Mesagne. Dietro ai rifiuti abbandonati a Mesagne potrebbe esserci l'eco-mafia In evidenza
Si tratta probabilmente di un affare delle eco-mafie il camion di rifiuti rinvenuto ieri mattina a Mesagne da parte della polizia locale giunta sul posto a seguito di alcune segnalazioni ricevute da imprenditori con interessi nella zona industriale. In quest’area, e precisamente in un parcheggio pubblico alle spalle della “Leroy Merlin”, è stato rinvenuto un rimorchio carico di rifiuti. Il mezzo, probabilmente proveniente dalla Campania, sarebbe stato abbandonato da tempo in uno dei parcheggi della zona industriale. La presenza a oltranza del rimorchio in quest’area della zona Pip, infatti, ha destato alcuni sospetti. I vigili hanno, immediatamente, allertato la Procura della Repubblica di Brindisi che ha incaricato, oltre agli stessi vigili, anche i carabinieri del Noe a investigare sui fatti. Potrebbe, dunque, essere stato scoperto a Mesagne un traffico di rifiuti che dalla Campania ha ramificazioni fin nel Salento con destinazione finale, al momento, ancora non chiara. Potrebbe, infatti, trattarsi sia di un traffico nazionale che internazionale di rifiuti. Nei piani dell’organizzazione criminale, che gestisce tale traffico, potrebbe esserci l’imbarco del mezzo da Brindisi per raggiungere località al di là dell’Adriatico, dove lo smaltimento è meno oneroso e controllato che in Italia. Tuttavia, resta l’enigma del perché il carico sia stato abbandonato lì, a pochi metri da un’arteria a scorrimento veloce come la statale 7. Purtroppo, il business criminale sullo smaltimento illegale di rifiuti in Italia oggi vale 20 miliardi di euro annui, poco più di un punto percentuale del Pil. Si tratta di rifiuti che all’estero sono smaltiti in megadiscariche.
Ad esempio la meta preferita dai criminali è l’Africa. Tale affare è menzionato in un documento dell’Europol, dal titolo “Policy Cicle 2018-2021”, che considera il traffico illegale di rifiuti tra i più redditizi, quarto dopo il traffico di droga, la contraffazione e la tratta di esseri umani. Alla luce di ciò le indagini condotte dai carabinieri del Noe e dai vigili urbani di Mesagne, su incarico della Procura della Repubblica di Brindisi, sono ancora nella fase embrionale. Di certo si sa che si tratta di un “bilico”, cioè un rimorchio di camion senza la motrice, abbandonato dal Natale scorso in quel posteggio. All’interno sono state rinvenute numerose balle di rifiuti racchiuse in rete metallica. Quindi ben confezionate per essere sottoposte a lunghi tragitti. Si tratta di rifiuti genericamente individuati come “sovvallo”, cioè del materiale di scarto originato dal trattamento dei rifiuti che, a seconda dei casi, può essere soggetto a una fase di ulteriore raffinazione oppure indirizzato ai processi di smaltimento in discarica. Altro dato certo è che il rimorchio su cui hanno viaggiato i rifiuti non è idoneo alla circolazione stradale. Ed ancora si è scoperto che il rimorchio è stato affittato in Campania. E lì, sicuramente, è stato riempito di rifiuti per essere trasferiti o in qualche discarca abusiva del Salento oppure, circostanza tutta da verificare, all’estero con imbarco da Brindisi. Sul noleggio del bilico c‘è una denuncia del proprietario che da mesi non gli era stato restituito. Le generalità di chi lo aveva preso a noleggio e con quale rimorchio sono notizie ancora in fase di accertamento. Al termine delle primissime indagini il rimorchio è stato trasferito presso un’area di parcheggio giudiziaria. Si tratta di un’indagine complessa che riguarda altre regioni e Procure. Basti pensare che il traffico illegale di rifiuti in Italia dal gennaio a maggio 2020, in soli 4 mesi, ha permesso ai carabinieri di eseguire sequestri per un valore di 41 milioni 770 mila euro mentre nel 2019 i sequestri sono stati pari a una somma di 230 milioni 181 mila euro.
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