Redazione

A proposito del disegno di legge ‘sicurezza’ in discussione in Parlamento, il portavoce e il coordinamento della Conferenza nazionale dei Garanti territoriali dei detenuti: «rischiamo norme di dubbia legittimità costituzionale e un impatto esplosivo sul sistema penitenziario»

  

Il Portavoce e il Coordinamento della conferenza nazionale dei garanti territoriali delle persone private della libertà personale esprimono ancora una volta preoccupazione per lo scollamento tra la realtà drammatica delle carceri italiane e i provvedimenti normativi già promulgati o in corso di approvazione. Sovraffollate e con un numero altissimo di suicidi tra persone detenute e agenti di polizia penitenziaria, le carceri sono una polveriera: esasperazione, abbandono e indifferenza verso il modo dell’esecuzione della pena, che non può consistere in trattamenti contrari al senso di umanità, fanno di questo momento storico il più delicato dopo la sentenza “Torreggiani” della Corte europea dei diritti dell’uomo. Più di ottomila persone detenute, che devono scontare un residuo di pena inferiore a un anno, potrebbero uscire dal carcere con interventi mirati – come, ad esempio, la c.d. liberazione anticipata “speciale” – che il Parlamento non sembra voler prendere in considerazione.

Abbiamo così, per un verso, i rimedi omeopatici di scarso o nessun impatto nel breve periodo introdotti dalla legge 8 agosto 2024, n. 112, e, per l’altro, le temibili disposizioni e nuove fattispecie di reato previste dal disegno di legge sulla sicurezza pubblica in corso di votazione in Parlamento.

L’approvazione, solo qualche giorno fa, dell’art. 12 che cancella il differimento obbligatorio della pena per donne in gravidanza e madri di minori di un anno rappresenta un enorme passo indietro rispetto alla tutela della maternità e dell’infanzia, ed è in netto contrasto con i pronunciamenti sul tema della Corte costituzionale e delle convenzioni internazionali.

Per quanto attiene alle norme sul rafforzamento della sicurezza all’interno degli istituti penitenziari e nelle strutture di trattenimento e accoglienza per i migranti, anche qui si evidenzia la logica securitaria che permea l’intero provvedimento normativo perseguendo l’obiettivo della criminalizzazione di ogni forma di dissenso. L’idea di fondo è che ogni specie di dissenso contro l’autorità costituita o le istituzioni totali debba essere punita con esemplare severità. 

Siamo preoccupati per la formulazione del nuovo art. 415 bis c.p., che – se approvato - punirebbe la pacifica protesta all’interno di un istituto penitenziario ancor di più se nella forma aggravata.

Lo stesso problema si riscontra anche rispetto al parallelo art. 14 T.U. immigrazione come riformulato dal disegno di legge in esame, che punisce con la reclusione da uno a sei anni chiunque – durante il trattenimento o la permanenza nelle strutture per i migranti – promuove, organizza o dirige una rivolta mediante atti di violenza o minaccia o mediante atti di resistenza anche passiva agli ordini impartiti. Il fatto deve essere commesso da tre o più persone riunite e prevede la punibilità per la mera partecipazione.

Risulta assai grave l’assimilazione, sul piano del disvalore di condotta, tra violenza, minaccia ed atti di resistenza passiva: difficile, peraltro, anche sul piano logico, immaginare una rivolta pericolosa che consista in atti di mera disubbidienza civile. Sarà quindi criminalizzato lo sciopero della fame portato avanti da tre o più detenuti? Il tenore delle norme non consente di escluderlo.

Ci auguriamo che il Ministro della Giustizia intervenga prima che il Parlamento approvi in via definitiva disposizioni dall’impatto esplosivo e di dubbia legittimità costituzionale.

