del proprietario.

Si cedono più cani o gatti? Per l'80% si tratta di cessione di cani ma la situazione dei gatti è anche più grave. Tutte le sezioni ci hanno segnalato che dietro questo dato si nasconde il fatto che i gatti, privi di microchip vengono molto più facilmente abbandonati, magari in condomini o colonie, piuttosto che ceduti alle associazioni. E il dato sugli abbandoni è davvero allarmante: +60% rispetto allo scorso anno nello stesso periodo. Dalle Sezioni segnalano anche un lieve aumento della cessione di animali esotici che, nella maggior parte dei casi, si acquistano senza poi avere reale contezza dell'impegno che richiedono quotidianamente.

Per quel che riguarda le adozioni in corso nell'ultimo mese di giugno il 25% delle Sezioni Enpa afferma che è tutto fermo attualmente mentre un 21% dice che è nella norma rispetto al periodo estivo, il 31,67% afferma che qualche adozione c'è ma sono troppo poche, mentre il 18% dice che sì ci sono ma riguardano solo cuccioli.  

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La Flcgil di Brindisi sta valutando la possibilità di patrocinare l'adesione ad un ricorso al giudice del lavoro per ottenere il riconoscimento ai docenti e agli Ata assunti per ricoprire incarichi temporanei - supplenze brevi e saltuarie (quindi con esclusione di quelle con scadenza al 30 giugno o al 31 agosto) e supplenze in organico Covid - del diritto alla corresponsione della Retribuzione Professionale Docenti (circa 164 euro lordi mensili) e del Compenso Individuale Accessorio ATA (circa 73,70 euro lordi mensili medi). Tale diritto è stato infatti riconosciuto anche dalla Corte di Cassazione. Preghiamo chi fosse interessato a tale ricorso di farci pervenire la sua volontà di adesione mediante l' invio di una email all'indirizzo di posta elettronica della Flcgil di Brindisi Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. in modo tale da poter valutare l'opportunità dell'iniziativa. Il tutto entro il 10 luglio prossimo venturo.

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Agevolazioni TARI per utenze non domestiche, restauro delle Porte cittadine e nuovo monumento dedicato al lavoro. Sono questi i temi principali sviluppati nel corso della seduta consiliare di mercoledì 30 giugno.

L’Assise cittadina ha approvato la riduzione della TARI (tassa sui rifiuti) per le attività produttive danneggiate dai provvedimenti varati dal Governo nazionale a causa dell’emergenza sanitaria. Il piano di interventi prevede una riduzione del 50% per le utenze non domestiche costrette alla chiusura per almeno 4 mesi, del 30% per chiusure inferiori a 4 mesi e del 25% per le imprese che hanno registrato una contrazione del fatturato di almeno il 50% rispetto al 2019.

“Molte aziende in questi mesi hanno subito delle perdite importanti a causa dell’emergenza sanitaria. Con questo provvedimento – spiega l’Assessora al Bilancio Antonella Iurlaro – la nostra Amministrazione Comunale ha inteso mettere immediatamente a disposizione delle attività produttive i fondi governativi per la riduzione della TARI adottando uno strumento di immediata lettura che agevola anche burocraticamente gli imprenditori francavillesi.”

Il Consiglio Comunale nel corso della seduta ha licenziato la variazione di bilancio con cui vengono stanziate le somme necessarie per il restauro alle Porte storiche della Città.

“Intendiamo valorizzare una parte del patrimonio cittadino da tempo trascurato. Grazie a questa variazione – dichiara il Sindaco Antonello Denuzzo – potremo candidare l’intero progetto di restauro delle porte storiche ad un bando del GAL Terra dei Messapi. L’obiettivo è consolidare questi monumenti e allestire un'illuminazione adeguata che li valorizzi. Anche in questo caso puntiamo ad intercettare le opportunità offerte dai bandi pubblici per non attingere dalle risorse comunali e consentire un rapido svolgimento dei lavori.”

In apertura della seduta è stato rispettato un minuto di raccoglimento in memoria di Camara Fantamadi, il ragazzo di 27 anni originario del Mali deceduto al termine di una giornata di lavoro nei campi in condizioni estreme a causa del caldo.

