Redazione
Chiuso l'open tennis al De Guido di Mesagne
Si è concluso martedì scorso dopo 21 giorni e 299 gare il 2° torneo Open di tennis organizzato dal Circolo Tennis “Dino De Guido” di Mesagne. Una edizione record quella di quest’anno: un totale di 227 iscritti, distribuiti tra 162 uomini e 65 donne. A trionfare sono stati Juan Ignacio Iliev (CT Lecce), Vittoria Paganetti (CT Bari), Gianmarco Bonillo (CT Garden 77 Lama), Beatrice Veltri (R. Viola Tennis & Sports Lamezia Terme), Marco Salonne (CT Latiano), Silvia Caponegro (CT De Guido Mesagne), Giuseppe Morleo (CT De Guido Mesagne).
Non ha conseguito la patente, ma guida l'auto. Denunciato
Brindisi. Sorpreso per la seconda volta a circolare per le vie della Città alla guida di un’autovettura pur non avendo mai conseguito la patente, Denunciato.
In Brindisi, i Carabinieri della locale Compagnia–Sezione Radiomobile, a conclusione degli accertamenti, hanno denunciato un 30enne del luogo per guida senza patente perché mai conseguita. In particolare, i militari lo hanno sorpreso alla guida di un’autovettura, sprovvisto della relativa patente che l’uomo non ha mai conseguito, reiterando la medesima violazione che gli era già stata contestata dagli operanti a maggio del 2020. Il veicolo è stato sottoposto a fermo amministrativo.
Conserva un fucile del padre. Denunciato
Ceglie Messapica. Detiene abusivamente un fucile appartenuto al defunto genitore, denunciato.
I Carabinieri dipendenti dalla Compagnia di San Vito dei Normanni, a conclusione di specifici controlli eseguiti nei confronti di detentori di armi comuni da sparo, hanno denunciato un 50enne residente in Ceglie Messapica, per detenzione illegale di un fucile da caccia. In particolare è stato accertato che l’arma era appartenuta al defunto genitore dell’uomo che aveva omesso di denunciarne la detenzione all’Autorità preposta. L’arma è stata sottoposta a sequestro. (Foto archivio)
Coldiretti. Cresce in Puglia l'export di frutta
COVID: COLDIRETTI PUGLIA, CRESCE EXPORT FRUTTA E ORTAGGI LAVORATI E CONSERVATI (+6,1%).
E’ cresciuto nel 2020 del 6,1% l'export pugliese di prodotti della lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi, una conferma della grande dinamicità del settore, nonostante le difficoltà negli scambi con l’estero a causa del Covid ed il gap della logistica che la Puglia e l'Italia scontano rispetto ad altri Paesi. E' Coldiretti Puglia a commentare i dati Coeweb Istat sulle esportazioni che nel segmento ortofrutticolo pugliese segnano un ulteriore balzo in avanti.
"E' il successo dell'export legato a precisi distretti produttivi, con Foggia che fa la parte da leone in Puglia, vive una crescita tangibile grazie soprattutto agli sbocchi in Germania e negli Stati Uniti di ortofrutta e conserve", dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
"Oltre agli scambi storici e consolidati verso la Germania - aggiunge il presidente Muraglia - la Puglia si è imposta negli ultimi anni in Tunisia, Francia, Polonia, Regno Unito e Svizzera, oltre a Benelux, Scandinavia, Spagna, Albania, Grecia. La specializzazione strutturale dell'ortofrutticoltura pugliese, legata alla spiccata vocazione pedoclimatica, flessibilità e tradizione imprenditoriale, consente di proporre una amplissima gamma di prodotti, supportata dalle grandi performance produttive. Tutto ciò va tutelato e promosso sui mercati italiani e mondiali".
Ancora bassa invece la capacità di esportazione in Cina, Russia, Giappone - dice Coldiretti Puglia - un tema su cui impattano problematiche di conservazione degli alimenti, complessità logistica e lontananza dei mercati, con l’ortofrutta pugliese che va messa al centro del Patto per l’Export, perché le esportazioni di ortofrutta pugliese in Germania, Regno Unito e Russia hanno registrato un calo del 21% nel 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, come effetto della Brexit e dell’embargo russo, trend negativo già registrato nel 2019 che si è aggravato a causa del Covid.