Il portavoce

Samuele Ciambriello, Garante regione Campania 

 

Il Coordinamento 

Bruno Mellano, Garante regione Piemonte 

Valentina Calderone, Garante comune Roma 

Valentina Farina, Garante provincia Brindisi 

Giuseppe Fanfani, Garante regione Toscana 

Francesco Maisto, Garante comune Milano 

Veronica Valenti, Garante comune Parma 

 

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Nell’ambito dei servizi disposti dal Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi, mirati a innalzare il livello di prevenzione dei reati e incrementare una cornice di sicurezza, nei giorni scorsi, i Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni hanno svolto un servizio straordinario di controllo del territorio a Ceglie Messapica. In tale contesto hanno:

a.        denunciato in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria una persona, per porto ingiustificato di un coltello, rinvenuto nella sua autovettura in seguito a un approfondito accertamento durante un controllo alla circolazione stradale;

b.        confiscato un veicolo e ritirato la patente di guida al conducente poiché sorpreso alla guida in stato di ebrezza in conseguenza dell’uso di bevande alcoliche;

c.        segnalato all’Autorità Amministrativa, per detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale:

-          un 42enne di Ostuni poiché, controllato mentre si trovava alla guida di un’autovettura, è stato trovato in possesso di sostanza stupefacente del tipo cocaina. Nella circostanza, al conducente è stata ritirata la patente di guida;

-          un 18enne di Ceglie Messapica poiché è stato trovato in possesso di oltre 2 grammi di hashish;

-          un 15enne di Ceglie Messapica, trovato in possesso di hashish;

-          un 44enne di Modugno (BA), trovato in possesso di hashish;

-          una 20enne di Ceglie Messapica, trovata in possesso di marijuana.

Gli stupefacenti rinvenuti sono stati sottoposti a sequestro.

Complessivamente sono stati eseguiti 7 controlli a persone sottoposte a misure di sicurezza e prevenzione, identificate 30 persone, controllati 18 automezzi, effettuate 5 perquisizioni, confiscato un veicolo, ritirate 2 patenti di guida ed elevate varie contravvenzioni al Codice della Strada.

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Inaugurato oggi pomeriggio il Centro residenziale per Cure palliative e terapia del dolore (Hospice) del Presidio territoriale di assistenza di Mesagne. A tagliare il nastro il presidente della Regione Michele Emiliano, il presidente della Provincia e sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli, e il direttore generale della Asl Brindisi, Maurizio De Nuccio. Il centro ha ricevuto l'accreditamento istituzionale nei giorni scorsi, con un iter che ha coinvolto il Dipartimento di Promozione della salute della Regione Puglia, l’Aress e il Dipartimento di Prevenzione della Asl. 
 
