E' braccio di ferro tra Molfetta, Pd e Progettiamo Mesagne In evidenza

Marzo 02, 2016 2401

comune ingressoNon accennano a smorzarsi a Mesagne le polemiche politiche

intorno alla gestione del Comune da parte dell’Amministrazione Molfetta. La difesa d’ufficio espressa da tutti i consiglieri di maggioranza ha reso le mani dell’opposizione pruriginose tanto da intervenire nuovamente sull’argomento. “Il sindaco e la sua maggioranza possono stare sereni: non ci sentiamo su un piedistallo e continueremo a fare la nostra parte, come abbiamo fatto in questi primi otto mesi di consiliatura, e i numeri, se letti senza faziosità, sono lì ad attestarlo, nell’esclusivo interesse della città”, ha spiegato Francesco Rogoli, segretario del Partito democratico. Le dichiarazioni del segretario hanno fatto seguito “a un durissimo attacco, sottoscritto da nove consiglieri comunali di maggioranza, compreso il Presidente del Consiglio, in cui erano richiamate le responsabilità di ventisette anni di dominio indiscusso da parte del Pd e dei partiti da cui il Pd proviene e, nel frattempo, era manifestata, cosa veramente singolare, una certa insofferenza per l’attività svolta dall’opposizione, in particolare dal gruppo consiliare “Pd-Io ci credo””. Ed ha, quindi, concluso: “Sono stati, peraltro, infondatamente denunciati tentativi di destabilizzazione e di capovolgimento del risultato elettorale, aspetti legati alle interrogazioni e alle posizioni pubblicamente espresse circa l’operato dell'Amministrazione comunale”. Sulla stessa linea politica è il movimento “Progettiamo Mesagne". “Sulla vicenda, non riteniamo, così come denunciato dai consiglieri di maggioranza, che vi sia in atto un tentativo di “destabilizzazione” da parte di alcune minoranze consiliari, ree di aver semplicemente espresso il proprio dissenso sull’operato dell’amministrazione”, ha esordito Antonio Calabrese, coordinatore del movimento secondo cui “è immorale tentare di frenare la critica politica screditando l’avversario senza alcuna argomentazione fondata nei contenuti. Occorre partire dall’assunto che il diritto a manifestare la propria opinione è un diritto che va rispettato purché venga esercitato nel rispetto pedissequo della legge e non arrechi, attraverso la calunnia, la denigrazione, la diffamazione e l’offesa, pregiudizio ad altri”. 

Ultima modifica il Mercoledì, 02 Marzo 2016 07:43