“Vanno aperti nuovi mercati esteri per creare sbocchi commerciali per l’ortofrutta della Puglia, dove si produce il 74% di uva da tavola a livello nazionale, oltre ad altri primati nel segmenti ortaggi e frutta. Per sostenere le esportazioni – aggiunge il presidente Muraglia - la crescita e le nuove opportunità di lavoro occorre investire sulla competitività del Made in Italy a partire dall’apertura a nuovi mercati esteri e dal superamento delle grandi difficoltà create dall’embargo russo, attraverso l’avvio e la promozione di un progetto “Ortofrutta italiana” attraverso il quale vengano sponsorizzati i prodotti a marchio Italia sui mercati europei e non, così come sta facendo la Spagna e la Francia”.
“Il settore ortofrutticolo non ha beneficiato – dice il presidente Muraglia - dell'esonero dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti dai datori di lavoro e oggi, alla luce delle evidenti difficoltà causate dal periodo di incertezza dovute al Covid, vanno pensati e adottati provvedimenti e strumenti urgenti ed essenziali per dare liquidità e sostegno agli operatori della filiera ortofrutticola pugliese”.
“Servono al contempo nuovi mercati per l’ortofrutta pugliese e maggiori tutele per i produttori – insiste il presidente Muraglia - circa il prezzo di vendita dei prodotti che possa tutelarli e consentirgli la copertura dei costi di coltivazione, gestione e raccolta dei prodotti così da poter distribuire maggiori ricchezze anche ai lavoratori, quindi rispetto dei contratti di lavoro per evitare situazioni involontarie di sfruttamento dovute dall’appiattimento dei margini di guadagno”.
La Puglia è il primo produttore in Italia di uva da tavola e, grazie all’enorme contributo pugliese, l’Italia è il primo produttore al mondo, con il 16% sulla produzione globale, ricorda Coldiretti Puglia. Le importazioni di uva da tavola in Italia ammontano a 25.000 tonnellate (circa il 3,2% dei consumi interni), di queste, una fetta consistente – denuncia Coldiretti - proviene dall'Europa (49%) e dall'America centro meridionale (circa il 25%), ed in particolare dai sue due principali paesi produttori Cile e Perù, la restante parte proviene dall'Africa (13,5%) ed Asia (4,6%).
Chirurgia generale di Francavilla Fontana, un bilancio dell’attività. Bellanova: “Ecco il nostro protocollo per ridurre i tempi di degenza”.
Negli ultimi 16 mesi, nonostante le limitazioni dovute alla pandemia, nella Unità operativa di Chirurgia generale dell’ospedale Camberlingo di Francavilla Fontana sono stati eseguiti circa 1300 interventi chirurgici in elezione e in urgenza, prevalentemente ad alta complessità. Le patologie trattate sono quelle oncologiche, come i tumori del colon, stomaco, tiroide, tumori rari, e non oncologiche: malattia del giunto esofago-gastrico, patologie infiammatorie intestinali, chirurgia di parete addominale, della colecisti e delle vie biliari.
A tracciare un bilancio dell’attività è il direttore del reparto di Chirurgia generale, Giovanni Bellanova. “La maggior parte delle procedure chirurgiche – spiega - è stata effettuata con tecniche mini-invasive: la sala operatoria della chirurgia generale è dotata di un letto operatorio di nuova tecnologia e di una colonna laparoscopica ad alta definizione che permette il massimo dei risultati con piccole incisioni. Nella nostra casistica rientrano 500 day service, 300 operazioni in urgenza, 200 per la colecisti, 90 interventi per il colon-retto e 50 per la riparazione di ‘disastri’ della parete addominale. Durante il lockdown tra marzo e aprile 2020 quella di Francavilla Fontana è stata l’unica chirurgia della Asl di Brindisi e ha ospitato la Breast unit”.
Bellanova sottolinea che “si è appena concluso un percorso formativo sul ‘Miglioramento in Chirurgia’, un evento di notevole rilevanza sotto il profilo assistenziale sanitario, accreditato Ecm, che ha portato alla creazione di diversi protocolli e percorsi clinici multidisciplinari, con la finalità di implementare il livello delle prestazioni, migliorare l’outcome del paziente e la qualità lavorativa”.
“L'attività di chirurgia oncologica e di chirurgia maggiore – aggiunge - viene gestita in maniera multidisciplinare con riunioni settimanali in cui vengono condivise le indicazioni e il trattamento delle patologie tumorali, in collaborazione con le Unità operative di Oncologia Medica e Radiologia. Tutti i pazienti affetti da patologie colorettali sono trattati rispettando le linee dei protocolli Eras, enhanced recovery after surgery, con un insieme di misure perioperatorie, multidisciplinari integrate, in collaborazione con la Farmacia clinica e la Medicina Interna dell’Ospedale”.