“Brindisi e in particolare Mesagne - ha dichiarato Emiliano - dispongono dell'Hospice probabilmente tra i più moderni e attrezzati d'Italia. È stato uno sforzo che la Asl Brindisi ha prodotto anche in favore dei cittadini di regioni e di province limitrofe. Si tratta di una struttura che offre rispetto in un momento che tocca tutti, ma che può cambiare moltissimo dal punto di vista della dignità se viene vissuto nella maniera più adatta. Quello della Asl Brindisi è un atto di grande lungimiranza. Come Regione Puglia abbiamo sostenuto questo impegno della Asl in tutti i modi possibili, proprio per consentire il rafforzamento con una struttura che non è facile trovare altrove e che qualifica una realtà, come l'ospedale di Mesagne, che ha svolto nel passato una funzione molto rilevante e che adesso avrà un ruolo ancora più importante proprio per la particolare eccellenza che è stata conferita a questa struttura”. 
"Questo Hospice - ha sottolineato il direttore generale Maurizio De Nuccio - è un centro all'avanguardia per le cure palliative e potenzia la rete di servizi della Asl. Una struttura di cui il territorio brindisino aveva fortemente bisogno per garantire la continuità assistenziale a pazienti e familiari. Grazie all'équipe multidisciplinare i pazienti potranno ricevere assistenza dal punto di vista medico, farmacologico, psicologico e sociosanitario". 
“È il primo Hospice in terra di Brindisi -ha aggiunto Matarrelli - ed era necessario che nella nostra Asl fosse aperta una struttura di questa natura perché anche nel percorso finale della vita è fondamentale che ci sia un’assistenza attenta e amorevole che garantisca la giusta dignità ad ogni individuo: è una questione di civiltà”.  
L’Hospice, gestito dalla cooperativa sociale La Rondine, ha dodici stanze di degenza e occupa il terzo piano del Pta di Mesagne, su una superficie di circa 2mila metri quadri. Oltre alle stanze per pazienti e accompagnatori, il centro ha una zona con reception e uffici, il bar, la cucina e un soggiorno polivalente. Un’area è dedicata alle terapie, con una sala d’attesa e una stanza per colloqui. Accanto a queste, la struttura ha uno spazio per prestazioni in regime diurno, una sala multisensoriale e un locale per idroterapia. 
 Alla cerimonia hanno partecipato anche il direttore sanitario della Asl Vincenzo Gigantelli, il direttore amministrativo Loredana Carulli, i consiglieri regionali Maurizio Bruno e Mauro Vizzino. Erano presenti il direttore del Dipartimento di Prevenzione, Stefano Termite, il direttore del Distretto sociosanitario 3, Gabriele Argentieri, il direttore del reparto di Oncologia medica dell'ospedale Perrino, Saverio Cinieri, il direttore dell'Oncologia del Camberlingo di Francavillla Fontana, Palma Fedele, il dirigente responsabile Unità operativa Cure palliative Asl e referente aziendale dell'Hospice, Vito Fumai, il direttore dell'area tecnica ASL, Sergio Rini, la referente Farmacia territoriale del Pta, Marialuisa De Nigris, il consigliere per la Sanità del presidente della Regione, Tommaso Gioia e i rappresentanti delle associazioni di volontariato.

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La UGL Salute di Brindisi esprime preoccupazione per i servizi di front office dell'Azienda Sanitaria di Brindisi. Dopo aver contestato l'utilizzo inappropriato di risorse per servizi non previsti dalla delibera di affidamento alla Società partecipata, ora affronta la questione della carenza o assenza di fornitura di materiale di consumo.
 
Il Segretario Provinciale della UGL Salute di Brindisi, Alessandro Galizia, esprime profonda amarezza: "È inaccettabile osservare sportelli chiusi per carenza di materiale di consumo o per utilizzo non adeguato di risorse per funzioni non originariamente previste. Questo dimostra poca attenzione verso l'utenza che si interfaccia con servizi di primo contatto del SSR. Alcune postazioni, come quella del Poliambulatorio di San Pietro Vernotico, Fasano e del Presidio Ospedaliero di Ostuni, sono attualmente operative al 50%".
 
L'organizzazione sindacale ha seguito con grande attenzione l'ultimazione delle procedure per il reclutamento di nuovo personale, ma punta il dito verso la disorganizzazione che affligge i servizi di front office. 
 
"Non possiamo rimanere impassibili davanti a tale improvvisazione e disorganizzazione. Chiediamo interventi urgenti", conclude Galizia.

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Centro riabilitazione Ceglie. Amati: “Finalmente. ASL BR risponde a licenziamento collettivo con pubblicazione avvisi di reclutamento personale. Comincia la nuova era a gestione pubblica”

Comunicato del consigliere regionale, Fabiano Amati. 

“Finalmente. Dopo mille traversie, durissime controversie e il licenziamento collettivo, deciso dalla Fondazione San Raffaele, del personale sanitario e non sanitario del Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica, la ASL di Brindisi ha messo oggi in pubblicazione gli avvisi per il reclutamento, prima a tempo determinato e poi a tempo indeterminato, del personale necessario a garantire la gestione pubblica del Centro. Comincia così una nuova era e ringrazio con riconoscenza la gran parte del personale del Centro di riabilitazione, che senza alcun timore si è messo a fianco dell’amministrazione pubblica per raggiungere questo importantissimo risultato, sostenendomi anche nei momenti più bui. 
“Ringrazio il Presidente della Regione Michele Emiliano che in questi mesi non ha mai abbandonato la volontà di raggiungere il risultato e mi ha incoraggiato in tutta la battaglia. 
“Ringrazio il DG della ASL di Brindisi Maurizio De Nuccio e tutti i dirigenti aziendale. 
“Ringrazio i dirigenti regionali che hanno collaborato in questi mesi alla migliore risuscita dell’iniziativa - Vito Montanaro, Mauro Nicastro, Vito Carbone e Antonella Caroli - e attraverso loro tutti i funzionari. 
“Ringrazio gli avvocati della Regione Rossana Lanza e Paolo Scagliola, e gli avvocati della ASL Michele Dionigi e Gabriele Garzia.” 

