Redazione

Il Tribunale di Roma ha condannato il Ministero della Difesa per la morte di Aldo Martina, avvenuta nel maggio del 2019 a causa di mesotelioma pleurico legato all’esposizione all’amianto, e dovrà ora destinare una speciale elargizione di 200mila euro agli eredi, la moglie Anna, e i figli Emiliano e Sarah, mentre il Ministero dell’Interno è stato condannato al riconoscimento di “vittima del dovere”.

Martina era venuto a contatto con la fibra killer durante il servizio militare svolto quando aveva soli 20 anni (dal 21 agosto 1964 fino al 31 ottobre 1965) al COMOS di Brindisi (Comando Gruppo Motosiluranti), e successivamente presso l'Arsenale Militare Marittimo della Spezia. In qualità di “Sottocapo Radiotelegrafista”, l’uomo era stato costantemente a contatto con polveri e fibre di amianto, utilizzando accessori come parannanze, coperte, guanti e pezze, in un ambiente di lavoro privo di qualsiasi misura di sicurezza. Ignaro dei rischi, si occupava della manutenzione e riparazione di impianti di comunicazione navale, manipolava rifiuti, compresi quelli contenenti amianto, senza che venisse dotato di adeguati dispositivi di protezione individuale. A confermarlo, la perizia del CTU, secondo la quale il Sig. Aldo era costantemente esposto all’inalazione di fibre di amianto aerodisperse nell’ambiente di lavoro provenienti da apparecchiature di sala macchine, tubolature, cavi e trattamenti coibentanti delle imbarcazioni. Tutte sostanze che si liberavano in ambienti ristretti. Anche le vernici usate a bordo contenevano asbesto, contribuendo ulteriormente alla sua esposizione. Nel 2018, i primi problemi respiratori e, nell’agosto dello stesso anno, la diagnosi di mesotelioma, muore nove mesi dopo, vittima di una malattia causata da un ambiente di lavoro pericoloso. Nonostante l’evidenza, il Ministero della Difesa aveva rigettato la domanda risarcitoria, ritenendo che il mesotelioma fosse legato a una esposizione successiva al congedo e la famiglia ha ottenuto giustizia solo grazie all’azione legale dell’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), che ha ricostruito la vicenda.

La strage invisibile: il rapporto INAIL ReNaM (registro nazionale mesoteliomi) del 2018 ha confermato che il minerale era presente delle navi, negli arsenali e in tutti gli ambienti della Marina Militare e il suo impiego, che risale agli anni ’60, è stato ampiamente documentato. Dal 1993 sono stati registrati più di 2000 casi di mesotelioma tra i lavoratori del settore trasporto marittimo, dei cantieri navali e della Difesa militare.

L’ONA è impegnato nella tutela delle vittime dell’amianto per esposizioni nelle unità navali della Marina con un servizio di consulenza tramite il sito  o il numero verde 800 034 294.

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L'Asl di Brindisi ha emesso il presente comunicato per i fatti accaduti: "Si informa l’utenza che è stata accertata una truffa a danno di un cittadino residente in provincia a cui è stato richiesto il pagamento di una sanzione da parte di una persona che si è presentata al suo domicilio a nome della Asl Brindisi.

Si comunica che la Asl Brindisi non effettua in alcun caso comunicazioni “porta a porta”, si invitano quindi i cittadini a rifiutare qualsiasi richiesta di denaro da persone che si presentano a nome dell’Azienda e a denunciare al Comando dei Carabinieri del proprio comune circostanze simili.

Il fatto è stato accertato nel Distretto socio-sanitario di Mesagne dove l’utente si è presentato per chiedere informazioni. La lettera che gli era stata consegnata dal truffatore presentava l’uso improprio del logo aziendale e della firma di dirigenti di struttura. La direzione generale ha disposto la denuncia alle autorità competenti".

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L’import sleale dall’estero e i cambiamenti climatici affossano il miele Made in Italy con arrivi di prodotto straniero di bassa qualità a prezzi stracciati, come quello cinese quotato poco sopra l’euro al chilogrammo, mentre aumentano i costi di produzione per gli apicoltori regionali, con la Puglia che ha dovuto dire addio ad oltre 1 vasetto di miele su 2, con il 60% in meno di raccolta condizionata dalla siccità, da temperature fuoristagione dal clima pazzo. A denunciarlo è la Coldiretti Puglia, in occasione di Apimell, la più importante Mostra Mercato Internazionale specializzata nel settore apicoltura.

