Milanese (Osa) sostiene la candidatura di Mesagne Capitale della Cultura 2024

Luglio 28, 2021 1311

«Mesagne capitale italiana della cultura»: messo così sembrerebbe uno slogan piuttosto pretenzioso e, come tale, campato in aria. Uno di quegli strilli buoni, nell’epoca del marketing ad ogni costo, per acchiappare like e poco altro. Eppure, liquidando la faccenda con una supponente alzata di spalle, si mancherebbe di rispetto alla storia e alla comunità della nostra città, soprattutto se ci riferiamo con il dovuto rispetto alla evoluzione sociale e civile consumatasi nell’ultimo mezzo secolo. Intendiamoci, che cos’è la Cultura? È certamente quel patrimonio collettivo di conoscenze, valori, tradizioni, usi e costumi che, maturando coerentemente, oggi ci porta a vantarci di due eccezionali campioni olimpici, di un gruppo musicale che sforna hit e anche messaggi etici ad ogni stagione, di una prima ballerina della Scala, di un prete che distilla sapienza da prestigiose tribune, di scienziati, giuristi, tecnici di prim’ordine, di professionisti che si fanno valere nei consessi più disparati. E, pensando con Brecht anche al cuoco che cucinò la cena della vittoria di Cesare sui Galli, di tutti quei lavoratori onesti e silenziosi che ogni giorno si impegnano in trincee faticose, contribuendo ad accrescere il valore della comunità.

“Ma è cultura anche la forza di emanciparsi alle subculture ad esempio delle discriminazioni di ceto, censo, razza e Mesagne ha saputo dimostrarsi nelle occasioni più complesse città inclusiva e solidale, anche oggi, in un frangente della Storia che sembra indirizzare in senso contrario”, ha spiegato il mesagnese Giuseppe Milanese, presidente nazionale di Confcooperative Sanità e presidente di Operatori Sanitari Associati -. Così come cultura è anche la capacità di sottrarsi all’anticultura dell’eversione, dell’opposizione alle leggi dello Stato, del disordine e del degrado sociale”. Il presidente ha, quindi, aggiunto: “Chi appartiene alla mia generazione ha patito sulla propria pelle lo stigma della Mesagne mafiosa, assai difficile da scrollarsi di dosso anche se la vita ti portava distante chilometri e magari dimostravi coi fatti di avere una mentalità agli antipodi di quella criminale. I miei coetanei, però, hanno anche potuto toccare con mano la palingenesi, una rinascita autentica conquistata passo dopo passo, giorno dopo giorno, da amministrazioni comunali serie e da una cittadinanza complessivamente responsabile”.

Oggi non è più così. “Io guardo alla società mesagnese – ha continuato - e la vedo pullulare di giovani pieni di talento e vigore. È anche per loro che, in questo quadro, mi sembra sensata e certamente opportuna la scelta di candidare Mesagne ad un titolo tanto significativo. Un plauso alla lungimiranza della Giunta Matarrelli e l’augurio sentito da parte mia che, da cittadino figlio di questa terra e da cooperatore, non ho mai smesso di confidare nelle nostre possibilità”. Per il consulente politico del sindaco Matarrelli al centro storico, Mimmo Stella, la candidatura merita di essere accolto perché “Mesagne è una città che vuole essere sempre più bella e vivibile ad iniziare dal suo invidiabile centro storico, dalla inconfondibile forma urbanistica a cuore. In questi giorni il Parco archeologico di Muro Tenente sta offrendo il meglio di sé, tra scavi e scoperte in diretta, eventi e produzione di ortaggi per i più bisognosi, ma anche per finanziare la gestione dello stesso Parco. Al tempietto bizantino di San Lorenzo, lungo il tracciato viario della via Appia Antica.

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