il resto dei servizi che dovevano essere attuati con il protocollo d’intesa siglato tra Comune e l’Asl il 13 marzo 2017 restano solo scritti sulla carta. Anzi alcuni servizi, rispetto al Piano concordato, pare, siano stati addirittura ridotti, fra questi la piastra ambulatoriale di Oculistica, operativa solo 3 giorni su 6 nelle ore antimeridiane, la radiologia attiva fino alle 14,00 rendendo così impossibile assicurare una diagnostica radiologica al Ppti nelle ore pomeridiane, l’attività di chirurgia a basso rischio ridotta al minimo o addirittura soppressa come nel caso del servizio di chirurgia ortopedica. Ancora inattiva la Tac alla quale dovrebbero sostituire il tubo radiogeno andato fuori uso a causa della sua lunga inattività. Nessuna novità, al momento, sul fronte dell’attivazione dell’Hospice la cui apertura era stata prevista per l’aprile del 2017. Inoltre non sono stati implementati molti servizi al cittadino che avrebbero dovuto favorire una migliore assistenza domiciliare. “Tutto vero – ha esordito Antonio Calabrese, coordinatore di Progettiamo Mesagne - eppure sono stati stanziati 8 milioni di euro per la riconversione della struttura mesagnese che doveva realizzarsi, è bene ricordarlo, entro il 31 dicembre 2017. Riteniamo fondamentale che l’amministrazione comunale, il sindaco in particolare, chieda un rendiconto all’Asl di tutte le attività svolte, dei fondi spesi o da spendere, non fosse altro perché sono soldi pubblici, quindi della collettività, destinati a garantire il fondamentale diritto alla salute”. Insomma, secondo Calabrese una situazione “a dir poco drammatica che si inserisce in un contesto di offerta sanitaria brindisina già molto compromesso, dove, fra l’altro, l’ospedale d’eccellenza, il Perrino di Brindisi, proprio a causa delle mancate attivazioni di alcuni dei servizi di assistenza territoriale e domiciliare, diventa sempre più affollato e difficile da gestire”. Per Calabrese il default della sanità brindisina è da addebitare alla gestione del presidente della Regione Pugli, Michele Emiliano. “La misura è oramai colma da tempo – ha detto - vi è da rivedere con estrema urgenza lo scellerato piano di riordino approvato qualche anno fa dalla giunta Emiliano. Si spera che il senso di responsabilità da parte di tutti gli attori sociali e politici coinvolti prevalga per il bene della nostra comunità”. È passato oramai più di un anno dalla firma del protocollo d’intesa fra la Direzione Generale dell’ASL di Brindisi, la Regione Puglia e il Sindaco Molfetta(13 Marzo 2017) relativa alla riconversione del “San Camillo De Lellis” in un PTA(Presidio Territoriale di Assistenza). Un progetto di riconversione che già allora subì un forte ridimensionamento rispetto alle proposte fatte dal Tavolo Tecnico formato da rappresentanti istituzionali, parti sociali e comitato dei cittadini. Ciò provoco l’indignazione degli aderenti del “Comitato SOS San Camillo” perché a loro avviso si stava realizzando un Presidio Territoriale assolutamente monco, incapace di garantire tutti i servizi di un PTA tradizionale e soprattutto inadeguato a rispondere efficacemente alla richiesta di salute proveniente dal Territorio.
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