Iniziata in provincia di Brindisi la vendemmia 2022 In evidenza

Agosto 31, 2022 1821

In una prospettiva di totale incertezza economica e produttiva ha preso avvio la vendemmia 2022 anche in provincia di Brindisi mantenendo la tempistica, più o meno, dello scorso anno. Tuttavia, nel 2022 vi sono delle incertezze e delle incognite che gravano sul comparto. Infatti, la siccità e il caldo, oltre i 40 gradi, avrebbero tagliato la produzione di almeno il 15% con i vigneti messi a dura prova anche da continui eventi estremi come nubifragi e grandinate che stanno caratterizzando un agosto pazzo. “In provincia di Brindisi si è avuta prima la siccità poi le grandinate, eventi che avranno sicuramente effetti negativi sulle quantità, ma la qualità delle uve non si discute, e a quella qualità deve corrispondere il giusto prezzo”, ha tenuto a precisare Pietro De Padova, presidente di Cia Due Mari. Al momento in provincia di Brindisi è terminata la vendemmia dello Chardonnay e sta per iniziare quella del Primitivo. “La situazione nella zona della Dop Primitivo di Manduria è complessa. L’anno scorso erano riconosciuti anche 170-180 euro a quintale.taglio_grappoli_malvasia.jpg

Quest’anno i prezzi sono in picchiata del 30-40% per il primitivo di Manduria Dop, mentre l’Igp Primitivo Salento è pagato a 50 euro, a fronte dei 150 euro a quintale del 2021”, ha fatto notare il presidente De Padova secondo cui “con l’aumento dei costi delle materie prime gli agricoltori si vedono decurtato il reddito”. Intanto, nella prima decade di settembre si dovrebbero iniziare a vendemmiare tutte le altre tipologie di uve, comprese la Malvasia Nera e il Negramaro che formano la Doc Brindisi. “Per aiutare le aziende agricole a sopravvivere la regione Puglia dovrebbe farsi promotrice di una defiscalizzazione degli oneri contributivi”, è ciò che ha chiesto l’imprenditore agricolo e vice presidente della Cantina Riforma Fondiaria di Mesagne, Emanuele Guglielmi. “I costi di gestione – ha proseguito l’imprenditore – ci stanno soffocando. Purtroppo l’azione speculativa messa in atto ai nostri danni dai trasformatori, con un basso prezzo di acquisto dell’uva da vino, non preannuncia nessuna ripresa. Le grosse aziende di trasformazione vogliono scaricare su di noi l’aumento dei loro costi di gestione”. Per ciò che riguarda la vendemmia dello Chardonnay Guglielmi ha spiegato che “è stata buona sia sotto l’aspetto quantitativo sia sotto quello qualitativo. Bisogna tenere presente, però, che la mia azienda è irrigua altrimenti le aziende che non hanno potuto irrigare hanno registrato un calo di produzione”. Anche nella zona di Mesagne lunedì inizia la vendemmia del Primitivo, del Cabernet e del Syrah, mentre per la Malvasia e Negramaro bisognerà attendere oltre la prima decade di settembre.taglio_delluva_vendemmia_2022_2.jpg

Nel territorio di San Pancrazio la vendemmia dello Chardonnay è stata soddisfacente. “Abbiamo vendemmiato un’uva sana e di eccellente qualità”, ha spiegato il presidente delle Cantine di San Pancrazio, Oronzo Pati. “Fare una stima di un eventuale calo di produzione sulle altre varietà di uve al momento è impossibile - ha chiarito il presidente – da lunedì iniziamo a tagliare il Primitivo e potremo constatare eventuali cali. La qualità, in ogni modo, è buona”. Medesima situazione presso la cooperativa Agricola Latianese. “Abbiamo terminato la vendemmia dello Chardonnay riscontrando un calo di circa il 20 per cento, da lunedì iniziamo quella del Primitivo – ci ha detto, Giuseppe Schiena, presidente del sodalizio latianese – per ciò che riguarda un eventuale calo di produzione generale dobbiamo aspettare il termine di tutte le operazioni vendemmiali”. Infine, il presidente Schiena ha confermato che le vendite dell’uva, al momento, sono poche e a basso prezzo. Certamente prezzi che faranno chiudere in rosso i bilanci aziendali.taglio_delluva_vendemmia_2022_1.jpg

 

 

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Nella zona agricola a nord della provincia di Brindisi la vendemmia, per ciò che riguarda le due Doc Ostuni, Bianco e Ottavianello, si prospetta buona, sia sotto l’aspetto qualitativo sia sotto quello quantitativo. Almeno è quanto afferma Enzo Iaia, presidente del Gal Alto Salento e imprenditore agricolo di Villa Agreste. iaia_enzo_imprenditore_viticolo_villa_agreste.jpg

Presidente Iaia che vendemmia state affrontando in questi giorni?

“La vendemmia 2022 nel nostro areale di competenza, quello delle due Doc Ostuni, Bianco e Ottavianello, caratterizzato da piccoli appezzamenti che si vanno ingrandendo, per ridare alla zona la viticultura di un tempo, ad opera di piccoli produttori che lavorano solo sulla qualità varietale e non sulle quantità di uve e di mosti per il commercio all’ingrosso, si prospetta ricca e interessante: infatti, non essendoci state piogge  e umidità rilevanti, non si sono registrate pressioni di patogeni  per  lo sviluppo di malattie fungine come oidio e peronospora”.

Il forte caldo dei mesi scorsi non ha stressato i vitigni?

