Redazione

“Per il centro anziani si sistemi subito l’impianto di riscaldamento e si ribandisca la gestione con criteri di massima pubblicità e trasparenza”

Le difficoltà riscontrate nella gestione del centro anziani di Bozzano non sorprendono affatto, confermando quanto denunciato nelle scorse settimane dal PD di Brindisi. In tempi non sospetti, il Partito Democratico cittadino infatti aveva sollevato forti dubbi sulla scarsa pubblicità data al bando e sull'inopportunità di affidare la gestione ad un'associazione notoriamente vicina ad un consigliere comunale di maggioranza come sostenuto da più parti.

La notizia della rinuncia dell'associazione "Officina sociale" a causa di presunti problemi all'impianto di riscaldamento, peraltro risaputi, è la conferma di una vicenda che è partita male e continuata peggio.

È comprensibile la determinazione degli anziani ad avere un luogo dove socializzare dopo tanto tempo e per questo, come partito, abbiamo sostenuto fortemente che l’immobile fosse dotato degli opportuni certificati di sicurezza. Invece non abbiamo mai condiviso, e denunciato pubblicamente,  le pressanti sollecitazioni politiche di gruppi della maggioranza che evidentemente avevano a cuore più le loro promesse che il benessere degli anziani. Forse il l’obiettivo, neanche tanto nascosto, era quello di gestire il centro anziani per fini non prettamente sociali e ludici. Sta di fatto che ora emerge, come sostiene, guarda caso, un consigliere comunale di maggioranza che si fa portavoce dell’associazione aggiudicataria del centro anziani, che non sussisterebbero le condizioni per utilizzare il centro.

La circostanza che il vincitore dell'avviso pubblico abbia fatto sapere, in maniera singolare per tramite un consigliere comunale di maggioranza, senza una comunicazione ufficiale, di non poter rispettare tutte le condizioni del bando avvalora i nostri dubbi e rafforza la nostra richiesta. Rinnoviamo perciò l'invito al Sindaco Marchionna di annullare la procedura di gara e di rilanciare il bando con la massima pubblicità non appena la struttura sarà completamente pronta per essere affidata. È fondamentale garantire trasparenza, equità, efficienza e rispetto delle condizioni stabilite nell'interesse della comunità e degli anziani coinvolti.

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Dal divieto delle insalate in busta e dei cestini di pomodoro all’arrivo nel piatto degli insetti, dal nutriscore che boccia le eccellenze Made in Italy al via libera alle etichette allarmistiche sulle bottiglie di vino, dal permesso alla vendita del prosek croato e agli altri falsi fino alla possibilità di importare grano dal Canada dove si coltiva con l’uso di glifosato secondo modalità vietate in Italia. Sono solo alcune delle follie europee che rischiano di tagliare del 30% la produzione di cibo Made in Italy, contro le quali migliaia di agricoltori da tutta Europa con la partecipazione per l’Italia della Coldiretti sono scesi in piazza assieme al presidente Ettore Prandini a Bruxelles, dove si tiene il Vertice straordinario dell’Ue con la presenza del premier Giorgia Meloni.

In piazza è stata allestita una mostra sulle “Follie dell’Europa a tavola” per toccare con mano gli effetti di normative ideologiche e senza freni che rischiano di stravolgere per sempre lo stile alimentare degli italiani, a partire dalla Dieta Mediterranea, e il sistema produttivo nazionale basato sulla qualità e su tradizioni millenarie, favorendo le importazioni dall’estero, con gli arrivi di cibo straniero che nel 2023 hanno raggiunto lo storico record di 65 miliardi di euro.

In Italia nel 2023 sono più che raddoppiate per un totale di ben oltre il miliardo di chili le importazioni di grano dal Canada trattato con glifosate secondo modalità vietate a livello nazionale – denuncia la Coldiretti – nel sottolineare la necessità che in Europa venga fatto valere il principio di reciprocità affinché tutte le importazioni rispettino tutti i criteri in termini ambientali sanitari e nel rispetto delle norme sul lavoro vigenti nella Ue.

ll nuovo regolamento sugli imballaggi dell’Unione Europea rischia di cancellare dagli scaffali dei supermercati l’insalata in busta, i cestini di fragole, le confezioni di pomodorini e le arance in rete con un effetto dirompente sulle abitudini di consumo degli italiani e sui bilanci delle aziende agroalimentari. Una scelta che – sottolinea la Coldiretti - apre ad una serie di problemi, dal punto di vista igienico-sanitario, della conservazione e degli sprechi, che potrebbero aumentare, come potrebbero aumentare anche i costi per i consumatori e per i produttori. Grazie al pressing di Coldiretti è stata comunque introdotta la possibilità per gli Stati membri di sospendere il divieto a livello nazionale.

