Redazione

PIANO INDUSTRIALE ENEL – GENTILE (CNA): CI ASPETTIAMO BEN ALTRO DALLA SOCIETA’ ELETTRICA. SI PROCEDA CON IL TURBOGAS!
 
Per il futuro del sito di Brindisi l’Enel – così come emerso nel corso del “Capital Markets day” non intende andare oltre impegni generici che nella migliore delle ipotesi potrebbero riguardare la realizzazione di campi fotovoltaici, di un sistema di accumulo “Bess” e la conferma degli impegni assunti nel settore della logistica che rappresenta - come sostenuto dal primo momento proprio da noi della Cna - una grande opportunità per lo sviluppo delle attività industriali e portuali nella città di Brindisi.
 
Nonostante questo, però, dall’Enel è giunta una conferma dei timori più volte manifestati circa un possibile progressivo disimpegno dal polo energetico brindisino di cui è stata protagonista assoluta per decenni.
 
Ed è evidente che non può bastare la garanzia del posto di lavoro agli addetti diretti della centrale di Brindisi. Enel può e deve fare di più, ovviamente con il pieno sostegno del Governo nazionale.
 
Proprio in questa ottica, bisogna chiedere con sempre maggiore insistenza che Terna riveda la sua decisione circa l’inserimento del sito di Cerano tra quelli attraverso cui – con l’utilizzo del gas – si può garantire una sicurezza energetica al paese.
 
A quel punto diventerebbe decisamente più percorribile l’ipotesi di assegnare ad Enel i fondi del PNRR per realizzare un impianto a turbogas nel sito di Cerano. E non si tratta – si badi bene – solamente di una risposta al “lamento” del territorio brindisino, ma anche e soprattutto di una esigenza reale del paese che in questo modo assicurerebbe al Mezzogiorno risposte adeguate al fabbisogno energetico, anche in caso di situazioni di emergenza (grazie ad una accertata disponibilità di gas attraverso il raddoppio del gasdotto TAP).
 
E’ sin troppo chiaro, però, che il Governo nazionale dovrà intervenire, assicurando un sostegno all’Enel in termini di risorse e condivisione degli investimenti, nell’interesse del paese e in risposta alle esigenze di un’area – come quella di Brindisi – che per decenni ha garantito all’Italia intera la propria totale disponibilità ad ospitare impianti di produzione energetica, anche quando non esistevano le attuali garanzie in termini ambientali.
 
Si tratta, pertanto, di tenere in considerazione le esigenze di sostenibilità ambientale (attraverso la produzione energetica da fonti rinnovabili) nella stessa misura delle esigenze di sostenibilità sociale. Brindisi, insomma, non può permettersi migliaia di posti di lavoro in meno ed il crollo di un sistema industriale che per decenni ha assicurato professionalità e competenza nell’offerta di servizi inquadrabili all’interno dell’indotto.
 
Adesso Brindisi faccia la sua parte, sollecitando in maniera unitaria e convinta un intervento del Governo, al pari di ciò che è stato fatto per altre aree del paese.
 
 
Franco Gentile – Presidente CNA Brindisi

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La gestione dei servizi sociali della città di Brindisi presenta lacune ormai non più tollerabili. I problemi maggiori riguardano – così come ampiamente emerso nel corso dei lavori della apposita Commissione consiliare – innanzitutto i diritti dei lavoratori che operano in questo ambito e che spesso subiscono evidenti penalizzazioni da parte delle cooperative, a partire da inaccettabili demansionamenti diritti non riconosciuti e ritardi nel pagamento degli stipendi.
 
Un motivo in più perché l’Amministrazione Comunale valuti con urgenza di procedere con la internalizzazione dei servizi, bloccando qualsiasi ricorso a proroghe per le cooperative che attualmente risultano aggiudicatarie degli appalti in questione.
 
E’ sin troppo chiaro, inoltre, che gli impegni annunciati in sede di gare (vedi migliorie nel servizio, assunzioni di nuove educatrici) non sono stati mantenuti ed a questo si aggiungono anche inaccettabili vantaggi concessi dall’Amministrazione Comunale attraverso la disponibilità di locali, utenze e servizi di pulizia per gli uffici di tali cooperative.
 
