A rivolgere un appello alle coalizioni, che stanno tenendo incontri per determinare le future alleanze, è Fabio Marini, presidente della locale associazione “Legalità e sicurezza” e coordinatore regionale della Fai. “Devo dire – ha esordito Fabio Marini – che i termini legalità o antimafia sono ormai abusati. Tutti parlano e si esprimono in questi termini, spesso anche a intermittenza. Voglio dire che ci si riempie la bocca di queste belle parole, si esprimono pubblicamente e poi, nel quotidiano, non si mettono in pratica. Naturalmente il mio è un discorso generale che coinvolge dal mondo del commercio a quello dell’imprenditoria che spesso per risolvere i loro problemi scelgono strade più brevi e poi si trovano impantanati e poco tranquilli”.
Al contrario per Marini la legalità è uno stile di vita che bisogna vivere quotidianamente. E, quindi, coinvolge soprattutto i politici quando, ad esempio, qualcuno, per ottenere un qualcosa che gli spetta di diritto “sceglie una via breve e si rivolge a chi può agevolarlo, raccomandarlo. Sono piccoli gesti che alimentano l’illegalità, il favoritismo”. Per evitare queste illegalità è doveroso lanciare un appello alla politica e alle istituzioni. “L’appello – ha chiarito il presidente Marini - è di guardare bene in giro poiché ci sono tante associazioni che hanno poco di legalità anche se la professano. Per mettere in pratica l’antimafia, invece, bisogna fare, agire nel sociale. Noi dell’associazione della Fai siamo tutte vittime del racket, abbiamo vissuto sulla nostra pelle le azioni criminali. Per questo motivo, comprendendo bene il problema, possiamo essere di supporto a commercianti e imprenditori che si trovano nelle medesime difficoltà in cui ci siamo trovati noi”. In questa fase cruciale, per Marini, è importante che il territorio sia coeso contro la mafia.
“L’appello alla politica – ha aggiunto - è fare quadrato per raggruppare le forze sane del territorio. Ricordo, ad esempio, quando a Mesagne alcuni anni fa c’era un fervore di associazioni, insieme a Libera, che creavano movimento e spirito di fratellanza nel tessuto sociale sano. Ecco, per noi, quella forma di intervento sociale va mantenuta e alimentata, sostenuta non con le parole ma con i fatti”. Secondo il presidente “bigona riprendere la rete di associazioni, bisogna coinvolgere la scuola, che ha delle sensibilità particolari, il commercio, i sindacati, la Chiesa, perché se c’è lo scambio di informazioni e di notizie allora il sistema dell’antiracket può funzionare bene. So bene che i politici hanno tanti altri problemi da affrontare, in ogni modo bisogna trovare la forza, il tempo, e la voglia, di essere vicini alle associazioni che esistono sul terrtorio”. In città, ad esempio, da anni non si riesce a far funzionare l’Osservatorio sulla legalità. Infine, il presidente Marini ha invitato i politici a “riprendere questo cammino virtuoso, fatto da percorsi educativi e formativi, che termina a Mesagne con la marcia della legalità”.