in funzione di Giudice dell’Appello, che intorno alle ore 20.00 di Venerdì scorso ha sciolto la camera di consiglio e si è pronunciato in materia di aggravamento della misura cautelare degli arresti domiciliari in conseguenza delle violazioni delle prescrizioni. In particolare nel mese di Giugno, Antonio Saracino (nella foto a sinistra) insieme ad altra persona, veniva fermato dalle forze dell’ordine nelle campagne salentine e veniva loro sequestrata una rilevante quantità di droga del tipo cocaina. In virtù di ciò, a seguito di udienza di convalida, veniva disposta la custodia cautelare in carcere per entrambi. Avverso tale provvedimento, gli Avv.ti Carmelo e Silvio Molfetta, del Foro di Brindisi, ricorrevano al Tribunale del Riesame ed ottenevano, per il loro assistito, la misura cautelare degli arresti domiciliari. Tuttavia, il Tribunale del Riesame disponeva alcune prescrizioni nei confronti del Saracino, quali: “ non allontanarsi dalla propria abitazione e non comunicare in qualsiasi forma con soggetti diversi da quelli che con lui coabitano e che lo assistono ”. Durante l’espiazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, i Carabinieri del comando di San Donaci, nell’effettuare i controlli di routine, riscontravano alcune violazioni delle prescrizioni ed in particolare prendevano atto che il Saracino aveva comunicato a mezzo W.App con soggetti esterni non autorizzati e che in più circostanze, aveva ospitato, presso la propria abitazione, soggetti non autorizzati ovvero fuori orario consentito. Segnalato ciò al P.M., questi chiedeva il ripristino della misura cautelare in carcere al GIP competente che, in effetti, disponeva l’aggravamento della misura riconducendo Saracino in carcere. Avverso detta ordinanza di aggravamento, gli Avv.ti Carmelo e Silvio Molfetta (Foto a sinistra), proponevano Appello ex art. 310 c.p.p. invocando le nuove disposizioni introdotte con la riforma delle misure cautelari ex L. 47/2015 ed in particolare sostenendo che le violazioni delle prescrizioni non comportano automaticamente la revoca della misura degli arresti domiciliari e il ripristino della misura cautelare in carcere in quanto, detto automatismo, è stato mantenuto solo in caso di allontanamento dalla abitazione. Qualora non si tratti di allontanamento dalla propria abitazione ma di violazioni delle prescrizioni più affievolite, come nel caso di specie, il Giudice ha la discrezionalità di ripristinare la misura cautelare in carcere avendo cura di valutare se dette violazioni incidono sulle esigenze cautelari, ovvero pericolo di fuga, di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove. Qualora le violazioni, pur sussistenti, non incidano sulle predette esigenze cautelari, non è consentito l’aggravamento della misura. Dunque, il Tribunale della Libertà di Lecce, accogliendo in pieno le argomentazioni difensive, alle ore 20.00 di venerdì scorso ha ripristinato la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Saracino Antonio. Si tratta di una delle primissime pronunce in Italia, dopo l’entrata in vigore della L. 47/2015, in tema di aggravamento delle misure cautelari per violazione delle prescrizioni che certamente farà da apripista per casi analoghi.
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