IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA PUGLIA AFFOSSA LA DOPPIA PREFERENZA DI GENERE

Luglio 30, 2020 986

sit in per la parità di genere in regioneIl Consiglio regionale della Puglia, iniziato il 28 luglio con cinque ore di ritardo,

si è concluso all’1.36 del mattino successivo senza approvare la nuova legge per il voto regionale con la doppia preferenza di genere. Il meccanismo permetterebbe ad elettori ed elettrici di indicare una consigliera e un consigliere per avere una presenza femminile più rispettosa della democrazia paritaria in rappresentanza della cittadinanza femminile che in Puglia è del 51,4%. A conferma della necessità di colmare lo scandaloso divario di genere basta ricordare che il consiglio regionale uscente conta solo 5 donne su 51 componenti. Si sollecitava un cambiamento in questo senso già nel 2012 con l’amministrazione Vendola ed allora gli affossatori della doppia preferenza di genere fecero ricorso al voto segreto, così che mentre blateravano parole vuote sulla parità tra uomo e donna, si assicuravano saldamente il potere in mani maschili. Nel 2020 a fine mandato dell’amministrazione Emiliano siamo ancora costrette a presidiare, denunciare, rivendicare il rispetto della Costituzione italiana, della legge nazionale 20/2016, del diritto comunitario per ciò che è dovuto alle donne in termini di partecipazione ai processi decisionali nel governo delle istituzioni. L’epilogo della mancata approvazione della legge sulla doppia preferenza di genere, con giochi di potere, uso strumentale delle donne nello scontro politico di parte, è emblematico di una democrazia monosessuata e monca che conferma l’esclusione storica delle donne dal governo della società. Una vergogna nella quale tutti sono coinvolti. Non possiamo assolvere nessuno. Non assolviamo le destre che hanno presentato 1.946 emendamenti. Non assolviamo il consigliere Ventola di Fratelli d’Italia che ha chiesto che venisse distribuita una copia di tutti gli emendamenti ai consiglieri regionali presenti in aula (ovvero riprodurre 97.650 fotocopie!!) praticando un ostruzionismo selvaggio. Non assolviamo la maggioranza in Consiglio regionale che ha voluto attendere la diffida del governo per discutere di una norma, che rispetta la Costituzione, l’ultimo giorno utile, nell’ultimo Consiglio regionale possibile prima delle elezioni. Il resto lo ha fatto l’uscita dall’aula di alcuni consiglieri che hanno fatto venir meno il numero legale per proseguire. Mancava la volontà politica di garantire la parità di genere a favore delle donne. Soprattutto è mancata la volontà di rendere l’appuntamento elettorale di settembre compatibile con la vera democrazia garantita dalla Costituzione italiana. Noi donne brindisine e pugliesi faremo sentire in piazza tutta nostra indignazione per questa esclusione che combattiamo in quanto donne con tutti gli strumenti possibili, attraverso le lotte femministe con le forme di organizzazioni autonome che abbiamo creato - case delle donne, centri antiviolenza, centri di documentazione, librerie delle donne, consultori, associazioni ecc., nei movimenti sociali e sindacali. Siamo determinate ad opporci anche a questa forma di violenza istituzionale che vorrebbe le donne fuori o minoritarie nelle istituzioni e in ogni luogo ove si decide della vita e dei diritti di ognuna ed ognuno.

INVITIAMO A PARTECIPARE AL SIT - IN DI PROTESTA CON LA TESSERA ELETTORALE IN TASCA VENERDI’ 31 LUGLIO 2020, DALLE ORE 18.30 ALLE ORE 20.30, ALLA CONFLUENZA TRA I CORSI UMBERTO/ROMA/GARIBALDI (altezza profumeria Limoni) - BRINDISI MAI PIU’ESCLUSE, MAI PIU’ MERCE DI SCAMBIO DICIAMO AI PARTITI PRESENTI NEL CONSIGLIO REGIONALE CHE LA PARATA PATRIARCALE GIOCATA SULLA PELLE DELLE DONNE E DELLA CITTADINANZA ATTENTA ALLA DEMOCRAZIA PARITARIA AVRA’ IL SUO PESO NEL VOTO DEL 20/21 SETTEMBRE IN PUGLIA.

Associazione Io Donna Commissione Pari Opportunità del Comune di Brindisi