Al tema del lavoro è stata dedicata la mozione del Consigliere Mimmo Tardio finalizzata alla installazione di un nuovo monumento dedicato al lavoro in piazza Marconi. L’opera avrà la funzione di celebrare il lavoro e ricordare le numerose morti bianche francavillesi. La mozione è stata approvata all’unanimità dei presenti.

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La campagna di scavi appena condotta nella riserva di Torre Guaceto ha dato risultati sorprendenti. E’ stata scoperta una necropoli risalente alla tarda età del Bronzo riconducibile agli abitanti del villaggio che sorgeva sul promontorio della torre simbolo dell’area protetta. Gli archeologi: “Si tratta di un sito di importanza continentale”. 

I lavori sul campo si sono conclusi appena ieri. Oggi, i referenti del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, il presidente Rocky Malatesta, del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento, Teodoro Scarano, e del Dipartimento di Storia Culture e Civiltà dell’Università di Bologna, Claudio Cavazzuti, in accordo con la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Lecce e Brindisi, hanno divulgato i primi risultati ottenuti. 
Pur avendo operato sul campo per un periodo relativamente breve, un mese, gli archeologi hanno portato alla luce una necropoli di eccezionale valore. 
Si tratta di un sito con deposizioni funerarie a cremazione della tarda età del Bronzo (XIII-XII sec. a.C.) che conta ben 15 tombe già solo per l’area interessata dagli scavi, nella zona che va dalla seconda alla terza caletta dell’area protetta, nel cuore della riserva. 
In base a quanto scoperto, la comunità che utilizzava questa necropoli deponeva le urne funerarie in depressioni naturali della roccia o all’interno di pozzetti appositamente scavati al suo interno. Le urne funerarie contenevano sia i resti umani che, talvolta, anche gli oggetti di corredo che al momento della cremazione venivano bruciati insieme al defunto. 
 
torre guaceto reperti necropoli“La scoperta della necropoli a cremazione ci racconta anche come il sito di Torre Guaceto si inserisca in un periodo di cambiamento nel quale si passò dall’uso dell’inumazione alla cremazione per l’appunto - ha spiegato il professore Cavazzuti -, le ragioni del cambiamento sono da ricondurre ad un’evoluzione ideologica o legata a problemi epidemiologici. Ora ci metteremo al lavoro per ricostruire la storia di questa necropoli, quel che è certo è che si tratta di un sito di importanza continentale”. 
Una tomba tra tutte ha entusiasmato i ricercatori, la decima. Qui sono stati rinvenuti i resti di una donna di età adulta e due spilloni in bronzo con un vago d’ambra. 
“In due casi abbiamo rinvenuto, inoltre - ha continuato il professore Scarano - due segnacoli, un cippo in calcarenite grossolanamente sbozzato e una grande lastra alloggiata in una trincea. La campagna di scavi appena conclusa è l’inizio di un lungo lavoro che ci riporterà sul campo tra circa un anno, tempo che impiegheremo per processare i dati raccolti, ricostruire la storia di questo sito e avviare il restauro dei reperti. Torre Guaceto si conferma un luogo dall’incredibile patrimonio storico ed archeologico. Qui siamo riusciti ad ottenere grandi risultati grazie al lavoro sinergico portato avanti sia con la Soprintendenza, sia con il Consorzio di Gestione, sia con gli stakeholders locali”. 
 
Torre Guaceto non smette mai di stupire, unica area protetta italiana a vantare la presenza di un proprio laboratorio archeologico, negli ultimi 15 anni grazie agli sforzi del Consorzio di Gestione ha visto emergere uno scrigno di storia ed archeologia di importanza internazionale. 
“Il nostro obbiettivo è proseguire sulla strada già intrapresa ed implementare notevolmente la divulgazione scientifica in tema archeologico - ha dichiarato il presidente Malatesta -, la nostra comunità e gli utenti tutti meritano di sapere cosa è stata Torre Guaceto nella storia e di fruire dei suoi beni. Il prossimo passo da fare è quello di realizzare un grande evento divulgativo già nel prossimo autunno per raccontare come proseguiranno i lavori di ricerca e progettare nuovi sistemi di fruizione sostenibile”.

