Stefano Giaffreda: nel decreto "liquidità c'è un bel Ma"

Stefano Giaffreda Aprile 07, 2020 1185

conte giuseppeDPCM “Liquidità” - assolve pienamente al suo scopo ovvero dare liquidità

alle aziende che a causa del blocco totale sono e saranno in crisi, ma un bel “MA” è doverosissimo. Partendo dal presupposto che nessuna delle aziende a voluto questa situazione ma è una situazione subita ed imposta per necessità oggettiva, il provvedimento dello stato produce alcune circostanze dannose per il tessuto imprenditoriale, ovvero: - aumenta l’indebitamento delle aziende nei confronti delle banche, - consegna alle banche, ancora di più, tutti il tessuto produttivo italiano, - aumenta i ricavi delle società Cofidi che si faranno pagare quel 10% di garanzia che dovranno concedere per arrivare a garantire il finanziamento per liquidità al 100%, - fa arricchire le banche che potranno applicare tassi di interessi secondo il rating aziendale, ciò significa che se una azienda andava così così e con la crisi è sul l’orlo di chiudere, dovrà pagare interessi altissimi per poter sopravvivere. In pratica è una misura che in due parole dice: fatevi prestare i soldi (vi do una mano a farveli prestare) ma la crisi ve la dovrete pagare voi. Alla fine dei conti dovremo pagare il conto dell indebitamento statale a causa del Covid ed inoltre l’indebitamento delle aziende a causa sempre del Covid e delle dinamiche finanziarie europee. A voi ogni ulteriore riflessione. Buona giornata e per aspera ad astra. #NuovaResistenza2020