Nel 2023 sono arrivati in Italia oltre 25 milioni di chili di miele straniero a fronte – rileva Coldiretti - di una produzione nazionale stimata in 22 milioni di chili, che ha risentito degli effetti del clima, secondo l’analisi della Coldiretti su dati dell’Osservatorio Miele. Il prezzo medio del prodotto importato dai Paesi extra Ue è stato di 2,14 euro al chilo. Una mole di prodotto a prezzi stracciati finita nel mirino di un’indagine della Commissione Ue che ha fatto analizzare una quota di campioni di miele importato, riscontrando che nel 46% dei casi non è conferme alle regole comunitarie, con l’impiego di sciroppi zuccherini per adulterare il prodotto, aumentarne le quantità e abbassarne il prezzo e l’uso di additivi e coloranti per falsificare l’origine botanica. Il numero maggiore in valore assoluto di partite sospette proveniva dalla Cina (66 su 89, pari al 74%), mentre il paese con la percentuale più elevata di campioni di miele sospetti è risultata la Turchia (14 su 15, pari al 93%).

Un dumping insostenibile ai danni di 1070 le aziende apistiche in Puglia che si prendono cura di 32.000 alveari e 13.00 sciami e producono – insiste Coldiretti Puglia - numerose tipologie di miele, dal ricercato alle mandorle agli agrumi, dalle clementine al rosmarino al timo, fino al fiordaliso, sulla, eucalipto, coriandolo, trifoglio e millefiori, con una crescita sensibile della presenza di donne e giovani a condurre le aziende apistiche. Ma a questo scenario si aggiungono i danni causati dal maltempo e della siccità, che hanno penalizzato le fioriture, e del caldo anomalo di questo inverno, con le api “ingannate” e spinte ad uscire dagli alveari senza però trovare i fiori.  Così i produttori – precisa la Coldiretti – sono costretti ad intervenire con alimentazione zuccherina, per sostenere le famiglie di api, che rischiano perdite consistenti. Ma oltre al clima e al diffondersi dei calabroni alieni predatori delle api (Vespa velutina e Vespa orientalis) – sottolinea Coldiretti – i “pastori delle api” hanno dovuto fare fronte anche all’esplosione dei costi, dai vasetti di vetro alle etichette, dai cartoni al gasolio.

Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove non sono ammesse coltivazioni Ogm a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina, è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti. La parola Italia deve essere presente per legge sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale (Es. Miele italiano) mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’unione Europea, l’etichetta – continua la Coldiretti – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della Ue” indicando il nome dei Paesi (ad esempio, se viene da Italia e Ungheria sul barattolo dovrà esserci scritto Italia, Ungheria); se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della Ue” con il nome dei Paesi, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della Ue”, anche qui con l’indicazione dei nomi dei Paesi.

Attraverso l’acquisto diretto del miele dagli apicoltori pugliesi – evidenzia Coldiretti – si sostiene il presidio del territorio e la presenza di una sentinella importante della qualità dell’ambiente e della biodiversità quale è l’ape. Infatti oltre alla produzione di miele – conclude Coldiretti - le api svolgono un ruolo fondamentale nell’impollinazione di moltissime piante selvatiche e delle principali colture erbacee ed arboree.

Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, occorre – consiglia la Coldiretti – verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica, è questo il modo migliore per sostenere l’apicoltura italiana, difendere le api e la biodiversità.