 

AC, Mammografi e Grandi macchine. Amati: “Violata legge su flussi informativi e quindi non sappiamo numero di macchine obsolescenti in uso, con conseguenze ingiuste diagnosi” 

Comunicato del presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione, Fabiano Amati. 

“Non sappiamo il numero complessivo delle grandi macchine di cui disponiamo (Tac, Pet, Risonanze magnetiche, Acceleratori lineari, Mammografi, ecc.) nel settore pubblico, tra gli incaricati di pubblico servizio accreditati e nel settore del privato non accreditato; non sappiamo la loro eventuale obsolescenza e quindi la necessità di dismetterle; non siamo in grado di calcolare le eventuali e clamorose disuguaglianze nelle diverse diagnosi. Una vicenda gravissima su cui abbiamo cominciato oggi un approfondimento, sotto la guida saggia e competente di Concetta Ladalardo e Elisabetta Graps, dirigenti rispettivamente della Regione e dell’ARESS.  Allo stato risultano registrate in totale 562 apparecchiature attive, di cui 284 pubbliche e 278 private, ma la registrazione dei flussi si presenta a macchia di leopardo, ossia con differenze tra ASL e ASL.
"Appare, in buona sostanza, un flusso non accurato e quindi una notevole difficoltà di valutazione e un’obsolescenza elevata. Bisogna tener presente che una tecnologia si reputa affidabile se non supera il range temporale di 5 anni per il 60 % del parco tecnologico, quello tra i 6 e i 10 anni per il 30 % del parco e quello oltre i 10 anni per il 10 % del parco. 
"Lunedì prossimo sentiremo tutti i direttori delle aree cliniche delle aziende sanitarie e degli IRCCS per indurre all’aggiornamento di dati sui flussi informativi e quindi alla conseguente disattivazione delle macchine obsolescenti. È una questione di giustizia ed equità.”

 

Aree idonee rinnovabili. Amati: “La sicurezza ambientale è un interesse prevalente. Bene l’impegno Giunta ad adottare ddl entro prossima settimana” 

Comunicato del consigliere regionale Fabiano Amati. 

“La sicurezza ambientale è un interesse prevalente della nostra Regione e perciò abbiamo il dovere di aggiungere i nuovi 7 GW alla nostra capacità di produzione energetica da fonti rinnovabili. 
"In questo senso l’audizione di oggi ha prodotto notizie positive e approvo l’impegno della Giunta regionale ad adottare il disegno di legge nel termine massimo della prossima settimana, così da consentire l’esame in Aula prima della sessione di Bilancio, evitando il rischio di commissariamento. 
"La circostanza che siano stati ridotti tutti i conflitti, molti di natura culturale e in contrasto con la sicurezza ambientale, a cominciare da quelli che ricostruiscono la tutela paesaggista in un processo valutativo ampiamente discrezionale e scarsamente tipizzato, fa ben sperare sul rispetto della tempistica e degli obiettivi. 
"Ringrazio i direttori dei Dipartimenti Sviluppo economico e Ambiente e paesaggio Gianna Berlingerio e Paolo Garofoli, nonché la funzionaria della sezione coordinamento servizi territoriali Grazia Nardelli.”

