Redazione

Hub vaccinale di Mesagne: è tutto pronto ma mancano i vaccini. Intanto si può continuare a prenotare per acquisire priorità

Al fini della migliore informazione su un tema sul quale notizie infondate rischiano di alimentare un clima di dannosa confusione, si informa che il centro vaccinale predisposto a Mesagne nella palestra della scuola elementare “Giovanni Falcone” è pronto per la somministrazione dei vaccini, ma che mancano i vaccini. Nella giornata di oggi, lunedì 29 marzo, si stanno effettuando solo i richiami presso i centri vaccinali di Brindisi e Fasano, quindi solo per coloro che hanno già ricevuto la prima dose.

Si invitano, comunque, le persone individuate dal piano vaccinale regionale a prenotarsi secondo le modalità previste: la prenotazione consentirà, infatti, di acquisire priorità. Appena saranno disponibili nuove scorte di vaccini, la Asl provvederà a richiamare gli interessati già prenotati, informando della possibilità di ricevere il vaccino presso l’hub vaccinale del proprio comune di residenza, nel nostro caso Mesagne, (sebbene la prenotazione sia avvenuta presso altra sede).

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I Ristoratori brindisini dell’Associazione “Pani e Pesci” e Antenna Sud 85 insieme a favore dei bisognosi ospitati dalla “Mensa dei Poveri” della Caritas Diocesana di Brindisi-Ostuni per un atto d’amore.
 
Su proposta dell’emittente televisiva, i professionisti della ristorazione doneranno un pranzo di solidarietà, 190 pasti caldi destinati  alla distribuzione per gli ospiti della mensa della Caritas Diocesana di via Carmine il prossimo giovedì 1 aprile 2021. 
 
Un gesto solidale da parte degli imprenditori di un settore in piena sofferenza a causa della chiusure di ristoranti e pizzerie causate dalle restrizioni legate all’Emergenza Sanitaria verso chi, in questo momento, è ancora più difficoltà. I ristoratori brindisini, quindi, rindosseranno i grembiuli e riapriranno con entusiasmo le cucine dei propri locali, spente ormai dallo scorso ottobre, per mettersi ai fornelli e preparare un pasto da dedicare totalmente ai poveri, occupandosi di tutto, dal cibo alle bevande.   
 
L’iniziativa, che arriva  a ridosso della Santa Pasqua, rappresenta un momento in cui valori come solidarietà e condivisione mettono in moto gambe e  braccia per dare vita ad atti concreti affrontati nonostante un momento evidentemente difficile.

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Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano sulla base delle informazioni del direttore del dipartimento Promozione della Salute Vito Montanaro, informa che oggi lunedì 29 marzo 2021 in Puglia, sono stati registrati 5.142 test per l'infezione da Covid-19 coronavirus e sono stati registrati 786 casi positivi: 350 in provincia di Bari, 90 in provincia di Brindisi, 28 nella provincia BAT, 176 in provincia di Foggia, 99 in provincia di Lecce, 43 in provincia di Taranto, 1 caso di residente fuori regione, 1 caso di provincia di residenza non nota è stato riclassificato e attribuito.

Sono stati registrati 33 decessi: 18 in provincia di Bari, 2 in provincia di Brindisi, 2 in provincia BAT, 7 in provincia di Foggia, 2 in provincia di Lecce, 2 in provincia di Taranto.

Dall'inizio dell'emergenza sono stati effettuati 1.845.068 test.

138.303 sono i pazienti guariti.

46.494 sono i casi attualmente positivi.

Il totale dei casi positivi Covid in Puglia è di 189.523 così suddivisi:

74.413 nella Provincia di Bari;

13.761 nella Provincia di Bat;

18.586 nella Provincia di Brindisi;

35.300 nella Provincia di Foggia;

17.608 nella Provincia di Lecce;

28.862 nella Provincia di Taranto;

679 attribuiti a residenti fuori regione;

314 provincia di residenza non nota.

I Dipartimenti di prevenzione delle Asl hanno attivato tutte le procedure per l'acquisizione delle notizie anamnestiche ed epidemiologiche, finalizzate a rintracciare i contatti stretti.