Lino Luperti e Michelangelo Greco – consiglieri comunali

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No a fondi pubblici per sondaggi ad personam. Si al confronto democratico per il futuro della città. Avevamo letto nei giorni scorsi che a Mesagne abbiamo “Il Sindaco più amato d’Italia”. Fin qui nulla questio, perché da come era stata diffusa la notizia poteva sembrare che un istituto specializzato avesse condotto un’indagine seria, su scala nazionale, riconoscendo al nostro Sindaco il predetto “titolo”.

Ma così non era.

Per come appurato successivamente, infatti, l’esito di questa indagine è il frutto di un sondaggio commissionato dall’amministrazione comunale di Mesagne a Yoodata srl, avente ad oggetto l’“Analisi dei bisogni e delle soddisfazioni dei cittadini mesagnesi”, sondaggio quindi teso a indirizzare l’azione amministrativa verso i veri fabbisogni di una comunità. Sulla utilità del sondaggio quale mezzo di indagine non vi sono dubbi. È notorio, infatti, che molti altri sindaci, anche del Partito Democratico, hanno utilizzato il medesimo strumento per le specifiche finalità ad esso collegate. Ciò che invece sorprende è la strumentalizzazione fatta del sondaggio, che finisce col rende nebulosa anche la procedura adottata.

Al netto del dato oggettivo (e certamente criticabile) che detta indagine conoscitiva sia costata €.8.540 di soldi pubblici, non possiamo tacere sulla circostanza che il percorso intrapreso per l’affidamento dell’incarico presenti qualche anomalia. Emergerebbe, infatti, dalla lettura della determina che l’input per affidare l’incarico sia partito da un funzionario, il quale ha preso l’iniziativa di affidare l’incarico alla Yoodata s.r.l., ne ha condotto le trattative per il prezzo e, con l’avallo dell’ufficio ragioneria, sia stato poi effettivamente commissionato e pagato il rispettivo costo.

Non sfugge la circostanza che la determina di affidamento dell’incarico non sia stata mai preceduta da un atto deliberativo avente un indirizzo politico, con ciò ponendo interrogativi circa la legittimità stessa dell’atto.

Ci chiediamo quindi se davvero il Sindaco avesse bisogno di spendere soldi pubblici per sentirsi dire che è il più amato d’Italia! Non era forse lo scopo vero del sondaggio quello di conoscere le esigenze e le necessità dei cittadini? Ed ancora, un Sindaco che per sua stessa ammissione afferma di “vivere tra la gente ed a stretto contatto con i suoi concittadini” aveva davvero bisogno di commissionare un sondaggio per conoscere le esigenze della sua città?

A tutti questi interrogativi non sappiamo dare una risposta e non è stata data neppure con la nota diramata dal Sindaco nella quale, glissando sul vero tema della polemica sorta in questi giorni, ovvero l’investimento di soldi pubblici per meri fini propagandistici, si è limitato a fornire una giustificazione che nulla dice circa la necessità di ricorrere ad un sondaggio a pagamento per confrontarsi con i propri concittadini.

A noi pare che l’utilizzo dello strumento del sondaggio, seppure a livello conoscitivo può essere utile, ma rimane pur sempre uno strumento esplorativo, ed in quanto tale non può sostituirsi al confronto diretto tra amministrazione comunale, partiti politici, associazioni, cittadini. Lo sforzo dell’elaborazione politica non può essere archiviato ed il cittadino non può essere derubricato a semplice “consumatore”, perché così ragionando si finisce col tradire il concetto stesso di democrazia.

Concludiamo dicendo che il Partito Democratico non ritiene di affidare il destino dei propri concittadini all’esito di un sondaggio ma è pronto a fare la sua parte ed a confrontarsi democraticamente con l’amministrazione comunale sui temi cruciali che riguardano il futuro di questa città ed a rilanciare un concetto di politica che ponga davvero al centro della sua azione e programmazione politica il cittadino ed i suoi fabbisogni.

La segreteria del Partito Democratico

Nelle scorse ore l’Amministrazione Comunale ha effettuato la consegna dei lavori per l’avvio del cantiere della scuola di via Bilotta.

“Finalmente ci siamo. Tra pochi giorni – commenta il Sindaco Antonello Denuzzo – cominceranno i lavori che trasformeranno un luogo diventato simbolo di incuria e abbandono in una scuola a misura di bambino, un ambiente pensato per la socialità e la crescita.”