 

Tumore al cervello. Amati: “C’è un dispositivo costoso e fuori dai LEA che allunga la vita di circa 4 mesi; è giusto negarlo? È una questione lacerante che stiamo approfondendo. Rinvio a lunedì prossimo” 

Dichiarazione del presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione, Fabiano Amati. 

“C’è un dispositivo (Optune) in grado di allungare la vita dei pazienti affetti da glioblastoma, un aggressivo tumore al cervello, che ha un costo di 21 mila euro, oltre IVA, e cha allo stato non è possibile erogare gratuitamente perché non inserito nei Livelli Essenziali d’Assistenza. Questo dispositivo, consistente in un casco con peso di 1 kg da indossare per 18 ore al giorno e su capo completamente rasato, fa ottenere un vantaggio di almeno 4 mesi di vita ulteriore. 
"È chiaro che ci sarebbero diversi modi amministrativi per superare il limite di extra LEA del dispositivo, ma su questo è risultata utile la valutazione molto competente offerta dai clinici dell’IRCCS Giovanni Paolo II Nicola Silvestris, Loredana Palermo e Oronzo Brunetti, dalla rappresentante dell’ARESS Elisabetta Graps e dal dirigente regionale competente per i dispositivi Paolo Stella. 
"Gli aspetti che oggi sono stati chiariti riguardano la funzione del dispositivo, la sopravvivenza libera da progressione malattia (da 16 a 21 mesi) e la tollerabilità in termini di tossicità ma non di fastidio. Su tutto ciò, ovviamente, emergono pure valutazioni sul costo-efficacia. Il parametro utilizzato di solito su questo aspetto è il limite massimo di 60 mila euro per anno di vita guadagnato, che nel caso del dispositivo in discorso schizzerebbe, invece, a 500 mila euro per anno guadagnato, ossia ben oltre ogni limite. 
"È chiaro che la prescrizione del dispositivo non può essere decisa solo in base al parametro del prezzo, e su questo si auspica una rimodulazione con l’azienda produttrice, ma sulla base di una valutazione meramente clinica operata dagli specialisti medici e concordata con i pazienti. Su questo punto approfondiremo ogni valutazione lunedì prossimo. 
Resta comunque il fatto che la lotta alla malattia e pure l’innovazione tecnologica sono in grado di aprire a interrogativi fortemente laceranti per la scienza e per la coscienza, rispetto ai quali la risposta dei clinici e dei politici non può mai consistere nell’evitare di pensarci e quindi lasciare sulle spalle dei malati e dei pazienti il pesante fardello.”

Per la seconda giornata di campionato la Rossotono Mesagne ospita la Valentino Castellaneta, squadra costruita con l’obiettivo dichiarato di centrare la promozione in Serie B interregionale. Non l’avversario più comodo per rialzarsi dopo la battuta d’arresto di Foggia, quindi, considerando il 104-62 rifilato dai tarantini al malcapitato Barletta nel primo turno e tenendo conto del livello del roster ospite, che annovera tra gli altri la presenza dello spauracchio Staselis, autore di 30 punti all’esordio. 

 
Coach Olive sceglie in avvio Stella, Piscitelli, De Ninno, Kalan e Mazzullo, mentre coach Luisi risponde con De Bartolo, Laghi, Staselis, Migliori e Vorzillo. La scelta di Olive di partire con Piscitelli appare chiara fin da subito: il play giolloblu si piazza “a uomo” su Staselis con l’obiettivo di togliere fiato ed idee all’asso lituano. Nei primi minuti c’è grande equilibrio e le difese hanno la meglio sui rispettivi attacchi. Alla tripla di Staselis risponde Kalan sempre dalla lunga distanza. Il primo strappo lo dà Vorzillo per il break del 3-7 ospite, ma nuovamente Kalan e successivamente Stella segnano il primo vantaggio Virtus sull’8-7. Nella fase centrale del quarto, la Rossotono difende benissimo chiudendo le linee di passaggio e costringendo spesso al tiro da fuori il Castellaneta. Ne viene fuori un parziale gialloblu di 8-0 chiuso da Vorzillo sul finale di tempo (20-13).
 