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Sono circa ventimila le famiglie povere piegate dall’emergenza Covid che per la settimana di Pasqua e Pasquetta potranno mettere in tavola i migliori prodotti agroalimentari Made in Italy e passare delle feste più serene grazie all’importante operazione di solidarietà del sistema agroalimentare italiano presentata al premier Mario Draghi dal Presidente della Coldiretti, Ettore Prandini e dal Segretario Generale della Coldiretti Vincenzo Gesmundo. L’iniziativa promossa da Coldiretti, Filiera Italia e Campagna Amica con la partecipazione delle più rilevanti realtà economiche e sociali del Paese ha visto la spedizione del primo carico di aiuti alimentari dal cortile di Palazzo Chigi “A sostegno di chi ha più bisogno”.​

Decine di mezzi sono stati organizzati per le consegne lungo tutta la Penisola per procedere poi alla distribuzione a nuclei familiari in stato di bisogno individuati da Coldiretti/Campagna Amica insieme ai servizi sociali dei comuni e alle parrocchie. Ogni famiglia è destinataria di un pacco di oltre 50 chili con prodotti 100% Made in Italy come – spiega Coldiretti – pasta e riso, Parmigiano Reggiano e Grana Padano, biscotti, sughi, salsa di pomodoro, tonno sott’olio, dolci e colombe pasquali, stinchi, cotechini e prosciutti, carne, latte, panna da cucina, zucchero, olio extra vergine di oliva, legumi e formaggi fra caciotte e pecorino.

Un’operazione che – afferma Coldiretti – vuole essere un segnale di speranza per il Paese e per tutti coloro che in questi mesi hanno pagato più di altri le conseguenze economiche e sociali dell’emergenza Covid. Ma anche evidenziare le grandi eccellenze del Paese che hanno contribuito a fare grande il Made in Italy in Italia e all’estero e rappresentano un risorsa determinante da cui ripartire. Un sistema dove lavorano oltre tre milioni gli italiani che – precisa la Coldiretti – continuano a operare nella filiera alimentare, dalle campagne alle industrie fino ai trasporti, ai negozi e ai supermercati, per garantire continuità alle forniture di cibo e bevande alla popolazione. L’approvvigionamento alimentare – sottolinea la Coldiretti – è assicurato in Italia grazie al lavoro di 740mila aziende agricole e stalle, 70mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione con 230mila punti vendita tra negozi, supermercati, discount e mercati contadini di Campagna Amica che non hanno mai dimenticato la solidarietà.

Nel 2020 – continua la Coldiretti – sono stati oltre 5,5 milioni i chili di prodotti tipici Made in Italy, a chilometro zero e di altissima qualità, distribuiti dagli agricoltori di Campagna Amica per garantire un pasto di qualità ai più bisognosi. Un impegno reso possibile dalla partecipazione volontaria dei cittadini al programma della “Spesa sospesa” nei mercati di Campagna Amica e dal contributo determinante del management dei Consorzi Agrari D’Italia (Cai) e della Coldiretti che ha deciso di rinunciare a propri compensi straordinari. Non si tratta di un aiuto risolutivo ma – sottolinea la Coldiretti - è un segno per chi ha bisogno e una sollecitazione a tutti coloro che possono, perché facciano altrettanto.

“Abbiamo voluto dare un segno tangibile della solidarietà della filiera agroalimentare italiana verso le fasce più deboli della popolazione più colpite dalle difficoltà economiche”, ha spiegato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “il nostro obiettivo è far sì che questa esperienza diventi un impegno strutturale che aggiunge valore etico alla spesa quotidiana degli italiani”.

L’iniziativa di Pasqua è stata resa possibile dalla partecipazione di: Conad, Bonifiche Ferraresi, Philip Morris, Eni, Snam, Intesa San Paolo, Generali, De Cecco, Cattolica Assicurazioni Grana Padano, Barilla, Enel, Confapi, Fondazione Tim, Inalca, De Rica, Pomì, Casillo Group, Mutti, Monte dei Paschi di Siena, Granarolo, Coprob, Virgilio, Parmigiano Reggiano, Casa Modena, Ismea, Fondazione Osservatorio Agromafie, Crea.