Il progetto di recupero, finanziato con circa 830 mila euro con fondi del PNRR per la messa in sicurezza e riqualificazione di immobili da destinare ad asili nido e scuole dell’infanzia, è stato successivamente ampliato dall’Amministrazione Comunale con lo stanziamento di ulteriori 500 mila euro dopo che i tecnici hanno verificato lo stato di compromissione dei pilastri presenti.

“Il recupero di questo immobile – prosegue il Sindaco Antonello Denuzzo – ha richiesto un investimento ulteriore da parte dell’Amministrazione Comunale. Non ci siamo sottratti perchè si tratta di un intervento con un forte impatto sociale. Grazie alla scuola sottrarremo dal degrado un immobile che negli anni è stato un attrattore di fenomeni di microcriminalità e, allo stesso tempo, offriremo un nuovo asilo pubblico per le tante famiglie francavillesi con bambini piccoli.”

L’edificio di via Bilotta, risalente all’inizio degli anni ’80, è entrato in funzione per pochi anni prima di essere chiuso per problemi strutturali. Il progetto dei lavori prevede la riqualificazione funzionale e la messa in sicurezza della scuola con l’adeguamento antisismico, nuovi impianti idrico, fognario, elettrico, termico e la sostituzione delle strutture conservando la sagoma esterna delle murature. Il tutto corredato con impianti fotovoltaici per la produzione di elettricità e acqua calda.

I 640 metri quadrati della struttura ospiteranno tre sezioni scolastiche dotate di spogliatoio, aula, zona riposo e servizi igienici. Le aree comuni saranno strutturate con una sala per attività ludico-educative, cucina, aula insegnanti e deposito per l’attrezzatura didattica. La nuova scuola sarà completata da una ampia area verde attrezzata con giochi per i bambini e angoli dedicati ai momenti di svago.

“Abbiamo scelto – conclude l’Assessora ai Lavori Pubblici Annalisa Toma – di lavorare sul recupero dell’esistente anche in un’ottica di economia circolare. Abbiamo il dovere, laddove è possibile, di tradurre i principi generali in politiche attive. La scuola di via Bilotta è un esempio di riutilizzo e di valorizzazione di risorse che diversamente andrebbero irrimediabilmente perse, ma anche di prevenzione nell’uso del suolo.”

Con il recupero di questo immobile aumenterà l’offerta di spazi educativi per le famiglie con figli della fascia d’età 0-3 anni. Un’autentica occasione di riscatto per un immobile che da 40 anni versa in stato di completo abbandono e una opportunità per tanti genitori.

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Il Tribunale di Arezzo ha condannato a 6 mesi di reclusione con la condizionale il cacciatore del Valdarno fiorentino che lo scorso anno ha sparato con una carabina ad aria compressa ad una gatta, gettandola poi in un cassonetto in località Potine nel comune di Cavriglia. Sybilla, questo il nome della gatta, era stata soccorsa dai volontari Enpa della Sezione di Valdarno che, dopo aver ricevuto una segnalazione, erano corsi a recuperare la gattina.

“Sybilla – ricorda l’Enpa Valdarno - è stata portata presso una clinica veterinaria dove è stata ricoverata. Le sue condizioni sono apparse fin da subito difficili a causa dei proiettili rimasti all’interno del corpo in una posizione non operabile. Dopo il ricovero Sybilla è stata dimessa per proseguire le cure a casa, accolta da Letizia, una volontaria dell’Enpa di Valdarno. La gattina, seppur sofferente, sembrava migliorare, fino a quando purtroppo una notte è morta”.

Il Comune di Cavriglia aveva quindi fatto denuncia per maltrattamento contro ignoti, denuncia presentata anche dall’Enpa. Grazie alle indagini della Polizia Municipale di Cavriglia si è arrivati all’individuazione del responsabile di questo ignobile atto: un cacciatore residente nella provincia di Firenze.

L’Ente Nazionale Protezione Animali si è costituita parte civile nel processo contro l’uomo che ora è stato condannato nel processo di primo grado a 6 mesi di reclusione con la condizionale e alle spese legali delle parti civili.

“Ora – afferma Carla Rocchi Ci auguriamo che si possa procedere al più presto con il sequestro delle armi e della licenza perché pensare che persone del genere possano imbracciare un fucile nuovamente dà i brividi e rappresenterebbe una minaccia per la comunità”.

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Brindisi quest’anno vivrà un Natale decisamente sotto tono non solo per colpa di una crisi dilagante. L’Amministrazione Comunale, infatti, ad oggi  non ha la più pallida idea di come offrire un minimo di decoro urbano durante un periodo così importante come quello natalizio.
 