Ingiusta e fuorviante è anche l’idea di – continua Coldiretti – equiparare gli allevamenti, anche di piccole/medie dimensioni, alle attività industriali contenuta nella direttiva emissioni. Nonostante il fatto che il compromesso raggiunto abbia corretto grazie alla Coldiretti molti degli eccessi contenuti nella posizione iniziale della Commissione per il settore bovino, restano preoccupazioni per i settori suino ed avicolo.

L’Unione Europea peraltro vuole sacrificare produzioni alla base della dieta mediterranea, ritenute meno importanti pur di portare avanti la propria irrealistica proposta di dimezzare l’uso di fitofarmaci che secondo la Commissione colpirebbe maggiormente produzione, dal vino al pomodoro, simbolo dell’Italia. Un provvedimento che – sottolinea la Coldiretti – avrebbe un impatto devastante sulla produzione agricola dell’Unione Europea e nazionale aprendo di fatto le porte all’importazione da paesi extra Ue che non rispettano le stesse norme sul piano ambientale, sanitario e del rispetto dei diritti dei lavoratori. Serve un approccio realistico per sostenere l’impegno dell’agricoltura verso la sostenibilità che ha già portato l’Italia a classificarsi come la più green d’Europa con il maggior numero di imprese agricole che coltivano con metodo biologico su circa 1/5 della superficie agricola totale e il taglio record in un decennio del 20% sull’uso dei fitofarmaci che restano essenziali per garantire la salute delle coltivazioni.

Senza dimenticare il fatto che l’Unione Europea dopo aver dato il via libera all’uso alimentare di larve, vermi, grilli e cavallette abbia concesso l’autorizzazione all’Irlanda di adottare sulle bottiglie di vino un’etichetta con avvertenze terroristiche, che non tengono conto delle quantità, – continua la Coldiretti – come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati” Un eclatante tentativo di demonizzare il consumo di vino che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea considerata un modello alimentare sano e benefico per la prevenzione di molte malattie, ma che si fonda anche sul consumo equilibrato di tutti gli alimenti a partire dal bicchiere di vino ai pasti il cui effetti benefici sono stati raccontati nel corso dei secoli

Un attacco a prodotti simbolo del Made in italy che viene anche dall’etichetta a colori, il cosiddetto Nutriscore, etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che – sottolinea la Coldiretti – finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti sintetici di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. I sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo – continua la Coldiretti – vogliono escludere paradossalmente dalla dieta ben l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine che la Ue dovrebbe invece promuovere. Una disattenzione – precisa la Coldiretti - confermata anche dal fatto che l’Unione Europea continua a tollerare da anni la commercializzazione del Prosek croato che sfrutta la notorietà sul mercato internazionale del vero Prosecco Made in Italy, il vino tricolore più venduto al mondo e fra i più imitati anche in Europa dove si moltiplicano le caricature del Made in Italy.

“Chiediamo alle future istituzioni Ue di iniziare fin da subito a riflettere su come adattare la futura Pac alle rinnovate esigenze di redditività e competitività delle imprese agricole nel nuovo scenario internazionale che richiede all’Unione Europea di sostenere la propria capacità produttiva nell’agroalimentare” conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare la necessità di favorire l’innovazione nelle campagne anche attraverso la nuova genetica green (Tea) e l’agricoltura 5.0.  Le sfide attuali e quelle future, anche in vista di futuri allargamenti dell’Ue impongono – precisa Prandini - scelte ambiziose in termini di bilancio dell’Unione che dovrà riconoscere il ruolo centrale del settore agroalimentare se vogliamo mirare ad una sempre maggiore sovranità alimentare a livello europeo per garantire cibo sicuro per i nostri cittadini.

 

POLIZIA DI STATO: PASSAPORTI ANNO 2023 +69,6%

 

TEMPI DI PRENOTAZIONE E DI RILASCIO

GIORNI DI APERTURA

 

DATI DELL’ATTIVITÀ DELL’UFFICIO PASSAPORTI

RELATIVI AGLI ANNI 2022/2023

 

Al fine di ottimizzare le procedure amministrative ed operative per il rilascio dei passaporti sono state disposte alcune modifiche relative agli orari delle attività di sportello degli Ufficio Passaporti della Questura e dei Commissariati di P.S. di Ostuni e Mesagne.