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ECOMAFIE: COLDIRETTI PUGLIA, ARRIVA IL REATO DI ECOCIDIO; PUGLIA AL SECONDO POSTO PER CRIMINI AMBIENTALI

Scatta un ulteriore giro di vite contro i reati ambientali, con la Puglia che è al secondo posto a causa dello sversamento nelle campagne di rifiuti di ogni genere, spesso anche tombati e incendiati, con il fenomeno del traffico illecito di rifiuti a Foggia che sta assumendo proporzioni gravi. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in relazione al l’approvazione del Parlamento europeo il 27 febbraio scorso di nuove misure e sanzioni, con la lista dei reati che si allunga qualificati paragonabili all’ecocidio, come l’inquinamento diffuso di acqua, aria e suolo o gli incendi boschivi su vasta scala, oltre al commercio illegale di legname, l’esaurimento delle risorse idriche, le gravi violazioni della legislazione dell’Unione europea in materia di sostanze chimiche e l’inquinamento provocato dalle navi, per cui saranno comminate pesanti sanzioni  fino all’arresto.

La normativa dovrà anche essere sostenuta da corsi di formazione specializzati per forze dell’ordine, giudici e pubblici ministeri, e inoltre dovranno essere redatte strategie nazionali e  promosse  campagne di sensibilizzazione contro la criminalità ambientale.

In provincia di Foggia i campi sono in balia delle ecomafie, con lo sversamento di rifiuti di ogni genere nei campi – insiste Coldiretti Puglia - anche provenienti da regioni limitrofe, spesso anche bruciati, con un danno economico e ambientale incalcolabile, ad Andria nella BAT rifiuti di ogni genere vengono abbandonati negli oliveti arrecando un danno all’ambiente e all’immagine di rilievo, in provincia di Brindisi si moltiplicano le segnalazioni dello scarico notturno di rifiuti nei campi, compreso Eternit e copertoni.

Al danno si aggiunge la beffa - incalza Coldiretti Puglia -  con le aree rurali utilizzate come discariche a cielo aperto, depauperando un territorio curato e produttivo, inquinando la terra e il sottosuolo, dove al contempo gli imprenditori agricoli sono chiamati a rimuovere i rifiuti sversati da altri a proprie spese, se non riescono a dimostrare di non averli prodotti.

Sono stati messi in campo, dunque, nuovi interventi per arginare una vera emergenza poiché la criminalità ambientale – aggiunge Coldiretti - è oggi la quarta attività criminale al mondo con redditi rilevanti sul livello  di quelli realizzati con il traffico di droga, armi e la tratta di essere umani.

Si tratta di un fenomeno grave ed in escalation, dove a sversare rifiuti di ogni genere – aggiunge Coldiretti Puglia - non sono più soltanto i gruppi criminali, ma anche residenti che scaricano nelle aree rurali ogni genere di rifiuto, da immondizia a plastica, da elettrodomestici fino a lamine di amianto, oltre a materiale edilizio abbandonato dalle ditte, senza il minimo rispetto della proprietà privata degli agricoltori e arrecando un danno ambientale e di immagine incalcolabile.

Di fronte alle emergenze che si rincorrono – continua la Coldiretti regionale – occorre adottare tutti gli accorgimenti a tutela della sicurezza e della salute, accertare le responsabilità e avviare le necessarie azioni di risarcimento danni diretti ed indiretti a favore delle comunità e delle imprese colpite. Sul piano strutturale – conclude la Coldiretti Puglia – occorre salvaguardare le aree a vocazione agricola, evitando l’autorizzazione di insediamenti potenzialmente a rischio e proteggendole con i controlli da quelli abusivi.

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Partono dalla Puglia una serie di iniziative volte al rilancio delle attività del personale civile nel Ministero della Difesa. Una vertenza che vede in campo la Funzione Pubblica CGIL a tutti i livelli.

Oggi con un'assemblea di tutto il personale con Florindo Oliverio Segretario FP CGIL Nazionale, Marco Campochiaro Coordinatore Fp CGIL Difesa Nazionale e Fabio Lapenna Coordinatore Provinciale FP CGIL Difesa a Brindisi

Una vertenza in cui si evidenzia che nelle città in cui sono dislocati gli Arsenali più importanti ed in particolare a Brindisi gli stessi sono afflitti da un grave debito manutentivo ed hanno necessità di un adeguamento tecnologico, anche se sembra si voglia prendere una posizione sulla necessità di investimenti strutturali per la tutela del patrimonio siamo fermi agli annunci, una questione che assume notevole rilevanza sul territorio data l’ubicazione ed il valore storico ed architettonico della Base di Brindisi. Riteniamo che sia urgente investire su infrastrutture e piani logistici per il futuro, e a tal proposito, nelle riunioni a cui abbiamo partecipato, abbiamo richiesto che tutto questo venga messo in evidenza e che venga esplicato in un vero e proprio piano industriale, che indichi le risorse e che soprattutto riguardi le persone che verranno impiegate per la realizzazione dei vari progetti e per la conduzione delle normali attività dell’Arsenale in un contesto di aumento dei carichi di lavoro.