Dalle casse comunali è assai difficile prelevare un centesimo, a dimostrazione del fatto che l’Assessorato competente non è riuscito a fare un minimo di programmazione, tanto da arrivare a fine anno senza risorse.
 
Adesso – decisamente fuori tempo massimo – stanno tentando di coinvolgere i privati, ma è sin troppo chiaro che si potrà fare ben poco. Il tutto, mentre ella vicina Mesagne, così come a Fasano ed in altri comuni, le luminarie sono già state installate e tra un po’ saranno accese per creare un clima di festa.
 
Visto che l’Assessore Loiacono ha dimostrato di non saper individuare una soluzione al problema, se ne occupi direttamente il Sindaco e magari prima che sia davvero troppo tardi.
 
Lino Luperti e Michelangelo Greco – consiglieri comunali di Brindisi

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Il Teatro Sociale di Fasano ha una nuova vetrina digitale: ecco online il sito web ufficiale della casa comunale delle arti sceniche fasanesi, un portale che permetterà a chiunque di rimanere aggiornato su tutte le novità (artistiche e non) a partire dalla stagione 2023/2024.

Il sito è strutturato in modalità responsive, cioè è adattabile alle diverse dimensioni dello schermo e delle finestre di tutti i dispositivi, e pertanto sarà fruibile sia da pc che da smartphone.

Il progetto è stato realizzato da “Katharà – In rete per il teatro”, associazione temporanea di scopo composta dall’unione sinergica del Gruppo di Attività Teatrali “Peppino Mancini” di Fasano, associazione “SenzaConfine” e accademia “Fuori di danza” di Locorotondo, nell’ambito del progetto di gestione del Teatro Sociale, in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Fasano.

Basterà un semplice click per visionare e scaricare il cartellone degli eventi in programma, prendere visione dell’offerta formativa (in partenza tanti laboratori di recitazione, danza e di tecnico di palcoscenico), iscriversi alla newsletter ed essere aggiornati in anteprima su tutte le novità firmate Katharà, visionare la scheda tecnica e la dotazione del palcoscenico, la piantina dei posti a sedere, verificare al momento la disponibilità delle date e la possibilità di prenotare il teatro con apposito link.

Dulcis in fundo, è stata dedicata una sezione alla storia del glorioso Teatro Sociale di Fasano. Una ricostruzione minuziosa, effettuata ricucendo i passaggi delle varie epoche dagli articoli di giornale, dal libro di Luisa Lamberti “Il Teatro Sociale di Fasano – Centocinquant’anni di storia”, e dai racconti dei più anziani, unici testimoni oculari di quella che fu la realizzazione del progetto di 26 galantuomini fasanesi che vollero regalare alla città un teatro comunale.

Dal “piccolo Piccinni”, passando dalla gestione della famiglia Falcolini fino alla riapertura del Nuovo Teatro Sociale. Un vero e proprio viaggio nel tempo, testimoniato da foto, bozze di progetti e articoli dell’epoca.

È possibile raggiungere il nuovo sito del Teatro Sociale cliccando sul seguente link: www.teatrosocialefasano.it

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AGRICOLTURA: COLDIRETTI PUGLIA, DA POLITICHE CIBO LOCALE UN CONTRASTO A MIX MICIDIALE GUERRA, CLIMA, POVERTÀ.

Più di 1 persona su 10 (828 milioni) nel mondo soffre la fame, aggravata dalle conseguenze del mix micidiale dei cambiamenti climatici, della pandemia e delle guerre, ma ci sono state pesanti ricadute anche in Puglia dove è raddoppiato il numero dei pugliesi in povertà relativa, balzati oramai a quasi 921mila, con le politiche del cibo locale che devono facilitare l’accesso al cibo e alla sana alimentazione in città, in modo che possa essere fruibile da tutti. E’ quanto affermato da Coldiretti Puglia, nel corso dell’incontro sulle Food Policy al Ciheam in occasione della Mediterranean Innovation Agrifood Week.