Gran parte dei pazienti viene dimessa tra la prima e la sesta giornata postoperatoria grazie alla mobilizzazione precoce e al diminuito tasso di complicanze, con conseguente riduzione dei tempi di degenza ospedaliera. Infine, sono attivi diversi servizi di assistenza ambulatoriale, affidati alla stessa équipe di medici del reparto: l’ambulatorio divisionale di prime visite e medicazioni, la proctologia con il nursing infermieristico per la gestione degli stomizzati, la flebologia chirurgica, la chirurgia ambulatoriale, il follow up chirurgia maggiore e oncologica, le medicazioni avanzate e il servizio di endoscopia digestiva.
“Questi risultati sono possibili – conclude Bellanova – grazie al lavoro senza sosta di medici, infermieri e oss e al coordinamento della Direzione Medica e Amministrativa di presidio e del management della Asl di Brindisi. Attualmente la nostra è l’unica chirurgia no Covid in grado di drenare le urgenze e le prestazioni chirurgiche di tutto il proprio territorio di competenza, nonché della parte meridionale della provincia di Taranto e della zona a nord-ovest di quella di Lecce”.
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UNICEF/Rapporto Migranti: nel 2020 raggiunti oltre 6.000 bambini e giovani migranti e rifugiati in Italia
Il 2020 ha posto nuove sfide alla protezione e inclusione di bambini e adolescenti migranti e rifugiati. La pandemia da COVID19 ha infatti esacerbato i rischi sanitari, aumentato le difficoltà nell’accesso ai servizi, l’esposizione al rischio di sfruttamento e violenza. Questo è il quadro descritto dal Rapporto annuale 2020 - Programma dell’UNICEF a sostegno dei bambini e adolescenti migranti e rifugiati in Italia lanciato oggi. Lo scorso anno sono sbarcati in Italia via mare oltre 34 mila migranti. Di questi, il 5% erano minorenni accompagnati, il 14% arrivati soli, senza figure familiari di riferimento (circa 4.600). Un dato in aumento rispetto ai 1.600 arrivi di bambini e adolescenti soli registrati nell’anno precedente, e che si somma agli oltre 70 mila bambini e adolescenti non accompagnati già sbarcati nelle nostre coste dal 2014 al 2019. Secondo dati ufficiali, in totale, i minorenni non accompagnati presenti in Italia a fine 2020 erano circa 7.000, l’87% con un’età compresa tra i 16 e i 17 anni, principalmente provenienti dalla rotta balcanica, Nord Africa, e Asia.
Sebbene il contesto italiano disponga di un solido quadro normativo per la protezione di bambini e adolescenti, permangono lacune nel sistema d’accoglienza, come la disparità negli standard di accoglienza o dei servizi di supporto e nell’accesso a questi ultimi da parte dei minori non accompagnati o di altri gruppi vulnerabili e a rischio di esclusione. Stessa disomogeneità si riscontra nei percorsi di istruzione e formazione e nei processi di ascolto dei minorenni e giovani migranti e rifugiati. Infine, persiste il bisogno di una formazione specifica per gli operatori sociali a contatto con giovani in condizioni di vulnerabilità.
Per rispondere a queste sfide, nel 2020 l’UNICEF è intervenuta a fianco delle istituzioni raggiungendo oltre 6.000 minorenni e giovani migranti e rifugiati e circa 1500 operatori con interventi diretti:
- 3.600 minorenni e giovani sono stati supportati con servizi di protezione tra cui il supporto psico-sociale, l’accesso a forme di affido familiare e il supporto legale individualizzato;
- 1.400 hanno avuto accesso a servizi di prevenzione e risposta alla violenza di genere;
- Circa 1.000 minorenni hanno avuto accesso a programmi di sviluppo delle competenze;
Tra le azioni online:
- Oltre 1.500 operatori sono stati formati online sulla protezione dei minori e risposta alla violenza di genere;
- Oltre 5600 giovani hanno espresso la propria voce tramite la piattaforma U-Report on the Move.