Nei vari avvicendamenti al Comando della base di Brindisi nell’esposizione delle autorità militari, è stata espressa una volontà di progettualità per il sito dell’Arsenale di Brindisi, da qui ai prossimi dieci anni ci sono stati esposti una serie di intendimenti che porterebbero questa importante struttura ad avere una nuova dimensione per le attività navali della Marina, questo però si scontra con la realtà attuale dell'Arsenale che vede un progressivo svuotamento delle professionalità ed un aumento dei carichi di lavoro con la diminuzione costante del personale.

Da anni la Fp Cgil di Brindisi tiene i riflettori accesi su quello che rappresenta uno dei maggiori siti produttivi presenti sul territorio se si considera il personale civile, militare e l’indotto, proprio la mobilitazione delle organizzazioni sindacali negli anni ha scongiurato il paventato rischio di chiusura, per poi arrivare alla conquista del suo rilancio con la ritrovata autonomia gestionale.

Dall'assemblea è rivenuto che è urgente investire su infrastrutture e piani logistici per il futuro, e a tal proposito verrà richiesto ad ogni livello dalla Funzione Pubblica CGIL Brindisi che tutto questo venga messo in evidenza e che venga esplicato in un vero e proprio piano industriale, che indichi le risorse e che soprattutto riguardi le persone che verranno impiegate per la realizzazione dei vari progetti e per la conduzione delle normali attività di tutti gli enti e le basi che insistono nel sito Arsenale in un contesto di aumento dei carichi di lavoro.

La Funzione Pubblica CGIL di Brindisi ha sempre evidenziato la necessità di dare continuità alle conoscenze altamente specializzate presenti nel sito di Maristanav Brindisi sia a livello logistico che per quanto concerne il settore della manutenzione delle navi, chiedendo nuove assunzioni e la riattivazione della scuola allievi operai al fine di non disperdere le preziose conoscenze, vogliamo comunque evidenziare che la FP CGIL di Brindisi non accetterà manovre al ribasso relativamente alla platea occorrente con un tentativo di riduzione degli organici con il ricorso ad appalti esterni oltre il necessario e per attività da sempre svolte dal personale civile interno al sito dell'Arsenale, un percorso di privatizzazione che la Funzione Pubblica CGIL Brindisi con la struttura Nazionale della Funzione Pubblica CGIL avverserà con determinazione ad ogni livello.

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La piazza di San vito si prepara ad accogliere il MERCATO DELLA TERRA DELL’ALTO SALENTO organizzato da Slow Food Alto Salento.

Domenica 3 marzo, a partire dalle ore 9.00, piazza Leonardo Leo si trasformerà in un luogo di incontro, gusto e conoscenza in compagnia degli espositori che avranno cura di raccontare e far conoscere i loro prodotti sostenibili e rispettosi dell’ambiente che vanno dalle farine ai formaggi, dal miele alla pasta fresca, dalle conserve ortofrutticole allo zafferano fino ad arrivare all’olio e al pomodoro.

E poi naturalmente i PRESÌDI SLOW FOOD: il capocollo di Martina Franca, i pomodori Regina di Torre Canne, il pomodoro fiaschetto di Torre Guaceto, il confetto riccio di Francavilla Fontana oltre ai produttori del presidio Slow Food degli Ulivi Secolari.

In particolare saranno presenti: Azienda Agricola Pietrasanta, Salumi Martina Franca SRL, Masseria Agricola Olère, Azienda Agricola Calemone in Torre Guaceto, Caseificio Lanzilotti, Tatamà - Azienda Agricola, La caseddha, Masseria Foggelle, Locanda di nonna Mena, Antica tradizione dolciaria di Nicola Tardio, l'Orto di Don Giulio, Agricola Sifè, Presidio Slow Food del Pomodoro Regina di Torre Canne, CAVI Cooperativa Allevatori Valle d'Itria, Emalu Pasticceria, Bio Solequo Coop - I Giardini della Grata e Antica Masseria Caroli.