Lavori in città, che cosa si ultima, che cosa si avvia: vogliamo fare bene e in fretta per prepararci al meglio alla bella stagione. 

 
Tra oggi e domani si concluderanno i lavori di rifacimento dell’asfalto in viale Indipendenza (altezza supermercato Penny): gli interventi che si sono realizzati negli anni in quest’area si sono rivelati spesso poco duraturi a causa della scarsa attenzione prestata alla parte sottostante del manto stradale, il cui stato è invece fondamentale per la buona tenuta anche dello strato più superficiale. Confidiamo che, considerando l’attenzione e la qualità con cui sono stati eseguiti gli ultimi interventi stavolta sarà diverso: si intende dire finalmente addio alle buche ed ai continui rattoppamenti.
 
Inoltre questa settimana è previsto l’avvio dei lavori di un’altra opera che attendeva da tempo di essere eseguita: comincerà il rifacimento dell'intero marciapiede che dall’arco di Porta Grande conduce in via Manfredi Svevo e in vico dei Venereo. Il marciapiede sarà realizzato utilizzando la stessa tipologia di pavimentazione impiegata per alcuni tratti del Centro Storico, al fine di garantire omogenea continuità tra il contesto interno e quello esterno alle mura della città vecchia.
 
Alla luce di quanto c’è fa fare, si dovranno mettere in conto degli inevitabili disagi sia per coloro che avranno necessità di accedere alle attività commerciali presenti in quella zona, sia per chi da qui dovrà raggiungere altre aree cittadine: la velocità di esecuzione degli interventi e l’impegno della ditta ad agevolare in ogni modo possibile le attività interessate, limitando il più possibile le criticità, sono due aspetti sui quali abbiamo insistito e continueremo a farlo.
 
Vogliamo fare in fretta: l’obiettivo è non dover più tenere in piedi cantieri durante la bella stagione. Questo al fine di permettere a cittadini, turisti e visitatori di godersi al meglio la città durante l’estate.

Carovigno. Servizio straordinario di controllo del territorio. Una denuncia e quattro segnalazioni amministrative. I Carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni, a conclusione di un servizio straordinario di controllo del territorio svolto nel Comune di Carovigno, hanno:

‒    denunciato in stato di libertà un 51enne di Brindisi, poiché nel corso di una perquisizione personale e veicolare è stato trovato in possesso di un coltello a serramanico con lama lunga 10 cm., sottoposto a sequestro.

‒    segnalato all’Autorità Amministrativa, per detenzione per uso personale di sostanze stupefacenti:

.       un 41enne di Carovigno, poiché nel corso di una perquisizione personale è stato trovato in possesso di 0,3 grammi di cocaina, occultati nella tasca del giubbotto, sostanza stupefacente sequestrata;

.       una 20enne di Latiano, la quale, sottoposta a perquisizione personale è stata trovata in possesso di 1 grammo di marijuana, nascosto all’interno della propria borsetta, sostanza sottoposta a sequestro.

.       un 29enne di San Vito dei Normanni, perché sottoposto a perquisizione personale è stato trovato in possesso di 5 grammi di marijuana, nascosti all’interno della tasca dei pantaloni, sostanza stupefacente sequestrata;

.       un 47enne di Carovigno, poiché alla guida della sua autovettura, nel corso di una perquisizione personale e veicolare è stato trovato in possesso di 0,3 grammi di eroina, celati nella tasca del giubbotto. Sostanza stupefacente sequestrata e patente di guida ritirata.

Complessivamente sono stati eseguiti 11 controlli a persone sottoposte a misure di sicurezza e prevenzione, identificate 40 persone, controllati 25 automezzi, 5 perquisizione eseguite, 3 esercizi pubblici controllati ed elevate 16 contravvenzioni al Codice della Strada.

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Dopo anni  di precariato è arrivata la stabilizzazione  negli organici del Comune di Villa Castelli per 8 ex Lavoratori socialmente utili.

La CGIL  ha seguito tutto il percorso e ha sollecitato parte politica per  traguardare il risultato.

E’ del 18 marzo 2021 la determina con cui il Comune di Villa Castelli ha disposto  per gli 8 lavoratori interessati , 5 di Area A e 3 di Area B, la sottoscrizione del contratto di lavoro con decorrenza 29 Marzo 2021.