Attraverso il planner dell’agenda passaporti, sono stati modificati gli orari di apertura al pubblico al fine di ridurre i tempi per la richiesta del passaporto, estendendo in tal modo la fascia oraria di apertura al pubblico ed implementando quindi il numero degli appuntamenti giornalieri.

 

Tali modifiche promuoveranno un incremento delle acquisizioni dei dati dall’utenza con conseguente diminuzione dei tempi di attesa delle richieste di passaporto.

 

QUESTURA DI BRINDISI

ORARI DI APERTURA AL PUBBLICO UFFICIO PASSAPORTI

 

  • dal lunedì al venerdì con orario 08.30 / 12.30
  • mercoledì con orario 14.00 / 16.00

 

COMMISSARIATO P.S. DI OSTUNI

ORARI DI APERTURA AL PUBBLICO UFFICIO PASSAPORTI

 

 

  • lunedì – martedì – giovedì - venerdì con orario 09.00 / 13.00
  • mercoledì con orario 15 / 18

 

 

COMMISSARIATO P.S. DI MESAGNE

ORARI DI APERTURA AL PUBBLICO UFFICIO PASSAPORTI

 

 

  • lunedì – mercoledì – giovedì - venerdì con orario 09.00 / 13.00
  • giovedì con orario 15 / 18

 

MODALITA’ DI PRENOTAZIONE ALTERNATIVA ALL’AGENDA ON-LINE

L’utente potrà evidenziare la necessità di anticipare l’appuntamento ottenuto tramite prenotazione on-line evidenziando e documentando le motivazioni dell’urgenza relativamente ai viaggi per motivi di lavoro – studio – salute – turismo, rivolgendosi ai seguenti indirizzi di posta elettronica:

Questura:                                           Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Commissariato di P.S. di Ostuni:      Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Commissariato di P.S. di Mesagne: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Il personale dell’Ufficio Passaporti continuerà a garantire la costante disponibilità per contribuire in maniera ottimale a soddisfare le esigenze e le richieste dei cittadini che nel corso degli anni hanno registrato il seguente incremento:

 

ISTANZE DI PASSAPORTO ANNO 2022 – 2023

ANNO 2022

TOTALE ISTANZE PRESENTATE NR. 6.763

(Brindisi/Mesagne/Ostuni)

 

ANNO 2023

TOTALE ISTANZE PRESENTATE NR. 11.026 (Brindisi/Mesagne/Ostuni)

Incremento rispetto:

 

anno 2022: + 63 %

 

PASSAPORTI RILASCIATI ANNO 2022 – 2023

ANNO 2022

TOTALE PASSAPORTI RILASCIATI NR. 6.525 (Brindisi/Mesagne/Ostuni)

 

ANNO 2023

TOTALE PASSAPORTI RILASCIATI NR. 11.064 (Brindisi/Mesagne/Ostuni)

Incremento rispetto:

 

anno 2022: + 69,6 %

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La gestione dei servizi sanitari è un tema che sembrerebbe interessare solo gli addetti ai lavori – politici, sindacati ed ordini professionali – fino a quando per necessità o urgenza non si è costretti personalmente a dover ricorrere alle cure sanitarie o ad una visita di controllo. Quando si varca la soglia dell’Ospedale Perrino di Brindisi o di un altro Punto sanitario in provincia con un proprio caro o in prima persona il tema di una Sanità efficiente, capace di dare risposte alle urgenze ma anche alle esigenze di salute programmate e programmabili, diventa improvvisamente la priorità assoluta e tutto il resto e tutte le ragioni – lavoro, economia, politica, risorse, burocrazie – passano in secondo piano. Sulla Salute non si scherza ma come sta accadendo al nostro territorio ci si rassegna.

Per il Sindacato questo è inaccettabile: non esiste battaglia per la dignità del lavoro se il primo dei diritti costituzionali, quello alla Salute, non è garantito a tutti indistintamente, senza differenze economiche o di residenza. E non cerchiamo confronti fra Brindisi e floride città del Nord ma tra Brindisi ed altre pugliesi, nella stessa regione, quindi con le medesime risorse e regolamenti considerando i pesi specifici di ogni realtà territoriale.