Ad arricchire il cuore di San Vito vi sarà ANTIGUA, che per l’occasione cambia location, passando da consueto appuntamento di Ex Fadda l centro della Città.
Il mercatino del vintage dell’antiquariato e delle pulci con espositori provenienti da tutto il Salento riunisce esperti antiquari, appassionati di vintage, venditori di libri e fumetti usati, commercianti di oggetti di modernariato che si disporranno per le vie del centro, all’ombra del Castello Dentice di Frasso.

Una particolare attenzione sarà dedicata ai bambini con un laboratorio a cura di COOPERATIVA THALASSIA e INFOPOINT SAN VITO: un angolo di natura in centro città in cui i bambini potranno cimentarsi con semi, colori e carta per dar vita al loro piccolo giardino per le api e gli insetti impollinatori.

Protagonista della mattinata sarà il buono, pulito e giusto:


«Il cibo è ben più che un semplice prodotto da consumare: è felicità, identità, cultura, convivialità, nutrimento, economia di territorio, sopravvivenza.» (Carlo Petrini)

Il MERCATO DELLA TERRA DELL’ALTO SALENTO è organizzato con il patrocinio ed il supporto dell’Amministrazione Comunale di San Vito dei Normanni.

Vi aspettiamo numerosi, per un mercato Slow.

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Ha preso avvio a Mesagne la rigenerazione del rione Zecchino con la ristrutturazione dell’ex mattatoio comunale, un’area di 4500 metri quadrati, dove si svilupperà un progetto di animazione sociale e di comunità con l’implementazione di nuovi servizi di quartiere. L’investimento del primo step è di 505mila euro cui seguirà un secondo step di finanziamenti per 1 milione e 300mila euro. Complessivamente 1milione e 805mila euro grazie ai quali saranno realizzate attrezzature culturali e sociali di quartiere che rigenereranno il volto del rione Zecchino. Nello specifico sarà realizzata una giocoteca a tempo, ossia un servizio di baby parking/sitting a ore con spazi destinati al gioco ed al relax dei bambini. Inoltre sarà realizzato un centro di animazione di comunità. Nell’area dell’ex mattatoio saranno realizzati due nuovi fabbricati per l’allocazione di nuovi servizi di quartiere: il primo, in un edificio di superficie pari a circa 130 metri quadrati, sarà destinato ad hub territoriale per il supporto alle start up innovative; il secondo edificio anch’esso di circa 130 metri quadrati sarà destinato ad uno spazio di co-working, per imprese e professionisti. Infine, sarà realizzato un parco attrezzato.rendering_mattatoio_comunale3.png

“Hanno preso avvio i lavori con cui si abbatterà il corpo centrale del vecchio Macello e si restaurerà la struttura anteriore, splendido esempio di archeologia industriale risalente agli anni ’30 - ha spiegato il sindaco Toni Matarrelli -. Qui si realizzerà uno spazio sociale dedicato in prima battuta ai bambini, poi - anche grazie a un finanziamento ottenuto dall’Agenzia di Coesione, per i giovani e i loro talenti, che potranno usufruire di spazi per il coworking e per la creatività. Questo quartiere avrà presto un volto nuovo, anche in virtù di altri finanziamenti, uno dei quali consentirà la realizzazione di una pista di atletica. Intanto, l’intera città pullula di cantieri, tutti destinati a rendere Mesagne ancora più bella, più funzionale, più attrattiva”. A seguire i lavori c’è l’assessore ai Lavori pubblici, Roberto D’Ancona: “La riqualificazione dell’area comunale e la successiva riorganizzazione dello spazio in quattro luoghi destinati al gioco, verrà completata grazie ad una nuova distribuzione delle attrezzature ludiche esistenti e all’integrazione con nuovi giochi. La scelta delle nuove attrezzature è stata guidata dall’obiettivo di aumentare il tema dell’inclusività oltre che quello dell’attrattività della zona”. Infine, in queste ore il Comune ha acquistato un terreno limitrofo all’ex mattatoio per realizzare una pista di atletica e altre pertinenze sportive a servizio della città. Il progetto esecutivo è già pronto.