- Oltre 40 mila i minorenni e giovani raggiunti con informative;
Nel 2020, oltre alle costanti sfide legate al bisogno di protezione e inclusione sociale, l’UNICEF ha risposto anche ai bisogni specifici legati alla pandemia da COVID-19 con un focus sui soggetti più vulnerabili, i minorenni e giovani al di fuori del sistema d’accoglienza garantendo la presenza di team mobili per screening medici e distribuzione di kit igienici, oltre che con la diffusione di informazioni salvavita sulle misure di prevenzione e contrasto alla diffusione della pandemia. Inoltre, il COVID-19 ha esacerbato i rischi di sfruttamento e violenza soprattutto nel caso di bambine, ragazze e donne. L’UNICEF ha rafforzato quindi l’intervento a favore di questi gruppi e potenziato inoltre il processo d’ascolto e risposta durante l’emergenza per capire la percezione, le paure e i desideri di bambini e adolescenti. Tra i risultati:
- 2.400 migranti e rifugiati raggiunti con screening medici, pre-triage e attività di orientamento; oltre 2.800 con la distribuzione di materiale igienico;
- 1.250 giovani sono stati raggiunti con percorsi formativi di e-learning;
Tra le azioni online:
- Oltre 160 mila persone raggiunte con messaggi-chiave sul COVID-19 adattati alle esigenze linguistiche, culturali, di età e di genere; 95.000 persone hanno ricevuto informazioni sui rischi specifici connessi alla violenza di genere durante la pandemia;
- Oltre 2.000 adolescenti, inclusi migranti e rifugiati, sono stati ascoltati durante il lockdown sulle loro prospettive per il futuro post Covid-19. 7 mln di utenti sono stati raggiunti attraverso una campagna di comunicazione nata per dare voce ai bisogni individuati e promuovere messaggi positivi contro la discriminazione e la xenofobia, per un futuro più equo e solidale.
“La protezione dei minorenni vulnerabili, tra cui migranti e rifugiati, deve restare una priorità dell’agenda politica– afferma Anna Riatti, Responsabile del programma di risposta dell’UNICEF a favore dei bambini e adolescenti migranti e rifugiati in Italia – La pandemia continua a porre importanti sfide e oggi più che mai è necessario rafforzare i meccanismi di ascolto, protezione e contrasto alla violenza, l’inclusione socio-economica, raggiungere i minori fuori dal sistema d’accoglienza, e identificare vie d’accesso sicure per ragazze e ragazzi che lasciano i loro Paesi d’origine”.
“I risultati raggiunti lo scorso anno dall’UNICEF mostrano la grande capacità di risposta dell’Organizzazione nel suo complesso anche nei confronti di una grave situazione sanitaria che ha cambiato e sta cambiando le vite di tutti. L’UNICEF continuerà a lavorare mettendo in primo piano i bambini e gli adolescenti, con l’obiettivo di realizzare il superiore interesse del bambino riconosciuto dalla Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, e in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) dell’Agenda 2030”, ha dichiarato Carmela Pace, Presidente del Comitato Italiano per l’UNICEF.
Nel 2020, oltre ai partners istituzionali a livello nazionale e locale, e alle altre Agenzie delle Nazioni Unite, l’UNICEF ha collaborato con diversi partners della società civile tra i quali: ARCI, ARCIRAGAZZI, Centro PENC, Coordinamento nazionale Comunità d’accoglienza (CNCA), INTERSOS, Istituto Tecnologie didattiche del CNR, Junior Achievement Italia, Médecins du Monde, Refugees Welcome, Save the Children Italia, Women’s Refugee Commission e YOUNICEF. Tra i partner del settore privato invece Freeda, Mygrants, ScuolaZoo e Tree.
Per il 2021 l’UNICEF continuerà a garantire il supporto a oltre 6000 bambini e adolescenti con gli interventi di protezione, inclusione e partecipazione, e la formazione di oltre 2000 operatori, continuerà inoltre l’azione online di informazione e sensibilizzazione. L’UNICEF continuerà anche a garantire la diffusione di informative salvavita e la condivisione di informazioni e servizi utili per rispondere alle esigenze di protezione contro i rischi della pandemia.
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Il Cobas Antirazzista di Brindisi commemora Domenica 28 Marzo alle ore 16,30, nell’anniversario dell’affondamento della nave Albanese “Kater I Rades” avvenuto nel 1997 in acque internazionali , le vittime di quella “Strage di Stato” e tutte le vittime per mare e per terra che si sono avute nel corso di questi anni nel tentativo di arrivare in Europa.
L’iniziativa del lancio di fiori in mare sarà accompagnata da una riflessione storica sull’immigrazione del Professore Gigi Perrone di Lecce
Faremo un collegamento telefonico con Krenar Xhavara , superstite della Kater I Rades che perse in quel tragico avvenimento la moglie ed una figlia di 6 mesi.