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Gasdotto TAP-Snam e falda acquifera BR, Amati: “ARPA dice che lavori sono conformi, ma Sindaco solleva nuovi pretesti per non accettare le opere Snam. Andrò sino in fondo”.

“ARPA Puglia ha riferito che sono state svolte regolarmente, nel rispetto delle autorizzazioni ambientali, le opere per la realizzazione dell’interconnessione TAP in località Tuturano; resta solo da esaminare l’integrazione allo studio idraulico presentato da Snam ad ARPA per accertare definitivamente il recupero del livello piezometrico atteso. Ma per il Sindaco di Brindisi l’obiettivo rimane rifiutare le opere Snam, e non si sa perché, attraverso continue richieste pretestuose di rilancio, non fondate però su questioni tecniche ma su suggestioni politiche. Aggiornamento della commissione al 22 luglio”. 
Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati, commentando l’audizione odierna con ARPA e Snam sui lavori di realizzazione della pipeline d’interconnessione alla rete Snam del gasdotto TAP. 
“Non riesco ancora a capire l’accanimento del Sindaco di Brindisi contro le povere persone che abitano le contrade di Brindisi. Sembra proprio un sentimento di aristocratica alterigia nei confronti di chi se la passa peggio, una forma evidente di narcisismo etico come lo definì il compianto Franco Cassano. 
Nell’ultima riunione della Commissione il Sindaco di Brindisi aveva posto il problema dell’eventuale danno ambientale alla falda come elemento d’ostacolo all’accettazione delle opere di urbanizzazione offerte da Snam. A seguito degli studi presentati da Snam e verificati da ARPA, si è appurato che le attività sono state svolte nel rispetto di tutte le autorizzazioni amministrative-ambientali e che resta solo da svolgere un approfondimento sull’avvenuto recupero del livello piezometrico che si attende. 
Sembrava che tutto potesse dunque incanalarsi verso l’avvio di un dialogo tra Comune di Brindisi e Snam, ma il Sindaco ha rilanciato ponendo un nuovo problema, cioè la pericolosità idraulica di alcune porzioni del quartiere Torre Rossa quale impedimento alla realizzazione delle opere di urbanizzazione. È questo un problema già regolato ampiamente dalle norme tecniche di attuazione del Piano di assetto idrogeologico, per cui porlo come elemento d’interferenza rispetto alla realizzazione delle opere mi pare privo di congruità tecnica. 
Probabilmente pensando che anche il problema del rischio idraulico sia superabile, il Sindaco di Brindisi ha già predisposto il nuovo ostacolo, e questa volta in modo surrettizio, rimettendo a Snam la presentazione di un progetto che il Comune di riserverà di valutare secondo i procedimenti ordinari. In altre parole, il Sindaco gioca con le parole e i concetti cercando di far credere che le opere di urbanizzazione non sono un atto di responsabilità della Snam nei confronti del territorio ma un piacere del Comune alla stessa società. Insomma, una clamorosa inversione di prospettiva degna del peggiore camuffamento della realtà dei fatti. 
Andrò comunque avanti e sino in fondo per raggiungere l’obiettivo, smascherando le mille finzioni che vengono prodotte sull’argomento, perché tra i primi destinatari della mia attività di amministratore pubblico ci sono le persone e in particolare le più povere e in difficoltà”.

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi giovedì 1 luglio 2021 in Puglia, sono stati registrati 6.204 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 40 casi positivi: 5 in provincia di Bari, 5 in provincia di Brindisi, 1 in provincia di Foggia, 22 in provincia di Lecce, 5 in provincia di Taranto, 1 caso di residente fuori regione, 1 caso di provincia di residenza non nota.

Non sono stati registrati decessi.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 2.682.225 test.

244.012 sono i pazienti guariti.

2.727 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 253.381 così suddivisi:

95.200 nella Provincia di Bari;

25.591 nella Provincia di Bat;

19.813 nella Provincia di Brindisi;

45.161 nella Provincia di Foggia;

26.950 nella Provincia di Lecce;

39.485 nella Provincia di Taranto;

814 attribuiti a residenti fuori regione;

367 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

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Da sabato mattina l'Amministrazione comunale di Mesagne aprirà i giochi d'acqua presenti nel parco Potì con orario dalle ore 9 alle ore 12 e dalle ore 16 alle ore 18. Il tutto per la grande gioia dei bambini e non solo.