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Arpal Brindisi- 52 annunci di lavoro per 138 figure professionali: è il dato registrato nella settimana dall’ 1 al Marzo relativamente alla ricerca di personale nell’ambito territoriale di Brindisi ed inserito nel Report settimanale appena pubblicato, visionabile al seguente link: undefined. Le offerte, consultabili sul sito o sull'app “LavoroxTe Puglia”, sono quotidianamente aggiornate e monitorate dagli operatori dei Centri per l’impiego e veicolate anche tramite la pagina Facebook “Centri impiego Brindisi e provincia”, attraverso la quale è possibile restare sempre aggiornati sugli annunci di lavoro attivi e sugli eventi di orientamento organizzati su tutto il territorio.

Questa settimana si registrano 67 posti vacanti nel settore ristorazione su Brindisi e provincia, pulizie 17, edilizia 13, commercio 11, servizi alla persona 6,  manutenzione 6, sanità 4, tecnico 3, impiantistica elettrica 3, amministrativo 3, metalmeccanico 2, energetico 1, tessile 1, contabile 1. 

Le opportunità di impiego all’estero tramite la rete EURES sono numerose: si ricerca personale soprattutto nel settore alberghiero e della ristorazione.

Sempre aggiornata, inoltre, la sezione dedicata ai corsi di formazione per diplomati e disoccupati, cui si uniscono le opportunità offerte con i programmi Garanzia Giovani e NEET.

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“Sanofi/Euroapi mantenga gli impegni assunti e investa anziché scappare”. Il disimpegno dal territorio annunciato da Euroapi, mediante la messa in vendita dello stabilimento di Brindisi, preoccupa per le modalità e soprattutto per il negativo impatto socio-economico che può scaturire da tale ipotesi.

È davvero singolare, poi, che da quando la multinazionale Sanofi ha riconvertito la compagine societaria dello stabilimento brindisino in Euroapi srl mantenendo, almeno all’inizio a quanto risaputo, il pieno controllo della stessa società neocostituita, le condizioni siano rapidamente peggiorate.

All’epoca della riorganizzazione societaria, è evidente, fu concessa eccessiva fiducia nelle prospettive annunciate e nelle promesse di rilancio dello stabilimento di Brindisi. Forse, ancora una volta i vertici di Sanofi/Euroapi, pensano di irretire l’opinione pubblica con comunicati finalizzati ad indorare la pillola nascondendo scenari più cupi e drammatici. Non ci stiamo.

È doveroso ricordare e sottolineare che lo stabilimento di Brindisi del gruppo Sanofi/Euroapi è tra gli opifici maggiormente finanziati dalla Regione Puglia e da Puglia Sviluppo, e quindi con soldi pubblici, tramite accordi di programma e contratti di sviluppo finalizzati a potenziare la produzione.

Perciò Sanofi seppur schermata da Euroapi ha l’obbligo, non solo morale, di investire le risorse necessarie a rilanciare la produzione a Brindisi.

Per questo non faremo sconti e non ci faremo nuovamente abbindolare, favorendo questa volta la fuga di Sanofi/Euroapi.

Chiederemo l’immediato intervento della Regione Puglia proprio nei confronti di Sanofi/Euroapi a tutela del futuro dell’impianto di Brindisi e della stabilità lavorativa dei dipendenti, affinché vengano mantenuti gli impegni assunti a fronte di cospicui finanziamenti regionali ricevuti negli scorsi anni.

Francesco Cannalire segretario cittadino Pd Brindisi e capogruppo consiliare Brindisi

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Sarà presentata sabato 2 marzo alle ore 11.30 presso la sweet-room di Emalu Pasticceria in via Brindisi, 136 a San Vito dei Normanni, “Teresina”, la colomba di Don Lionardo. Mentre si smussano gli ultimi angoli organizzativi del “Barocco Festival Leonardo Leo 2024”, vetrina dell’inestimabile patrimonio di bellezza musicale nel segno di Leonardo Leo, la direzione artistica tiene viva l’attesa con altre iniziative collaterali. La proposta artistica è prodotta dalla Città di San Vito dei Normanni che, con la Città di Brindisi, il Ministero della Cultura e la Regione Puglia - sostiene Silvana Errico, sindaco della città natale di Leo -, «offrono uno degli appuntamenti più in vista e riconosciuti dal territorio regionale e nazionale, nel segno di Leonardo Leo, della Scuola Napoletana e dei più affermati interpreti del repertorio barocco».