“Devono essere date risposte ai cittadini che ancora non riescono ad accedere al cibo – ha affermato Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia – attraverso serie e concrete politiche del cibo locale che facciano arrivare i prodotti agricoli e agroalimentari dalle campagne in città. L’affermazione dei mercati degli agricoltori nelle città ha consentito di ridurre la distanza tra produttore e consumatore rafforzando il legame tra aree rurali e aree urbane con un importante patrimonio di biodiversità che dalle campagne si trasferisce in città”.  Anche nei pesanti tempi del Covid e della guerre i mercati contadini hanno offerto “un contributo fondamentale, garantendo alla popolazione cibo sicuro e approvvigionamenti costanti – ha aggiunto il direttore Piccioni - nonostante le difficoltà legate alla pandemia e alla guerra riuscendo anche a rendere più trasparente per il consumatore il prodotto acquistato, tutelando la biodiversità, le specificità locali e valorizzando la custodia dei territori”.

Il cibo locale è divenuto anche uno strumento ‘salva tasche’ per i consumatori – aggiunge Coldiretti Puglia - perché i prodotti provengono dal territorio regionale e non subiscono eccesivi rincari per il trasporto, per il rapporto qualità prezzo, perché la stagionalità e la biodiversità garantiscono che i prodotti non siano importati con l’effetto a valanga del caro prezzi a causa della guerra in Ucraina.

Il risultato è che il valore della vendita diretta dagli agricoltori è salito in Puglia ad oltre 900 milioni di euro e coinvolge ormai oltre un’azienda agricola su cinque. Grazie al progetto economico di filiera corta di ‘Campagna Amica’, in Puglia è stata data una risposta alla grande attenzione dei consumatori alla tutela della salute e dell’ambiente attraverso scelte agroalimentari consapevoli, testimoniata quotidianamente dall’affluenza nei mercati contadini che contano 1.500 giornate di apertura e circa 750 produttori coinvolti.

Oltre a garantire la maggiore freschezza dei prodotti e tagliare gli sprechi, la filiera corta riduce anche i tempi di trasporto e, con essi, il consumo di carburanti e le emissioni in atmosfera, tagliando le intermediazioni con un rapporto diretto che avvantaggia dal punto di vista economico agricoltori e consumatori. Al secondo posto tra le intenzioni di acquisto degli italiani per i prossimi mesi – continua Coldiretti Puglia - ci sono peraltro i cibi 100% italiani, che precedono gli alimenti con packaging sostenibile e quelli che garantiscono il rispetto dell’ambiente, per un netto aumento complessivo della spesa green.

I cittadini scelgono la vendita diretta perché questo modello risponde in pieno alle loro esigenze di sicurezza alimentare, di gusto e di contatto con la realtà. Ciò che guida la spesa del consumatore – spiega Coldiretti Puglia - non è soltanto il prezzo quanto piuttosto fattori qualitativi, come ad esempio la trasparenza su provenienza e ingredienti, la tutela della salute (94%), l’eticità (83%). Il cibo locale è considerato una garanzia di cibo fresco e sicuro oltre che una soluzione per sostenere l’economia e lo sviluppo locale. Inoltre rappresentano una scelta sostenibile dal punto di vista ambientale, dove lo spreco alimentare per gli acquisti fatti direttamente dal produttore agricolo è del 15-20% contro uno spreco del 40-60% per i sistemi alimentari della grande distribuzione. Questo perché i cibi in vendita sono più freschi, durano di più e percorrono distanze più brevi per arrivare al consumatore finale, inquinando meno.

Un’esperienza che ha fatto da base alla nascita della prima Coalizione Mondiale dei Farmers Market, promossa proprio per rispondere alla richiesta di cibi sani e locali da parte dei consumatori e alla necessità di garantire gli approvvigionamenti alimentari in tutto il mondo A livello globale già un Paese su cinque (20%) può contare su sistemi di vendita diretta che possono trovare nella nuova “World Farmers Market Coalition” un punto di riferimento per crescere.

Tra i promotori della Coalizione Mondiale dei Farmers Markets, insieme all’Italia ci sono Usa, Norvegia, Australia, Danimarca, Giappone, Canada, Cile, Ghana, Sud Africa, Georgia, Inghilterra e altri hanno già dichiarato il loro interesse ad aderire.  La coalizione è uno strumento per la diffusione dei mercati contadini nel mondo con particolare riguardo ai Paesi in via di sviluppo, accompagnando da una parte i governi verso l’adozione di un quadro normativo specifico e dall’altra assistendo le associazioni locali degli agricoltori nello sviluppo di reti come quella di Campagna Amica in Italia, della Farmers Market Coalition negli Stati Uniti o in Canada, con supporto a livello tecnico-legale, di comunicazione e di formazione per manager e agricoltori.