Per il momento si tratta di  un part tim.

L’impegno della CGIL è quello dell’aumento progressivo dell’orario di lavoro di questi dipendenti.

Intanto prendiamo atto positivamente  della volontà politica del Comune di Villa Castelli a porre fine ad anni di precariato per questi lavoratori.

 

 

 

 IL SEGRETARIO GENERALE                                                                                         LA SEGRETERIA TERRITORIALE                                                          

    ANTONIO MACCHIA                                                                                                                      Patrizia Stella

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Senza zone gialle fino al 30 aprile restano chiusi per il servizio al tavolo o al bancone i 22mila bar, ristoranti, pizzerie ed agriturismi presenti in Puglia con un crack da 500 milioni di euro per l’intero mese. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, sulla possibilità di una Puglia rossa o arancione per tutto il prossimo mese emersa al termine della cabina di regia Covid sul nuovo decreto.

Una situazione insostenibile – sottolinea la Coldiretti regionale - dopo il lockdown di Pasqua che rappresenta un momento importante per ristoranti e per i 900 agriturismi presenti in Puglia particolarmente apprezzati dalle famiglie nei weekend di primavera. Ristorazione ed alberghi sono i settori più colpiti dalla pandemia Covid che ha tagliato i consumi del 40,2% nel corso del 2020 con un effetto a valanga che - sottolinea la Coldiretti – ha travolto interi settori dell’agroalimentare Made in Italy con vino e cibi invenduti.

“La spesa alimentare è tornata indietro di dieci anni su valori del 2010 nonostante che in termini percentuali si sia verificato un aumento rispetto alle altre spese. I consumi alimentari dei pugliesi fanno segnare un calo del 10% nel 2020 per effetto del crollo del canale della ristorazione che non viene compensato dal leggero aumento della spesa domestica, mentre  si sono ingenerate le speculazioni sui prezzi dei beni di prima necessità, che vanno fermate per difendere la capacità degli pugliesi di rifornire le dispense di casa con cibo e bevande e garantire un giusto compenso agli agricoltori”, dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo, la ristorazione e l’agriturismo – precisa la Coldiretti regionale – rappresentano addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Le limitazioni alle attività di impresa – conclude la Coldiretti Puglia - devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione in un settore chiave del Made in Italy.

In complesso – sottolinea Coldiretti Puglia - quasi 15000 ristoranti, bar, mense, 6.500 pizzerie  e gli agriturismi operanti in Puglia sviluppano un fatturato annuale di oltre 5 miliardi di euro che ora è praticamente azzerato, con i pesanti effetti che si trasferiscono direttamente – conclude Coldiretti Puglia - lungo tutta la filiera a causa del taglio delle forniture di alimenti e bevande colpendo le aziende agricole ed alimentari per le quali è necessario prevedere adeguati ristori.

Si calcola che 300 milioni di chili di carne bovina, 250 milioni di chili di pesce e frutti di mare e circa 200 milioni di bottiglie di vino – precisa la Coldiretti – non siano mai arrivati nel 2020 sulle tavole dei locali con decine di migliaia di agricoltori, allevatori, pescatori, viticoltori e casari che soffrono insieme ai ristoratori. Anche alla luce dell’avanzare della campagna di vaccinazione – conclude la Coldiretti regionale – è importante quindi iniziare a pensare alle riaperture in sicurezza dei locali della ristorazione dove sono state adottate importanti misure, quali il distanziamento dei posti a sedere facilmente verificabile, il numero strettamente limitato e controllabile di accessi, la registrazione dei nominativi di ogni singolo cliente ammesso.

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“La CGIL Camera del di Lavoro di Mesagne, esprime con convinzione solidarietà alle lavoratici e lavoratori agricoli, sostenendo senza se e senza ma, tutte le iniziative che le organizzazioni sindacali metteranno in campo, a partire da quelle già programmate il 31 marzo, con presidio davanti al Senato e il 10 aprile, con manifestazione davanti le Prefetture di tutta Italia, per chiedere ad alta voce che gli venga riconosciuta pari dignità. Il governo deve sapere che non ci sono lavoratrici e lavoratori di seria B”.

