Decarbonizzazione, Vizzino: “L’Enel non può scappar via da Brindisi. Occorrono investimenti e tutela dei lavoratori”
Nota del Consigliere regionale, Mauro Vizzino presidente della III Commissione consiliare (Sanità).
“Le notizie diffuse recentemente dagli organi di informazione forniscono una conferma dei timori manifestati a più livelli negli ultimi mesi. L’Enel ha chiaramente intenzione di abbandonare il sito produttivo di Brindisi! Il tutto, a seguito della conferma della tempistica del processo di decarbonizzazione che dovrà concludersi entro il 2025.
Una circostanza nota da anni ai vertici dell’azienda di Stato (che rimane il principale azionista) i quali sapevano bene che la fase immediatamente successiva a quella del carbone non poteva che prevedere l’utilizzo del gas. Da qui il progetto iniziale riguardante la costruzione di due gruppi di produzione a turbogas.
Adesso, invece, si apprende che di gruppi l’Enel è disponibile a costruirne solo uno, mentre le aree attualmente di pertinenza della centrale di Cerano e del tragitto dell’asse attrezzato saranno utilizzate per creare campi di fotovoltaico.
In termini concreti, questo comporta la perdita di centinaia – se non di migliaia – di posti di lavoro e mette in crisi tutte le aziende che da decenni operano nell’ambito dell’indotto.
L’annuncio, poi, riguardante la volontà di smontare il nastro trasportatore, l’asse attrezzato ed i due grandi contenitori di carbone conferma la volontà di Enel Logistics di cancellare qualsiasi progetto di riutilizzo di tali strutture per trasformare il porto di Brindisi in una grande base logistica nel cuore del Mediterraneo.
L’Enel non può abbandonare un sito come Brindisi che le ha dato tantissimo in termini di profitto ed è questo il motivo per cui è necessario un immediato intervento del Governo nazionale per imporre scelte differenti che non vadano a penalizzare ulteriormente una provincia già dilaniata dai processi di deindustrializzazione come quella di Brindisi.
In qualità di consigliere regionale, pertanto, confermo la mia piena disponibilità a chiamare in causa - al fianco degli enti locali, delle associazioni di categoria e delle organizzazioni dei lavoratori – chi a Palazzo Chigi è chiamato ad accendere un faro su un’area di crisi che è tale per l’enorme contributo fornito al paese in queste decenni”.
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