Con “Talenti all’Organo 2024” in corso (sabato 2 marzo a Brindisi nella chiesa San Vito martire si terrà il terzo appuntamento), la direzione artistica del “Barocco Festival Leonardo Leo”, la produzione del Festival e la Emalu Pasticceria di San Vito dei Normanni, presentano sabato prossimo “Teresina”, la colomba di Don Lionardo, un prodotto artigianale di alta qualità che racconta di una terra, dei suoi sapori, della sua storia, della sua Cultura come quella di Leonardo Leo che impresse nella musica nell’epopea della grande della Scuola Napoletana, con gli stessi caratteri decisi e appassionati. Musica e sapori originali, un connubio che sposa appieno la mission del Barocco Festival nella sua azione a 365 gradi per il recupero della musica e di divulgazione della figura leana creando opinione. «In una parola - ha detto il direttore artistico, Cosimo Prontera - il territorio, che in estate si popola di turisti stanziali e non, oltre che di tutti noi, deve innamorarsi, appassionarsi a Don Lionardo che certamente ricambierà con la sua musica».

“Teresina” va ad aggiungersi a quella linea di alta pasticcera “firmata” Don Lionardo, che sarà completata entro la fine dell’anno con altri due prodotti, punti di forza della produzione dolciaria di Emalu. «Abbiamo avuto il permesso dalla direzione del conservatorio napoletano di utilizzare l’iconica immagine di Leo - ha concluso Cosimo Prontera - con il compiacimento dell’idea divulgativa e per le indirette importanti finalità riguardante il “Maestro napolitano”». “Teresina” era il nome della compagna della vita di Leonardo Leo: i due giovani si unirono in matrimonio il 14 giugno del 1713. Teresa Losi, sorella di due compagni di Leonardo al conservatorio della Pietà de’ Turchini, aveva 17 anni mentre lui ne aveva 19. Andarono a vivere nel distretto di Sant’Anna a Palazzo a Napoli e dalla loro unione nacquero cinque figli: Rosa (1741); Gaetano (1716); Gennaro (1717); Pasquale (1721); Maria Maddalena (1724). La confezione che avvolge “Teresina” riprende il manoscritto di un mottetto di Leo che nel finale scrive un’Alleluia, testo di gioia tipico delle celebrazioni pasquali.

«La Cultura ha molteplici punti di vista - ha detto Luca Marangi - e il Festival le racconta ripercorrendo il viaggio di uno degli attori della nostra terra. Siamo felici di contribuire con un’altra radice culturale, come una colomba, che contiene non solo i sapori originali e tradizionali, ma anche una ricetta e una manualità che si ritrovano nel tempo passato. Spero che questi sapori abbiano lo stesso destino di popolarità e di riconoscimento di Don Lionardo. “Teresina”, la colomba di Don Lionardo, è soffice e tanto delicata, dal profumo fresco e primaverile. Preziosi cubetti di limoni di Sorrento semicanditi al naturale e scorzette di agrumi freschi incontrano una fragrante glassa alle mandorle, tutte pugliesi, in un connubio perfetto».

La linea dei dolci dedicata Don Lionardo nasce da una felice intuizione tra la produzione del Festival, curata da Monica D’Ambrosio, condivisa con Luca Marangi, ideatore del marchio Emalu. La prima produzione, “Pastorello”, il panettone di Don Lionardo, ha esordito con riconoscimenti lusinghieri affrontando il mercato viennese, quello di Bordeaux, Bruxelles e di Linz, oltre a quello italiano. I prodotti, la cui commercializzazione sosterrà il “Barocco Festival Leonardo Leo” nella produzione di un cd, sono acquistabili anche online all’indirizzo www.emalupasticceria.it e in altri punti vendita. Per tutte le info, T. 347 0604118.

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