Le segreterie nazionali di Fai LAI e Uila si sono riunite nei giorni scorsi per esaminare i contenuti del decreto Sostegni e lo stato dei rinnovi dei contratti provinciali agricoli.

Per quanto riguarda il decreto Sostegni, Fai, FLAI e Uila sottolineano le gravi discriminazioni perpetrate a danno di un milione di lavoratori agricoli che sono stati, ancora una volta, esclusi dal diritto a qualsiasi “sostegno”, malgrado abbiano subito la perdita di milioni di giornate di lavoro a causa dell’emergenza COVID.  A ciò si aggiunge la preoccupazione dei sindacati per il riemergere, attraverso interviste e dichiarazioni di stampa, della tentazione di modificare, semplificandola, l’attuale normativa sui voucher in agricoltura che ha garantito finora trasparenza e regolarità nell’uso di questo strumento.

Sul fronte dei rinnovi contrattuali, Fai, FLAI e Uila hanno evidenziato come le trattative si stiano trascinando in quasi tutte le province italiane, in particolare nel meridione, senza trovare una soluzione positiva. 

A fronte di questa situazione, Fai, FLAI e Uila hanno deciso di attuare una serie di iniziative di mobilitazione della categoria e di chiedere un incontro con i ministri del lavoro e dell’agricoltura Andrea ORLANDO e Stefano PATUANELLI, con le commissioni lavoro, bilancio e agricoltura di Camera e Senato.

Il primo pacchetto di iniziative prevede, per mercoledì 31 marzo, un presidio di lavoratori davanti al Senato e una conferenza stampa per spiegare le richieste di modifica e di integrazione al decreto sostegni; mentre sabato 10 aprile si svolgeranno manifestazioni davanti alle prefetture di tutta Italia.

Si tratta di una prima serie di iniziative che verranno ulteriormente implementate se, nelle prossime settimane, non si dovessero trovare risposte positive alle richieste dei lavoratori agricoli. 

                                                                             Il Coordinatore

                                                                            (Cosimo ZIZZA)    

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Non solo occorre svincolare la spesa investendo in assunzioni a tempo indeterminato,

ma occorre concentrare le assunzioni in settori strategici sanitario e sociale e nei servizi educativi per affrontare la pandemia e per gestire i servizi all’ utenza.                                                                                            Gli strumenti e le risorse, osserva il sindacato, “possono e debbono essere trovate”.

 Lo dimostra anche l’ultima legge di bilancio che per la prima volta, apre una prospettiva di sostegno permanente all’occupazione negli enti in settori come i servizi sociali e quelli educativi.

 Si tratta di risorse che dimostrano che con un adeguato sostegno da parte dello Stato gli enti possono invertire la tendenza all’invecchiamento e alla riduzione del proprio personale precario. 

Uomini e donne in trincea che meritano stabilità occupazionale, dopo tante reiterazioni di

proroga, personale indispensabile per garantire i servizi, integrato e formato.

Peculiare appare il quadro invece apparso in controtendenza secondo l’orientamento

normativo nazionale generale quanto riguarda il personale sanitario della ASL Brindisi ed

 in particolare quello dei 141 operatori socio sanitari, anche suscettibili in svariati casi 

 del decreto milleproroghe e prossimo al requisito dei 36 mesi per essere stabilizzato.

Non hanno ricevuto invece rinnovi contrattuali per essere sostituiti con altro personale

precario e con nomine a tempo determinato di 4 mesi.

“PRECARIATO SU PRECARIATO” riteniamo sia condizione illogica, inaccettabile ed indignitosa per i nostri lavoratori, ma anche in antitesi a quanto il quadro normativo nazionale potrebbe indicare al contrario per loro. Una decisione quella di mandare a casa chi ha affrontato ed affronta la pandemia che riteniamo inaccettabile.

La frustrazione, la precarietà vissuta dai nostri lavoratori per noi diviene anche un servizio precario per pazienti ed utenti.  Come FPCGIL BRINDISI chiediamo alle istituzioni di recepire tutte le misure a garanzia della salvaguardia occupazionale, garantendo lavoro stabile e sicuro anche in questo territorio.

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