Brindisi è la maglia nera della Puglia: troppo piccola per valere sui Tavoli che contano tanto che anche i suoi rappresentanti istituzionali – alcuni con un ruolo di primo piano in importanti organismi di gestione della Sanità Pubblica - sembrano avere difficoltà a far valere le proprie ragioni. I cambi di programma, l’inerzia e le continue interpellanze rivolte alla Regione dalla Terra di Brindisi poche volte si sono tramutate in soluzioni concrete tanto che negli ultimi anni i brindisini vivono una rassegnazione che riteniamo essere la più pericolosa delle sconfitte sociali. Valutare come inutile la lotta per una causa giusta, come i livelli essenziali di assistenza sanitaria, certifica la morte della società civile. 

L’ultimo caso, solo cronologicamente, quello dell’importante servizio di Radiologia Interventistica verso cui l’attenzione si è riaccesa solo dopo una vita spezzata. Tanti annunci e denunce pubbliche ma Brindisi rimane ancora sguarnita. A Bari non sarebbe mai accaduto, ne siamo certi.

I casi clamorosi sono molti come l’assenza della Terapia Intensiva Neonatale sotto le 34 settimane, le decine di posti letto che non si riescono ad attivare in vari reparti a Brindisi come in provincia, i Centri Prelievi periferici nei vari Comuni, la Medicina Territoriale mai concretamente partita e l’elenco potrebbe continuare a lungo.

La Regione Puglia, per competenze e responsabilità, ha il ruolo di guida ma anche i Sindaci, principale Autorità Sanitaria di un Comune, ed il management che a vario titolo organizza i servizi sanitari locali sono chiamati in causa sull’attuale stato dell’arte.

Accanto alle tante criticità conosciamo anche diverse eccellenze: ce le testimoniano in prima persona i tanti Rappresentanti Sindacali che vivono ogni giorno la Sanità brindisina da addetti ai lavori. Gran parte del personale medico ed infermieristico lavora in modo professionale e con spirito di abnegazione ed a loro va il nostro vivo ringraziamento ma le risorse umane sono poche, ovunque, in quasi tutti i servizi. In Puglia solo a Brindisi non si riesce ad assumere o lo so si fa in misura nettamente minore rispetto al resto della regione. Figli di un dio minore. Finché non tocca ad ognuno di noi essere il paziente di turno.

Anche sul tema sanitario, cosi come su altre decisive sfide per questo territorio, la UIL di Brindisi rinnova l’invito all’intera classe dirigente di lavorare assieme per comprendere e mettere subito in campo strategie ed azioni capaci di dare risposte a breve e medio periodo. Non parliamo di singole vertenze: le conosciamo e siamo coinvolti in ognuna di esse quotidianamente. Auspichiamo azioni di Sistema capaci di riportare civiltà e rispetto per i cittadini di Brindisi. Per non morire di rassegnazione.

Il Coordinatore provinciale UIL Brindisi

Fabrizio Caliolo

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In riferimento a quanto dichiarato nella giornata di ieri, 30 gennaio, dal presidente della prima Commissione consiliare regionale, Fabiano Amati, e riportato da alcuni organi di stampa, circa l’installazione del nuovo angiografo nel reparto di Cardiologia del Perrino di Brindisi, la Asl sottolinea che i lavori procedono senza alcun ritardo.
 
I lavori hanno avuto inizio il 13 novembre 2023 e, come da cronoprogramma e relativa notifica trasmessa agli organi di competenza, la conclusione con la successiva installazione dell’apparecchiatura è prevista entro il 15 marzo 2024. Pertanto, la data indicata per il termine dei lavori non risulta fissata per il 19 dicembre 2023 come dichiarato: si tratta di un riferimento temporale che non corrisponde alla reale pianificazione delle attività.
 
L’esecuzione dei lavori, quindi, procede nel pieno rispetto del cronoprogramma sottoscritto con gli operatori economici affidatari e, al momento, non si ravvisano particolari difficoltà per il rispetto dei tempi preventivati.
 