Il secondo quarto inizia con un prepotente ritorno degli ospiti che si portano sul 23-25 imponendo un break di 3-12 in appena tre minuti. Olive passa a uomo e la scelta riesce a limitare le offensive tarantine. Una bella penetrazione di De Ninno mette nuovamente la freccia per la Rossotono e, tra continui capovolgimenti di punteggio, all’intervallo il tabellone recita 37-36 per la Virtus. 
 
Alla ripresa Ojo, il migliore dei suoi, apre un nuovo break ospite (2-8) chiuso da Kalan con una tripla da lunghissima distanza. Sul 42-44 la partita, che sembrava essere tornata in equilibrio, si spegne nuovamente sotto i colpi di uno scatenato Ojo e grazie ad una difesa ospite aggressiva ma spesso al limite. Sotto di 13 punti, sul 50-63, coach Olive mischia le carte inserendo Qittane e Mucenieks che danno il via alla rimonta d’orgoglio gialloblu. Alla sirena la Rossotono si trova sul 58-63 grazie ad un parziale aperto di 8-0.
 
Il break intrapreso nel tempo precedente ha seguito nell’ultimo quarto, con il Castellaneta sorpreso dall’aggressività della Virtus e molto penalizzato dall’uscita momentanea di Ojo per quattro falli. Nella fase centrale del gioco si susseguono ripetuti sorpassi e controsorpassi, fino a quando Stella sferra agli ospiti la spallata che decide la gara. Il capitano messapico gioca un finale di gara perfetto, trascinando i compagni verso un’impresa sportiva che sembrava improbabile fino a metà del quarto precedente. La Rossotono tocca il +11 sull’81-70 e a nulla vale il tentativo di rimonta del Castellaneta che si spegne sull’83-76 finale, scatenando la festa del pubblico mesagnese numeroso e festoso. 
 
La stupenda vittoria della Rossotono ha due chiavi di lettura: la prima è tattica, con coach Olive che riesce a limitare Staselis alternando su di lui marcature attente e asfissianti; la seconda è sportiva ed emotiva, con un Mauro Stella sugli allori che nel momento di massima difficoltà si prende sulle spalle la responsabilità dei tiri più caldi. Ottimo Kalan, come a Foggia, bene De Ninno in particolare nel finale. Decisivi Qittane e Mucenieks, che sorprendono gli avversari per aggressività e impeto agonistico. Il Castellaneta è, di fatto, due squadre: una con e una senza Ojo. L’uscita momentanea della guardia tarantina spegne la fantasia sotto canestro dei biancorossi accendendo la squadra ed il pubblico di casa. 
 
Mesagne: Stella 18, Piscitelli 3, Qittane 12, Mucenieks 7, Kalan 18, De Ninno 16, Berdychevskyi 5, Angelini 0, Ndoye 0, Carriero n.e., Mazzullo 4. All. Olive, Ass. Carone.
 
Castellaneta: Ojo 28, Laghi 2, Staselis 8, Clemente n.e., Palmisano 0, Basile n.e., De Bartolo 5, Iannelli 12, Vorzillo 15, Casarola 0, Migliori 6. All. Luisi. Ass. Cosentino.

Puglia a segno con il 10eLotto. La vincita più alta di venerdì 11 ottobre, come riporta Agipronews, arriva da Bari, dove è stato messo a segno un 9 da 100mila euro, a cui si aggiunge, per il concorso di sabato 12, il 7 Doppio Oro da 5mila euro centrato a Laterza, in provincia di Taranto. L'ultimo concorso del 10eLotto ha distribuito premi per oltre 12,3 milioni di euro in tutta Italia, per un totale di oltre 3 miliardi da inizio anno.

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SICCITÀ: COLDIRETTI PUGLIA, NON SI PLACA MORSA IN PUGLIA CON -72% ACQUA; A RISCHIO ANCHE SEMINE CEREALI E ORTAGGI.

