È questa la domanda che molti cittadini si pongono circa il futuro ambientale-sostenibile del borgo mesagnese. Sulla vicenda sono intervenuti Antonio Licciulli, ricercatore universitario, ambientalista e ciclofilo, e Piero Pasimeni, operatore turistico. “Il provvedimento di chiusura al traffico del centro storico per sole 3 ore di sera mi pare troppo poco, troppo posticcio, troppo ipocrita. Sembra quasi un voler "fare vedere" al forestiero che siamo una cittadina moderna e accogliente”, ha esordito Licciulli in una nota epistolare inviata al direttore artistico della città di Mesagne, Maurizio Piro, e all’Amministrazione. “Chi arriva prima delle 9 – ha continuato l’ambientalista - scopre subito la verità: questo centro storico non appartiene ai cittadini ma alle auto che lo possono percorrere, vi ci possono sostare. In barba alla sicurezza, alla vivibilità, in sfregio a tutto il lavoro di allestimento compiuto. Durante tutto il giorno chi vuole portare un bimbo a giocare, chi vuole spingere una carrozzina deve guardarsi bene le spalle. Chi vuole sorseggiare un caffè in piazza Criscuolo inalerà prima i fumi dei gas di scarico”. Ed ha, quindi, aggiunto. “Con questa nota mi rivolgo innanzitutto a Maurizio, un amico e stimato concittadino, e poi faccio appello all'Amministrazione comunale affinché si adoperi quanto prima per trasformare in maniera definitiva il centro storico in ztl. Senza indugi, senza ripensamenti, senza le barriere removibili occorre togliere il centro storico all'imperio delle auto e dei veleni che esse emanano”. Secondo Licciulli “bastano due telecamere per la ricognizione delle targhe autorizzate. Il centro storico è la nostra identità, il nostro riconoscerci in una collettività solidale, il posto dove ritrovarci fare una passeggiata con i bambini. E poi anche la nostra vetrina per presentarci ai forestieri o ai nostri parenti che tornano per le vacanze. Il centro pulsante di una nuova economia sostenibile fondata sul turismo sull'accoglienza sull'enogastronomia”. Infine, Licciulli ha auspicato che il centro storico possa trasformarsi “in zona verde, zona franca, ztl”. Di parere contrario l’operatore turistico Piero Pasimeni. “La chiusura del centro storico oggi sarebbe un suicidio per tutti, soprattutto per il centro storico stesso –, ha spiegato Pasimeni “Se vogliamo diventare "grandi" "educati" e "rispettosi" di un'area per la sua salvaguardia o per il turismo, prima dobbiamo crescere come hanno fatto le grandi città, creando una viabilità scorrevole, aree parcheggi, aree servizi, piste ciclabili e parcheggi per le bici, e dopo si può arrivare a chiudere una zona con una ztl. Non si inizia dai parcheggi a pagamento per fare cassa creando solo disagi e poi magari con una ztl che oggi sarebbe devastante per i commercianti soprattutto durante l'inverno”. Secondo il tour operator “I commercianti, soprattutto quelli storici, devono continuare ad avere molta voce in capitolo, perché sono gli unici che hanno creduto nel centro storico quando era abbandonato e transennato, perché molti mesagnesi solo oggi ritrovano quella "identità" nel centro storico. Impariamo dunque a rispettare l'idea e la volontà di chi ha reso una cosa possibile e fruibile, portandoli lentamente verso un cambiamento ma solo quando saremo sicuri che quel cambiamento sarà utile e migliorativo per tutti, e oggi non lo è affatto”. Infine Pasimeni ha confessato che “sogno da sempre un centro storico solo pedonale, ma oggi sarebbe deleterio”.
La ztl divide Mesagne
Far diventare il centro storico di Mesagne una zona a traffico limitato: si o no?