Sembra essere scomparsa nel nulla una macchina tipografica deli anni ’30 donata al comune di Mesagne nel 2008 dall’Antica tipografia “Castorini”, attiva in città fin dal 1890, per essere collocata in una costituenda tipoteca, ossia un museo della stampa. Un macchinario molto ricercato dai collezionisti proprio per la preziosità storica dello stesso. Dal peso di 2800 chilogrammi questa tipologia di macchina, costruita nel 1920 dalla Nebiolo di Torino, era in grado di stampare fogli con dimensioni fino a 70 centimetri per 100, utilizzando caratteri in legno. La macchina tipografica da alcuni lustri era stata depositata, in attesa di una collocazione finale, in un deposito dell’ente presso l’ex convento dei frati Domenicani. Insieme al macchinario la tipografia aveva donato una serie di caratteri mobili in legno di ciliegio di svariate misure e modelli, maiuscolo, minuscolo, corsivo, stampatello; caratteri di piombo e antimonio di varie dimensioni; mobili in legno con cassettiere dove trovavano alloggio i caratteri. Ed ancora una macchina fotografica lineare per i grandi formati e clichés in legno che simboleggiano stemmi dei vari Comuni della provincia; clichés in stampo di alluminio che simboleggiano stemmi di tanti partiti politici che si sono succeduti durante il secolo scorso, alcuni erano addirittura scolpiti a mano. E poi marchi di varie aziende che sono stati presenti sul mercato locale.via_corsi_ex_convento_domenicani_gennaio2024.jpg

Un patrimonio storico-culturale di grande valore che non si sa bene per quale motivo non è stato custodito e valorizzato in questi anni passati aprendo, di fatto, la strada all’incuria e alla scomparsa dell’antico e prezioso manufatto. Il macchinario con l’intera attrezzatura erano stati donati, il 25 novembre 2008, all’allora amministrazione comunale guidata dal sindaco Enzo Incalza. Nell’atto di donazione redatto da Mimmo Castorini si legge: “Ho il piacere di donare all'attuale Amministrazione comunale del materiale tipografico antico, ormai dismesso con l'avvento delle nuove tecnologie di stampa. Il materiale tipografico può certamente servire per allestire a Mesagne un museo della stampa, poiché lo stesso, oltre ad essere molto antico, è stato prodotto tutto artigianalmente con tecniche manuali”. Lo stesso Castorini nell’atto aveva precisato: “L'assoluto divieto che tutto il materiale donato sia a sua volta dato per motivi vari a terzi”. Il sindaco Incalza aveva risposto al Castorini ringraziandolo e garantendo la costituzione di una tipoteca alla cui inaugurazione sarebbe stato invitato lo stesso tipografo. Le vicende politiche di quel tempo non diedero il tempo a Incalza di realizzare la tipoteca. Il macchinario fu depositato nell’ex convento dei frati Domenicani, dove con il trascorrere degli anni è sparito. “Un macchinario di quel genere non può essere stato fatto a pezzi”, riflette con tristezza Raffaele Castorini, attuale proprietario dell’Antica tipografia. Intanto, dai primi accertamenti che il Comune ha eseguito nel deposito per cercare di dare una lettura corretta ai fatti denunciati sono state individuate alcune teche con i caratteri tipografici. Per il resto non c’è più nulla. La macchina sembra essere svanita nel nulla nell’arco di tre lustri. La famiglia Castorini, in ogni modo, conserva ancora i numeri di serie della macchina tipografica per ulteriori accertamenti che l’ente vorrà avviare per fare luce su questa cold-case.

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Appuntamento martedì 6 febbraio al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi con la trasposizione in pièce teatrale del celebre film campione d'incassi nel 2016 di Paolo Genovese, al suo debutto come regista teatrale. In scena un super cast.

 «Anche se fosse, che fai, glielo dici?», la battuta, e domanda retorica, è ormai diventata sineddoche di “Perfetti sconosciuti”, commedia drammatica firmata da Paolo Genovese che, dopo il film del 2016 campione di incassi e pellicola con più remake nella storia del cinema - ben 25 -, arriva al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi martedì 6 febbraio, con sipario alle ore 20.30. Biglietti disponibili online alla pagina rebrand.ly/PerfettiSconosciuti e al botteghino del Verdi, dal lunedì al venerdì, ore 11-13 e 16.30-18.30. Info T. 0831 562 554 e Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Quasi una diretta filiazione dell’opera originale che già conteneva in nuce quell’impostazione drammaturgica da sviluppare per la scena, al punto che il testo teatrale rispetta fedelmente la sceneggiatura. Un film teatrale per sua stessa natura, insomma. Una brillante commedia sull’amicizia, sull’amore e sul tradimento, che porta tre coppie di amici a confrontarsi e a scoprire di non conoscersi in realtà come credevano. Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata e una segreta. Un tempo quella segreta era ben protetta nell’archivio della nostra memoria, oggi le Sim del telefono diventano una sorta di “scatola nera” della nostra vita, delle nostre relazioni sociali. Cosa succederebbe se quella minuscola schedina si mettesse a parlare? Durante una cena, un gruppo di amici decide di fare il gioco della “verità o conseguenza” mettendo i cellulari sul tavolo e mettendo così a conoscenza l’un l’altro dei propri segreti più inconfessabili. Rifiutare la proposta significherebbe ammettere qualcosa di inespresso, così tutti accettano a malincuore. Tradimenti, fallimenti, piccinerie, bugie, pregiudizi, insoddisfazioni, sogni infranti e sarcasmo si sovrappongono e si intrecciano, dapprima come sotterranei supporti a matrimoni in crisi, poi come detonatori di una fiducia spezzata nell’amore e nell’amicizia.

