Molfetta: mobilità sostenibile ed energia alternativa per abbattere gli inquinanti mortali In evidenza

Luglio 12, 2017 1877

molfetta pompeo sindacoSul grave rischio d’inquinamento ambientale,

che sarebbe alla base di un aumento di mortalità in alcune realtà della provincia di Brindisi, il sindaco di Mesagne sembra essere, al momento, l'unico che ha preso questi dati piuttosto seriamente. Sarà perché Molfetta svolge la professione di medico o sarà perché è preoccupato per la salute dei suoi concittadini, e non solo giacché ha chiesto la convocazione di una conferenza dei sindaci della provincia di Brindisi, sta di fatto che ogni occasione è buona per sensibilizzare la popolazione e gli amministratori su questa grave situazione. «L'emergenza sanitaria in atto è preoccupante - ha spiegato Molfetta - a margine di un incontro con alcuni amministratori di Oria e Latiano - poiché i dati emersi devono farci riflettere per cercare di invertire, quanto prima, la rotta poiché stiamo correndo un rischio gravissimo. Credo di poter dire, senza ombra di smentita, che siamo in emergenza ambientale». Il sindaco Molfetta ha, quindi, spiegato cosa intende dire quando parla di invertire la rotta. «Ad esempio - ha aggiunto - bisogna investire sulla mobilità sostenibile per abbattere il tasso d’inquinamento del traffico. I nostri territori sono così belli che andrebbero percorsi a piedi o in bicicletta». In effetti, il sindaco Molfetta è un paladino di questa mobilità sostenibile. Infatti, come mezzo di mobilità utilizza i piedi o al massimo la sua bici che ogni mesagnese ben conosce e che il 13 luglio 2016 gli fu rubata. Oltre alla mobilità sostenibile Molfetta ha proposto dei progetti di efficientamento energetico. «Bisogna cambiare passo - ha detto - bisogna andare verso l'energia alternativa». Il rapporto della Regione Puglia ha illustrato i risultati dell’indagine epidemiologica condotta su 223.934 persone, residenti nei comuni di Brindisi, Carovigno, Cellino San Marco, Mesagne, San Pietro Vernotico, San Vito dei Normanni e Torchiarolo, tra il 2000 ed il 2013, per valutare l’effetto cronico delle esposizioni agli inquinanti emessi dalle centrali termoelettriche e dal polo petrolchimico. È stata riscontrata – è emerso – una relazione tra i livelli espositivi del passato (stimate al 1997) a materia particolata (PM10) e anidride solforosa (SO2) di origine industriale (centrali termoelettriche) e composti organici volatili (Cov – petrolchimico) e mortalità per cause specifiche (tumori, malattie cardiovascolari e respiratorie) e incidenza di alcune forme tumorali (polmone). L’esame dei ricoveri ospedalieri in rapporto con le esposizioni ambientali stimate per ogni anno dello studio mostra – è stato spiegato – un’associazione tra inquinanti e malattie cardiovascolari, respiratorie (centrali elettriche) e le malformazioni congenite (petrolchimico). L’analisi del ricorso alle cure ospedaliere, considerando l’esposizione annuale, ha evidenziato che – è stato sottolineato – alle concentrazioni più alte degli inquinanti di origine industriale, sia delle centrali sia del petrolchimico, corrispondono eccessi di ospedalizzazioni per diabete, malattie neurologiche, patologie cardiovascolari e respiratorie.  

Ultima modifica il Mercoledì, 12 Luglio 2017 08:25