Intervento anche di Erminia Rizzi, barese,componente dell'ASGI(associazione nazionale studi giuridici sulla immigrazione)
L’inutile accostamento sempre più stringente della nave della Marina Militare Italiana “Sibilla” portò al rovesciamento della piccola nave Albanese e la morte di ben 108 persone a differenza delle 82 riportate dalle cronache di quei giorni.
Alla solidarietà della popolazione brindisina del 91 venne contrapposta immediatamente una politica italiana , già alcune settimane dopo il loro arrivo , fatta di navi pronte a bloccare chi tentava di scappare .
Quel tragico avvenimento della nave albanese affondata anni dopo ne fu il tragico epilogo.
Da una parte quindi politiche di respingimento militare e dall’altra nel corso degli anni leggi sulla immigrazione sempre più liberticide come la Turco-Napolitano e la Bossi-Fini
Leggi che costringono persone senza nessuna colpa , se non quella di essere poveri , di essere incarcerati per mesi e mesi nei diversi nomi con cui hanno chiamato i lager di trattenimento.
Addirittura quegli spazi conquistati con le lotte come la fase dell’accoglienza in Italia per i rifugiati vengono fortemente ridotti, gli interventi statali tagliati sempre più.
Ai festeggiamenti del trentennale dell’arrivo degli Albanesi a Brindisi dobbiamo accostare politiche di accoglienza degne di questo nome , altrimenti tutto è ipocrisia.
Sappiamo anche che è importante ricomporre un vasto fronte antirazzista come facemmo negli anni con la Rete Antirazzista nazionale .
Un vasto fronte capace di contrastare quel clima di odio e intolleranza sostenuto pubblicamente da parte di riconosciuti settori politici .
Per il Cobas Antirazzista di Brindisi Roberto Aprile
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Nessuno ordina, nessuno consegna. Uno sciopero per dire no all'accordo pirata stipulato da Ugl e Assodelivery, per chiedere l'applicazione del contratto nazionale di lavoro, per la sicurezza. E poi per quei diritti che dovrebbero spettare a tutti: malattia, maternità, rappresentanza sindacale e tutto ciò che rende un lavoro dignitoso. E mentre le app annunciano che faranno ricorso contro i verbali dell'ispettorato del lavoro che impongono l'assunzione di 60mila fattorini, proprio noi insieme ai riders facciamo appello ai clienti: sosteneteli anche voi, Il 26 marzo non ordinate tramite app!
Dopo lo sciopero di Amazon, Venerdì ci sarà quello dei Riders di tutta Italia e i Riders di Brindisi aderiscono convintamente. Una settimana importantissima per il mondo del lavoro e il movimento sindacale del nostro Paese perché a scioperare, a chiedere migliori condizioni di lavoro e di vita sono i lavoratori di aziende multinazionali, aziende che in nome della modernità fanno profitti milionari (pagando tasse ridicole) sulla pelle dei lavoratori.
Da parte nostra siamo con i tanti lavoratori di Amazon che con coraggio hanno deciso di incrociare le braccia, sapendo di avere un contratto in scadenza e sapendo che solo lottando si può migliorare la propria condizione.
Ora sarà il turno dei Riders che di contratto e diritti non ne hanno proprio e già le piattaforme ed i loro algoritmi si stanno industriando per penalizzare chi rivendica di poter lavorare dignitosamente.
Il 26 marzo alle 11:00, nel rispetto delle normative sul contenimento della pandemia da Covid19, saremo al loro fianco all’iniziativa sul piazzale Brin Park nei pressi di McDonald’s.
Per questo il motto di tutti il 26 Marzo deve essere #IoNonOrdino!
Brindisi 24 marzo 2021
Antonio Macchia Segretario Generale CGIL Brindisi
Luciano Quarta Segretario Generale NIdiL Cgil Brindisi
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Chiusura di parchi e cimiteri per i weekend delle Palme e Pasqua. Con ordinanza sindacale, nei giorni 27 e 28 marzo e 3, 4 e 5 aprile 2021, è stata disposta la chiusura al pubblico dei parchi urbani e di quartiere e delle aree verdi del Monumento al Marinaio di Brindisi; la chiusura dei cimiteri (Centro e Tuturano), con esclusione delle attività non differibili (tumulazioni, ecc.); l’intensificazione dei controlli da parte della Polizia Locale, al fine di garantire il rispetto delle misure di contenimento previste dal Dpcm del 2 marzo 2021, nei parchi e nelle aree verdi che non dispongono di recinzione.
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