Il testo è stato capace di mettere insieme sette personaggi ben calibrati in una orditura narrativa perfetta. Vibrava otto anni fa e anche sul palcoscenico “Perfetti sconosciuti” continua a far ridere e tremare perché ci parla delle nostre debolezze e di certi vetri della vita. Infranti, rattoppati o invisibili. Il regista romano guida per l’occasione un cast completamente rinnovato. Al posto dei padroni di casa Kasia Smutniak e Marco Giallini, Valeria Solarino e Paolo Calabresi; Anna Foglietta e Valerio Mastandrea lasciano i loro ruoli di coppia in crisi a Lorenza Indovina e Dino Abbrescia; gli sposini del film di Alba Rorhwacher ed Edoardo Leo ora sono impersonati da Alice Bertini e Marco Bonini; mentre il single di Giuseppe Battiston passa a Massimo De Lorenzo. Sette amici racchiusi in uno spazio living di sofà e poltrone allineati con il boccascena. E se il film ci rendeva complici ravvicinati e testimoni scomodi di menzogne e colpi di scena, la trasposizione teatrale permette un rapporto vis à vis con i personaggi con il risultato di una reciproca presenza totalizzante. Non più soltanto film a senso unico, ma semplicemente teatro.

Lo spettacolo sfoglia anche a teatro i suoi “tratti da film” ricordandoci l’importanza di “saper disinnescare” i conflitti. «Non trasformare ogni discussione in una lotta di supremazia. Non credo che sia debole chi è disposto a cedere, anzi, è pure saggio. Le uniche coppie che vedo durare sono quelle nelle quali uno dei due, non importa chi, riesce a fare un passo indietro». E anche l’importanza del “Bisogna imparare a lasciarsi”, quella del “Siamo tutti frangibili” o del “Se ami qualcuno lo proteggi, da tutto”. Paolo Genovese dissemina sapientemente sulla scena le stesse battute del film. Perché chi ha amato visceralmente un film spesso fatica a rivederlo sotto mutate spoglie. Lo spettacolo vira dal drammatico al comico attraverso svolte di stile e interpretazioni, dirette a trascinare lo spettatore nel “qui e ora” del cielo teatrale, fino a farlo anche divertire. È la potenza del teatro, una linea incessante di lavorazione e finitura, come quella di un artigiano che torna sul suo lavoro fino a percepirne la perfezione. Aggiunge Genovese: «Quando il film esce non è più tuo, mentre in teatro puoi intervenire ancora. Prima dell’inizio della tournée abbiamo fatto una settimana di prove a Todi, perfezionando certi passaggi. Non metteremo mai il punto sullo spettacolo». C’è spazio per la commozione, la riflessione e la sorpresa con gli immancabili colpi di scena, ma la cifra che sorprende è proprio quella comica. La regia divide le scene in scena, il palcoscenico ospita più stanze della casa, compreso il terrazzo, in un’intelligente partizione di luoghi e di luci funzionali a un racconto che mantiene sempre alta la soglia dell’attenzione. Il finale, consolatorio come si sa, vede tutto il gruppo di amici scattarsi un selfie davanti all’eclissi sulle note di “Perfetti sconosciuti” di Fiorella Mannoia, pezzo scritto con il brindisino Bungaro.

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Sono stati 1.364 gli interventi chirurgici effettuati nel 2023 dall'Unità operativa complessa di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale Perrino di Brindisi, diretta da Gianfranco Corina. Di questi, 398 hanno riguardato l'impianto di protesi di anca, ginocchio e spalla; 287 sono state le osteosintesi per fratture del collo del femore e 70 quelle per fratture dell'omero; più di 100, invece, sono state le applicazioni di impianti fissatori esterni. 