 Non accenna a placarsi la morsa della siccità in Puglia, con temperature al di sopra della media stagionale e l’assenza di piogge, per cui manca il 72% di acqua negli invasi rispetto all’anno scorso e sono a forte rischio anche le semine di cereali e ortaggi. A denunciarlo è Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell’Osservatorio ANBI sulle risorse idriche che registra solo 40,83 milioni di metri cubi di acqua nei 4 invasi pugliesi della Capitanata Occhito, Capacciotti, Osento e Capaccio, rispetto ai 148 milioni di metri cubi di acqua presenti nello stesso periodo dell’anno scorso.

L’assenza di piogge mettono a rischio le semine di cereali, legumi e ortaggi, i pascoli risultano compromessi e gli ortaggi già piantati non riescono ad entrare in produzione – denuncia Coldiretti Puglia – ma sono a rischio anche gli agrumi che hanno subito una grave siccità, mettendo a repentaglio il futuro raccolto.

Per questo è determinante che ci sia un’accelerata sull’iter della richiesta di stato di calamità avanzata dalla Regione Puglia al Ministero dell’Agricoltura per i gravi danni causati dalla siccità che hanno superato 1 miliardo di euro nelle campagne pugliesi, con il forte pressing di Coldiretti che nei mesi scorsi ha denunciato quotidianamente lo stato di crisi delle aziende agricole, verificatasi nei territori dei comuni delle province di Foggia, Bari, BAT, Brindisi, Taranto e Lecce, al fine di consentire l’accesso al Fondo di Solidarietà Nazionale.

Per la siccità e le temperature ben al di sopra della norma sin dall’inverno ne hanno fatto già le spese le clementine che sono finite al macero, compromesse – ricorda Coldiretti Puglia - dalla mancanza di acqua che ne ha inibito l’accrescimento, ma anche la produzione di grano per fare pane e pasta risulta dimezzata per effetto della prolungata siccità che ha stretto tutta la regione in una morsa per mesi causando il taglio delle rese. La crisi idrica ha determinato un calo drastico di foraggio verde nei pascoli con l’aggravio dei costi – incalza Coldiretti Puglia -  per l’acquisto di mangimi per garantire l’alimentazione degli animali nelle stalle, ma anche gli apicoltori hanno dovuto dire addio ad oltre 1 vasetto di miele su 2 con le api stremate senza cibo per le fioriture azzerate, con il 60% in meno di raccolta condizionata dal caldo e dalla siccità. Ma a preoccupare – continua Coldiretti Puglia – sono le previsioni della prossima campagna di raccolta delle olive, dove si stima un crollo del 40% rispetto all’anno scorso, con effetti altrettanto gravi sulla produzione di olio extravergine.

La siccità e gli eventi estremi si sono aggiunti al rialzo dei costi di produzione con il risultato che, ad esempio, in una bottiglia di passata di pomodoro da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro oltre la metà del valore (53%), secondo la Coldiretti regionale, che è il margine della distribuzione commerciale che specula con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità. La Puglia è il principale polo della salsa Made in Italy nel Mezzogiorno – aggiunge Coldiretti Puglia - con oltre 19mila ettari concentrati per l’87% proprio a Foggia, leader nel comparto con 3.500 produttori di pomodoro che coltivano mediamente una superficie di oltre 17mila ettari, per una produzione di 20 milioni di quintali. Dati ragguardevoli se confrontati al resto d'Italia con i suoi 50 milioni di quintali di produzione e i 77mila ettari di superficie investita.

L’allarme caldo e siccità si è fatto grave in un 2024 con un estate torrida dopo Il giugno più caldo di sempre, quando secondo i nuovi dati di Isac Cnr i primi cinque mesi dell’anno si collocano in testa alla classifica dei più caldi, con oltre un grado e mezzo in più rispetto alla media dal 1800 ad oggi, un’anomalia di +1,67° al Sud. Un trend che ha candidato il 2024 nella top ten degli anni più roventi negli ultimi due secoli che si concentra nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine il 2023, il 2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020, secondo le elaborazioni Coldiretti.

