Brindisi. La siccità sta mettendo in ginocchio gli agricoltori
In provincia di Brindisi la perdurante siccità sta mettendo in ginocchio l’agricoltura. Ormai è un dato inconfutabile che il comparto nel prossimo futuro deve fare i conti con risorse idriche sempre minori. Per affrontare questa emergenza bisogna strutturare le reti di distribuzione dell’acqua che attualmente è, a dir poco, un colabrodo. Inoltre, ad oggi l’89% dell’acqua piovana va persa per cui serve subito realizzare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione. Il rischio di non poter più effettuare irrigazioni di soccorso sia per carenza idrica sia perché il livello salino della falda inizia a salire in maniera preoccupante è alquanto reale. Irrigare con acqua salmastra nuocerebbe gravemente alle colture.
Tra le soluzioni per accrescere la disponibilità di acqua sul territorio c’è il riutilizzo delle acque di vegetazione, dopo opportuno trattamento in impianti su alcuni territori già realizzati, come quello, ad esempio, esistente a Mesagne e costruito decenni fa dalla provincia di Brindisi. Intanto, alcuni agricoltori stanno realizzando sulle loro aziende impianti di irrigazioni intelligenti dotati di nuove tecnologie tese a risparmiare sulla distribuzione dell’acqua. “Preoccupa molto la siccità nelle nostre campagne che sta colpendo tutte le colture presenti in provincia di Brindisi”, ha dichiarato Filippo De Miccolis Angelini presidente provinciale della Coldiretti. La carenza di acqua sta causando, tra le altre cose, anche una diminuzione sostanziale del prodotto. “La riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo – ha proseguito il presidente di Coldiretti – la stiamo constatando in questi giorni con la trebbiatura del grano e di altri cereali, ma anche quella dei foraggi per l’alimentazione degli animali e di ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere”. Con la trebbiatura in corso, si registra un calo del 30% delle rese per il grano e l’avena, del 25% per i legumi, ma si assiste anche alla maturazione contemporanea delle diverse varietà di frutta e ortaggi, come ciliegie e asparagi, dove le primizie e le varietà tardive sono maturate praticamente assieme, invadendo il mercato che non riesce ad assorbire le produzioni. “Gli effetti sono evidenti anche sul settore olivicolo – ha aggiunto De Miccolis - con il caldo durante la fioritura e la siccità che hanno compromesso l’allegagione, con una stima di un calo sensibile della produzione di olive del 40%”. Calo che va ad aggiungersi a quello prodotto dalla xylella.
“Questa criticità si è aggravata per l’assenza di una chiara strategia in merito alla gestione dell’acqua”, ha tenuto a far notare il presidente che è certo che tale situazione si acuisce perché “paghiamo il fatto di non aver presentato dei dettagliati piani operativi del Pnrr per quanto riguarda la bonifica”. Inoltre, il presidente Coldiretti ha spiegato che l’agricoltura “soffre perché la natura decide di non fa piovere, ma di sicuro perché le istituzioni non realizzano quanto necessario in termini di creazione di bacini, invasi, di sistemi irrigui. Ecco perché c’è bisogno di un cambio di passo sulla strategia dell’acqua in agricoltura. Oggi assistiamo a fenomeni pluviali ormai non più eccezionali con il rischio che quando piove fa anche danno alle colture. Quindi - secondo Coldiretti - ci deve essere un diverso approccio nella gestione acqua in agricoltura che non può essere più rimandato”.
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