La World Farmers Markets Coalition è uno dei dieci programmi della Fao selezionati nell’ambito del progetto di Food Coalition. Le organizzazioni fondatrici sono per l’Italia Coldiretti e Fondazione Campagna Amica, la FMC per gli Usa, Grønt Marked per la Danimarca, e Bondens Marked per la Norvegia. Tra i Paesi coinvolti e le cui associazioni con l’occasione aderiranno, ci sono gli Usa, l’Australia, il Giappone, il Canada, il Cile, il Ghana, l’Inghilterra, tanto per citarne solo alcuni. Una realtà che coinvolge 250 mila agricoltori e famiglie.

L'Avis provinciale Brindisi  celebra il 45° della sua fondazione. Il 25 novembre alle ore 17,30   si terrà  un convegno a Mesagne presso Tenuta Moreno, parteciperanno il presidente nazionale Gianpietro Briola, il segretario nazionale Rocco Monetta, alcuni consiglieri nazionali Avis, il direttore generale Asl Maurizio De Nuccio, il presidente della Provincia di Brindisi Antonio Matarrelli, il direttore del Simt di Brindisi Antonella Miccoli, il presidente regionale Avis Raffaele Romeo, Rino Spedicato del Csv Brindisi-Lecce, una delegazione dell'Avis Provinciale Campobasso, gemellata con Avis provinciale Brindisi, i presidenti che nel corso degli anni hanno retto Avis sul territorio e altri rappresentanti associativi della Puglia. Aprirà i lavori il presidente provinciale Avis Sergio Domenico Zezza che alimenterà il dibattito su “L'evoluzione della comunicazione in Avis”, con relazioni del Prof. Giuseppe Patisso e di Rocco Monetta e conclusioni di Gianpietro Briola. «È un momento per ricordare la storia di Avis – dichiara Zezza - ma nel contempo per proiettare l'associazione in un contesto sociale che muta rapidamente. Bisogna trovare nuovi mezzi di comunicazione per trasferire il messaggio associativo di solidarietà, di impegno sociale, l'essere spazio di cittadinaza attiva». L'Avis provinciale nacque in questi giorni nel 1978 per iniziativa delle comunali di Brindisi, Fasano e Mesagne: nel corso degli anni, poi, tutti i comuni della provincia hanno via via fondato una sede, dando forma e sostanza a quella che oggi è una realtà che conta 20 sezioni comunali, 8.300 soci e circa 13.000 sacche di sangue donate ogni anno. «In occasione del 45esimo dell'Avis Provinciale – prosegue Zezza – dobbiamo porre le basi per un progetto da costruire nel tessuto sociale, analizzare l'evoluzione della società, dare attenzione ai nuovi mezzi di comunicazione, con particolare riferimento ai social. C'è bisogno di interrogarsi sul ruolo della scuola e su come interagire con i giovani. Noi volontari  abbiamo il dovere di promuovere le più efficaci forme di impegno sociale e riproporre il volontariato come centro della vita delle persone. Non deve mancare, naturalmente, il confronto con le istituzioni per intessere forme di coprogettazione e coprogrammazione, in particolare con l'Asl e con la conferenza dei Comuni». Insomma, un momento costruttivo e di proposta per un'associazione che vuole essere al  passo con i tempi. Le celebrazione si chiuderanno domenica 26  a Brindisi in piazza Duomo con il raduno dei labari e  la celebrazione della SS. Messa in Cattedrale.

Grande emozione questa mattina per alcuni volontari e assistiti della Casa di Zaccheo di #mesagne per l’incontro avuto con il Santo Padre #PapaFrancesco al termine dell’Udienza generale del mercoledì. 

 
Cinque anni fa, sempre in Piazza San Pietro, il Papa autografava con la sua firma il progetto iniziale per la realizzazione della struttura di accoglienza. E oggi siamo tornati - afferma don Pietro De Punzio - per ringraziarlo,  perché in questi anni non ci ha fatto mancare né l’aiuto spirituale, né quello materiale, contribuendo anch’Egli in prima persona, per il tramite dell’Elemosineria apostolica.
 
All’udienza generale Francesco, nella sua ventisettesima catechesi sullo zelo apostolico sottolinea che la Buona Novella è universale: Dio sceglie uno per arrivare a tutti, la chiamata non è un privilegio ma per un servizio.