“I risultati ottenuti – spiega Corina – sono il frutto di un grande lavoro di squadra, composta non solo dalla mia équipe, ma anche dagli anestesisti e da tutto il personale che garantisce efficienza e sicurezza della sala operatoria e del reparto, senza dimenticare la precisa organizzazione del blocco operatorio e del reparto di Ortopedia rispettivamente guidati dai coordinatori Paola De Biasi e Valerio Paletta. Senza il sapiente operato di tutta l’équipe nulla di tutto ciò sarebbe possibile”.

Tra gli interventi di chirurgia ortopedica eseguiti ce n’è uno di particolare rilevanza per complessità ed esito. "L'inizio di questo caso - spiega Corina - risale al giugno 2022 quando il paziente, all’epoca dei fatti 34enne, arrivò in ospedale in seguito a un incidente stradale con una frattura gravemente esposta della gamba. Abbiamo immediatamente stabilizzato l'arto con un fissatore esterno temporaneo, eseguendo contestualmente un’estesa bonifica dei tessuti compromessi dal trauma. Partendo da lì, abbiamo studiato la strada migliore da percorrere. Il paziente aveva riportato un’importante perdita di sostanza ossea tibiale di circa 16 centimetri. La soluzione più rapida sarebbe stata l'amputazione della gamba per permettere da subito l’utilizzo di una protesi. Invece abbiamo optato per la via più lunga e complessa, che consente un migliore impatto sulla qualità della vita: l’osteogenenesi per distrazione secondo la metodica Ilizarov, luminare russo dell'Ortopedia, che permette la rigenerazione ossea per un completo recupero dell'arto”.

Questa tecnica consiste nell'applicazione di un fissatore esterno circolare esapodalico, a cui segue un’osteotomia del moncone prossimale della tibia. Dopo un periodo di circa dieci giorni, necessario a stimolare la produzione del tessuto osseo, si prosegue con un continuo e progressivo allungamento del sistema di un millimetro al giorno, che permette la crescita di nuovo tessuto osseo “rigenerato”.

“La gestione domiciliare del fissatore - continua Corina - è affidata al paziente che deve seguire le istruzioni di un software dedicato impostato in reparto per effettuare in autonomia la regolazione micrometrica quotidiana del dispositivo”.

Il follow-up è stato costante: il paziente si è sottoposto a medicazioni in ambulatorio dedicato due volte a settimana e a controlli clinici e radiografici ogni 40 giorni per garantire la corretta prosecuzione del processo di trasporto osseo. Nei giorni scorsi è iniziata la fase che prevede la fisioterapia dopo un percorso durato un anno e mezzo circa.

"Questa tecnica - conclude il direttore - necessita di tempo e costanza per giungere alla guarigione. Ma dal 4 gennaio scorso, rimosso il fissatore e con un’adeguata fisioterapia, il paziente potrà tornare alla normale quotidianità con la sua ‘nuova’ gamba".

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Il Sindacato Cobas, dopo il corteo che si è snodato per le strade del centro sostando sotto il Comune di Brindisi, è stato ricevuto in Prefettura insieme ad  una delegazione delle diverse crisi occupazionali e  di cittadini di Brindisi e San Vito per la questione Arneo.

L’intervento iniziale è stato dedicato alla necessità impellente di costruire un “Fronte Unico “ di tutta la città per affrontare le diverse vertenze occupazionale e per chiedere un nuovo modello di sviluppo che rifiuti i “Bomboloni” di turno calati dall’alto.

Il Sindacato Cobas ha chiesto alla apertura dell’incontro al dottor Padovano, che rappresentava la Prefettura di Brindisi, di farsi portavoce presso il Governo Nazionale ,  Regionale , unitamente a Sindaco di Brindisi e presidente della Provincia , di svolgere con la nostra organizzazione sindacale un incontro a Brindisi .

Lì dove chiederemo un ombrello con opportuni ammortizzatori sociali per due motivi:portare alla pensione i più anziani e realizzare per quelli rimasti nuovi investimenti promessi e non ancora mantenuti.

Le delegazioni presenti all’incontro sono stati:

-Sir ,ditta del carbone ,gessi e ceneri ,che domani 1 Febbraio in 83 lavoratori saranno collocati in cassa integrazione.

