Mesagne. La querelle sul percolato potrebbe finire in tribunale

Luglio 11, 2022 690

Non si attenuano a Mesagne le polemiche sulla presenza di percolato nel piazzale dell’Ecocentro comunale di via Muri che inciderebbe negativamente sulla salute dei lavoratori presenti. Uno scambio di battute al vetriolo tra il Comitato di base dei lavoratori e la TeknoService che gestisce l’impianto di raccolta dei rifiuti della città. La società ha fatto sapere che si tratta “di un’accusa infondata proveniente solo da una sigla sindacale, perché?”. Secondo la TeknoService il sindacato Cobas ha “probabilmente inteso strumentalizzare i fatti occorsi a seguito di un incontro sindacale con i vertici aziendali. I fatti evidenziati non rispondono al vero e, nel merito, vanno analizzati e, forse, denunciati alla autorità giudiziaria”.

La società, che opera nel rispetto delle regole stabilite dal Contratto collettivo nazionale di categoria per i lavoratori e soprattutto nel rispetto delle norme sulla sicurezza, aveva provveduto allo svuotamento delle vasche di contenimento delle acque già nello scorso mese di maggio in maniera tale da poter accogliere altri liquami senza sversarli nel piazzale. Poi, incomprensibilmente, nei primi giorni di luglio le vasche, nonostante non fosse piovuto per niente, erano di nuovo piene. Una circostanza davvero molto strana che invita a riflettere. Intanto, il Cobas ha etichettato come false le giustificazioni fornite dall’azienda.

“Se l’azienda asserisce che è tutto a posto perché il giorno successivo alla nostra segnalazione la piattaforma è stata tirata a lucido? Se l’azienda assicura che non è successo nulla perché la stessa ha detto che non è stato possibile intervenire per le manutenzioni ordinarie a causa dell’assenteismo dei lavoratori? Quindi o la segnalazione del Cobas era fondata oppure l’azienda, il giorno dopo il nostro intervento, non avrebbe avuto la necessità di tirare a lucido la piattaforma avvalendosi di una ditta esterna”, ha tenuto a precisare Cosimo Quaranta, responsabile del Cobas. “Tuttavia – ha concluso il sindacalista - comprendiamo che l’azienda si è trovata in forte imbarazzo in termine di immagine per via delle condizioni pessime della piattaforma allagata da liquami, potenzialmente pericolosi per la salute e per l’ambiente, fuoriusciti dai mezzi durate le operazioni di trasferimento dei rifiuti organici”.

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