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Mesagne. Luci e ombre sulla città

Aprile 07, 2025 210
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Ieri oltre 600 mesagnesi, con un like, si sono pubblicamente esposti in difesa dei proprietari del "22", locale conosciutissimo e frequentatissimo.

 
Come mai?
 
Dopo il COVID, in assenza di qualsiasi criterio razionale stabilito dall'amministrazione comunale, in assenza di un regolamento a disciplinare l'occupazione del suolo pubblico, Mesagne è stata invasa da tavolini e sedie di qualunque attività commerciale.
 
Non si comprende perché solo il "22" abbia dovuto accontentarsi di tre tavolini, ultimo episodio di una serie di vessazioni a loro carico da parte dell’amministrazione.
Così come dimenticare quanto accadde quando sempre i gestori del “22” installarono l’insegna “San Cipriano” all’ingresso di Vico Zambelli?
Utilissima per i selfie del sindaco, smantellata due giorni dopo sempre su invito del primo cittadino.
Norme urbanistiche si disse e, per carità, la legge è legge: ma qui a Mesagne non è uguale per tutti. Soprattutto se rientri nel 5% che non ha votato il nostro leader massimo.
 
E dai oggi e dai domani, si è arrivati alla chiusura del locale per 15 giorni.
 
Di fronte a 600 concittadini che hanno manifestato la propria solidarietà ad uno dei locali più antichi di Mesagne, brucia forte proprio il silenzio di chi si presenta come il "pacificatore" della nostra comunità, pur avendo fondato le sue fortune politiche sul presenzialismo ai matrimoni, ai compleanni dei diciottenni e dei pluricentenari, alle inaugurazioni delle aperture di tutte le nuove attività commerciali.
Perché è meglio apparire in situazioni amene piuttosto che prendere posizione su questioni fondamentali per la vita di singole persone e dell'intero Paese.
 
In un clima di soffocante conformismo, in cui senza opposizione politica non c'è Democrazia, la presenza di 600 voci ha finalmente sfondato la cappa di silenzio che incombe sulla nostra Città.
 
Come ha ricordato sui social qualche giovane andato via da Mesagne: “Il 22 rappresenta, per la mia generazione e non solo, la voglia di tornare per ritrovarci tutti in un luogo familiare.
I commenti e le dinamiche da paese, invece, rappresentano il motivo per cui molti preferiscono andar via e, episodi come questi, ci ricordano perché non siamo ancora tornati”.
 
Movimento Libero&Progressista
Redazione

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