Ma serve una stretta anche sulla gestione dell’acqua in Puglia – insiste Coldiretti Puglia - dove i campi e le stalle sono stretti nella morsa dell’emergenza siccità, a partire dalla mancanza delle manutenzioni ordinarie e straordinarie per cui comunque agli agricoltori vengono recapitate le cartelle pazze, ma lo stesso vale per le opere irrigue di cui molte sono incomplete, spesso in stato precario, con perdite non più sostenibili e anche gli invasi realizzati hanno necessità di essere riqualificati, ampliati e resi idonei per una moderna distribuzione sull’area regionale. Per Coldiretti Puglia si deve andare anche oltre l’emergenza, perché a causa delle reti colabrodo va perso 1 litro di acqua su 2, uno spreco che non ci si può permettere, dall’efficientamento delle reti di adduzione e scolo al completamento impianti incompiuti, dalla manutenzione straordinaria degli impianti irrigui collettivi, pozzi compresi e delle reti di distribuzione di acqua potabile nelle aree rurali al rinnovo degli accordi con le Regioni Basilicata e Molise, dall’ampliamento e messa a regime di impianti idonei per una moderna distribuzione sull’area regionale alla questione annosa dei consorzi di bonifica commissariati.

Servizio straordinario di controllo del territorio. Arrestate 4 persone per evasione e violazione della normativa sugli stupefacenti e denunciate complessivamente 8 persone per rissa e guida sotto l’influenza di alcool e stupefacenti.

Nell’ambito dei servizi di controllo del territorio disposti dal Comando Provinciale Carabinieri di Brindisi, mirati a innalzare il livello di prevenzione dei reati e incrementare la cornice di sicurezza, i Carabinieri della Compagnia di Francavilla Fontana hanno svolto un servizio straordinario. In tale contesto:

-       a Oria, i Carabinieri della Stazione hanno eseguito:

  • un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali del Tribunale di Brindisi nei confronti di un 29enne. Il giovane deve scontare la pena di anni 3 e mesi 3 di reclusione il delitto di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, commesso in Oria tra i mesi di gennaio e settembre 2021;
  • un ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dal citato Ufficio Esecuzioni Penali nei confronti di un 34enne. L’uomo deve scontare la pena di anni 4 e mesi 10 di reclusione per il medesimo delitto, commesso in Oria tra i mesi di maggio e giugno 2021;

-       a Torre S. Susanna, i Carabinieri della Stazione hanno tratto in arresto due persone per evasione, un 26enne e un 40enne, in quanto, entrambi sottoposti al regime degli arresti domiciliari, nel corso dei controlli sono stati sorpresi fuori dalle rispettive abitazioni senza giustificato motivo;

-       a Francavilla Fontana, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile hanno denunciato:

  • 6 persone di età compresa tra i 20 e i 36 anni per lesioni personali e rissa scaturita per futili motivi;
  • un 47enne, controllato alla guida di un’autovettura in evidente stato di ebbrezza alcolica, accertato mediante l’apparato etilometro che ha confermato un tasso alcolemico superiore al limite consentito;
  • un 38enne, controllato alla guida di un’autovettura sotto l’influenza di sostanze stupefacenti. Le patenti di guida sono state ritirate.

Tali servizi, rientrano nelle attività di contrasto alla criminalità diffusa che il Comando Provinciale dei Carabinieri di Brindisi sta svolgendo in tutta la provincia.

Cambio orario di ingresso alla mostra "Sette secoli d'arte italiana" e al Castello comunale. Si informano i visitatori che intendono accedere alla mostra “Sette secoli d’arte italiana” che nei mesi autunnali e invernali, fino a nuova comunicazione, gli orari di apertura al pubblico del Castello comunale, all'interno del quale la mostra è allestita, saranno i seguenti: tutti i giorni dalle ore 09:00 alle ore 13:00 e dalle ore 16:00 alle ore 20:00; il Castello e la mostra resteranno chiusi al pubblico il lunedì mattina.

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