-Precari covid Sanitaservice , che aspettano di essere assunti così come prevede la legge .I gravi ritardi sono dovuti allo stop alle assunzioni deciso dalla Regione Puglia, di cui non sappiamo ancora le conseguenze.

-Ex Gse ora DCM che aspettano un nuovo acquirente per il gruppo Dema , per un rilancio del settore aeronauticoe rientrare a lavoro.

-Centro Crisalide ,che opera nella difesa di donne e bambini vittime di violenza , che chiude i battenti per il Comune di Brindisi e San Vito nella giornata di oggi lasciando per terra operatrici e centinaia di famiglie.

-Gruppo di Precari di Teorema e BMS chiedono di rientrare a lavoro perché c’è bisogno per le attività da svolgere

-Delegazione di cittadini Brindisini e della associazione “La voce del Cittadino” di San Vito sul problema Arneo, che chiedono una nuova legge regionale e la cancellazione di tutti i bollettini di pagamento ricevuti .

-Denunciata situazione della mancata costruzione di nuovi impianti di rifiuti e mancata occupazione per gli ex Nubile, Ex Termo meccanica,ex- BPSP,ex-EVC , unitamente alle difficoltà  del servizio attuale di raccolta .

- Il dramma di BMS e Santa Teresa ,società per cui si prospettano grosse difficoltà per fine anno  .

-Euroapi ,con le difficoltà annunciate nei giorni scorsi,

-Concorso polizia Municipale .
Il dottor Padovano della Prefettura ci comunicherà nei prossimi giorni i risultati degli interventi sugli Enti preposti.

Il Cobas si riunirà nei prossimi giorni con tutte le delegazioni di iscritti per decidere una nuova manifestazione da realizzare nelle prossime settimane, pensiamo di proporre sabato 24 Febbraio.

Brindisi 31.01.2024

Per il Cobas Roberto Aprile e Cosimo Quaranta

Al via il programma del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto per l'impiego di cittadini che devono svolgere lavori di pubblica utilità o fare la messa alla prova, nell'attività volontaria di monitoraggio della costa. Grazie al progetto, l'ente ha soccorso una tartaruga in difficoltà. 

Appena il tempo di iniziare, che le persone approdate a Torre Guaceto a seguito della consegna di apposite convenzioni tra il Consorzio ed il Tribunale di Brindisi, hanno già dato un importante contributo alla tutela delle tartarughe marine. 
Durante l'attività di monitoraggio delle spiagge, predisposta dall'ente proprio per permettere il tempestivo soccorso degli esemplari in caso di spiaggiamento, una delle persone addette al servizio ha avvistato una Caretta caretta a Punta Penna Grossa e ha chiesto l'intervento degli operatori del centro recupero tartarughe marine della riserva. 
La piccola era in ipotermia ed è stata immediatamente recuperata presso la struttura, qui sono iniziate le cure del caso e la tartarughina avrà modo di crescere e rimettersi, per poi tornare al mare quando le sue condizioni fisiche saranno ottimali ed il meteo favorevole. 
Un risultato molto importante in tema di tutela della specie raggiunto grazie alla predisposizione di questa attività. 
Il monitoraggio della costa, infatti, è più che mai necessario in inverno perché a causa dell'abbassamento della temperatura del mare e ai moti ondosi forti, le tartarughe marine molto giovani e quelle già in sofferenza a causa del deperimento dovuto all'ingestione di plastica , sempre più presente in mare, o ferite, si spiaggiano con frequenza e se non vengono avvistate subito e soccorse, perdono la vita. 
Allo stato attuale, dopo essere state formate dal Consorzio di Torre Guaceto anche in materia di sicurezza sul lavoro e vigilanza sanitaria, sono 5 le persone che stanno svolgendo l'attività dentro e fuori la riserva e ciascuna di loro fa monitoraggio in media dalle 6 alle 10 ore settimanali. 
L'ente si è reso disponibile ad accogliere ulteriori 6 cittadini e l'iter per il loro inizio è già in corso. Quando le 11 persone termineranno il servizio, l'ente potrà accoglierne altre. 
“Abbiamo sottoscritto le convenzioni con il Tribunale di Brindisi perché riteniamo che questo sia un progetto meritorio che fa bene sia alla natura, sia alla comunità – ha dichiarato il presidente del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Rocky Malatesta -, ci siamo fatti carico di questo impegno ben volentieri, più gente ci aiuta a proteggere l'ambiente e gli animali più beneficiano ci sono per tutti”.

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