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Un vasto incendio si è sviluppato nel rione Grutti e ha distrutto la pineta presente nei pressi del passaggio a livello. Sul posto ci sono le squadre del Ser Protezione civile che stanno lavorando per mettere in sicurezza la zona. 

Un incendio ha investito la città di Mesagne distruggendo l’area verde, di proprietà comunale, che si trova nel rione Grutti estrema periferia della città. Le fiamme si sono elevate così alte che hanno bruciato tutto ciò che hanno trovato lungo il loro tragitto. Sul posto sono intervenuti i volontari del Ser-Protezione civile che hanno lavorato a lungo per spegnere le fiamme e mettere in sicurezza la zona con l’attigua rete ferroviaria che, fortunatamente, grazie al lavoro dei volontari non è stata intaccata dalle fiamme. Il fumo acre ha invaso diverse abitazioni del rione. L’allarme nella sala operativa della Protezione civile è scattato alle ore 13,15 quando è stato segnalato l’ennesimo incendio nel rione Grutti. Stesso posto dei precedenti. I mezzi antincendio del Ser-Protezione civile si sono immediatamente portati nella zona dove hanno visto che le fiamme stavano divorando la pinetina, ubicata alle spalle della chiesa di Santa Maria di Lourdes, nell’area attigua alla rete ferroviaria.

I volontari hanno iniziato ad aggirare le fiamme a tenaglia e a circoscrivere l’incendio. Un lavoro alquanto duro poiché oltre alla sterpaglia e ai rovi presenti nel terreno hanno preso fuoco anche gli alberi. I volontari hanno, quindi, gettato l’acqua con gli schiumogeni sulle chiome nella speranza di attenuare le fiamme e spegnerle. Hanno combattuto per diverso tempo, ma alla fine hanno spento le fiamme e messo in sicurezza l’intera area. Il fumo acre che si è elevato dalle fiamme ha invaso le abitazioni di diversi residenti rendendo l’aria irrespirabile. La natura dell’incendio dovrebbe essere dolosa poiché si tratta dell’ennesimo atto sviluppatosi più volte in quel luogo.

Sabato scorso un incendio di vaste dimensioni si era sviluppato nei terreni che cingono il canile comunale mettendo a rischio gli ospiti. Grazie all’intervento del Ser e dei vigili del fuoco le fiamme furono spente prima di arrivare al canile comunale. Nei giorni precedenti altri incendi si erano sviluppati nell’area della pineta dello stadio, di contrada Tagliata, e nell’area di pertinenza della stazione ferroviaria. Nell’ultima settimana i volontari sono intervenuti su 15 incendi.  

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Fasano. Controlli sui luoghi di lavoro, denunciata una persona.

A Fasano, i Carabinieri della locale Stazione, del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Brindisi e della Stazione Forestale di Ostuni hanno denunciato in stato di libertà un 71enne del luogo, presidente del consiglio d’amministrazione di un’azienda che si occupa della produzione e commercializzazione di prodotti agricoli.

In particolare, l’uomo ha violato la normativa in materia di tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro per non aver adeguato gli spogliatoi, non aver informato, formato e addestrato i propri dipendenti, aver utilizzato due carrelli elevatori con le dotazioni tecniche non a norma.

San Pietro Vernotico. Percepiva indebitamente il reddito di cittadinanza, denunciata.

I Carabinieri della Stazione di San Pietro Vernotico, a conclusione degli accertamenti nell’ambito di mirata attività di monitoraggio e verifica dei requisiti in materia di reddito di cittadinanza, hanno denunciato in stato di libertà una 32enne del luogo. In particolare, la donna, beneficiaria del reddito di cittadinanza, ha omesso di comunicare lo stato detentivo del marito convivente, sottoposto agli arresti domiciliari, percependo indebitamente emolumenti non dovuti, a far data dal 25 giugno 2020, per complessivi 10.700,00 euro circa.