In questa lettera la società ci avverte della chiusura delle attività per il 1 Luglio 2016 lasciando a casa i 6 lavoratori impegnati. La società lamenta grosse difficoltà economiche dovute a comportamenti non proprio corretti da parte della Asl. L’aspetto ancor più grave di questa situazione è che questa scelta potrebbe essere seguita a giorni da altre Case per la Vita, disponibili a seguire l’esempio di quella di Mesagne. Una miscela pericolosa che rischia di esplodere mettendo a repentaglio la delicata situazione di tanta gente con disagio mentale e di tanti operatori fino ad oggi occupati.
Per questi motivi abbiamo dichiarato lo stato di agitazione del settore delle case per la vita e chiesto un incontro urgente con la Direzione Asl. Intanto la società che gestisce la struttura di Mesagne ci scrive lamentando non solo il mancato adeguamento della prevista nuova retta giornaliera ma addirittura ricevendo ancora , su decisione della Asl , l’80% di quella vecchia. Il tutto si traduce per la società nella impossibilità di pagare i dipendenti e di mantenere decorosamente in piedi la stessa struttura , da lì la decisione della stessa di chiudere.
Dall’altra i responsabili della Asl del settore ci avevano assicurato che la situazione si sarebbe normalizzata nel giro di qualche mese per l’adeguamento della nuova tariffa e che la decisione di erogare solo l’80 % della vecchia tariffa era momentanea , dovuta a dei controlli che la Asl stava realizzando per verificare la qualità delle strutture. Una sorta di misura cautelativa giusta allora …. ma i controlli sono finiti da un pezzo .
Il Cobas affermò ai dirigenti Asl del settore che qualche eventuale mela marcia doveva essere sbattuta fuori. Il Cobas spera quindi di incontrare nei prossimi giorni la Direzione Asl allo scopo di trovare eventuali soluzioni che servano a dare serenità agli utenti delle strutture e agli operatori.
Per il Cobas Roberto Aprile