“No di certo. Il caldo, che ha interessato la zona a partire dalla metà di maggio, quasi senza soluzione di continuità, ha sicuramente predisposto alla massima espressione la maturazione fenolica che, soprattutto nelle uve a bacca bianca, necessita di equilibrio con l’acidità potenziale. Due elementi rompicapo, in quanto potrebbero non coincidere con le tempistiche del loro singolo sviluppo”.

Nella sua azienda quest’anno ha voluto fare una sperimentazione piuttosto spericolata.

“E’ vero. A Villa Agreste, la cui cifra è la “sperimentazione” di nuove interpretazioni del passato, abbiamo voluto provare a realizzare due ulteriori scommesse: se lo scorso anno abbiamo vendemmiato tutte le uve bianche a fine settembre e quelle rosse addirittura il 2 ottobre, quest’anno abbiamo deciso di vendemmiare Impigno e Francavidda, che sono le due componenti del Bianco Ostuni Doc, immediatamente dopo Ferragosto. Questo dovrebbe averci consentito di conservare la giusta acidità che è necessaria per spumantizzare: per Natale, pertanto, dovrebbe essere pronto il nostro primo spumante, realizzato con metodo Charmat, che sarà peraltro il primo in assoluto con questo uvaggio”.

E l’Ottavianello che risultati sta dando?

“Il giorno dopo la vendemmia dei bianchi, abbiamo vendemmiato parte dell’Ottavianello presente in vigna, per provare, sempre nel solco delle sperimentazioni, a vinificare in bianco anche l’Ottavianello. Il nostro vitigno portabandiera potrebbe svelare delle interessanti sorprese con una vinificazione in bianco, grazie alla peculiarità che è propria del suo acino, ovvero la speziatura”. 

Pertanto vi proponete come “Casa dell’Ottavianello” nella terra della Doc?

“Naturalmente sì. Cercheremo di coinvolgere, innanzitutto, i giovani agricoltori per dare un contributo alla rinascita, come nel secolo passato, di un territorio fatto di piccoli appezzamenti, anche solo di un ettaro, o, come nei tempi andati, anche solo di un tomolo, di Ottavianello, di Impigno e di Francavidda.  Un sistema agrario piccolo, ma di grande qualità, fatto di impegno di studio e sviluppo per far emergere le più profonde tipicità ed identità della nostra terra, sfidando il mercato dei grandi numeri”.

E per le altre uve che programmi avete?

“Il Minutolo, che vinifichiamo sempre in purezza, sarà vendemmiato probabilmente a metà settembre, e le restanti quantità di uva a bacca rossa saranno parte di una vendemmia collettiva che vorremo condividere con chi avrà piacere di partecipare all’evento, in quanto quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario delle due Doc Ostuni (1972 – 2022) e abbiamo in programma una valorizzazione e dei festeggiamenti ad hoc”.

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Inizio della vendemmia 2022 piena di tensione per i viticoltori della provincia di Brindisi per la flessione che ha avuto il prezzo di vendita delle uve da vino a causa di  una speculazione dei trasformatori sul comparto produttivo. Così, mentre i costi di gestione stanno soffocando le aziende vinicole i prezzi di vendita sono, al momento, talmente bassi da non essere remunerativi. In questo quadro di profonda crisi Coldiretti ha chiesto un incontro con l’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, che avverrà lunedì mattina.

“Oggi il settore vitivinicolo pugliese affronta una crisi che è frutto di errori e carenza di un sistema che non è ancora capace di cogliere le opportunità di questo settore”, ha spiegato Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Coldiretti Brindisi che lunedì avrà un vis-a-vis con l’amministratore regionale all’Agricoltura. “Nonostante la Puglia viva un momento felice in termini di posizionamento, la logica che sembra predominare è quella della quantità e non quella della qualità, la logica della speculazione e non la realizzazione di una filiera forte”, ha spiegato il presidente -. La Puglia dimostra di non avere ancora la stoffa del leader per questo settore e, come sempre, si cerca di scaricare la contingenza negativa sulla parte più debole della filiera: il produttore, quello che quando la pianta è matura dopo un anno di sacrifici, ansie, siccità, grandine, costi folli del gasolio e dei fitofarmaci, si vede riconoscere per un prodotto di altissima qualità dei prezzi da fame”.

Parole dure, quelle del presidente De Miccolis, che dimostrano la disperazione presente in un comparto cruciale dell’economia nazionale. “Questo non è più accettabile – ha precisato il presidente provinciale di Coldiretti - occorre vigilare innanzitutto su di un mercato troppo spesso falsato dalle logiche speculative del vino sfuso. Bisogna premiare ed incentivare chi mira alla qualità, a prodotti distintivi capaci di valorizzare il territorio e che sappiano far parte anche del sistema turistico, in sostanza bisogna proteggere e valorizzare chi fa della terra e dell'agricoltura un valore”. La prospettiva è che se le aziende agricole cessano di produrre lasciano sul territorio abbandono e degrado. “Il tema dei costi per gli agricoltori, il caro energia e gasolio, la siccità e la strategia sull'acqua dovrebbero essere al centro dell'agenda politica e della campagna elettorale, ma ad oggi l'unica cosa che si sente sono i litigi per le candidature e le relative poltrone, mentre il nostro territorio viene divorato dalla xylella e gli agricoltori si vedono riconosciuti prezzi da vergogna”, ha messo in chiaro De Miccolis Angelini che ha invitato i politici a “svegliarsi perché l'inverno si preannuncia "caldo" e bisogna agire ora con misure specifiche per il settore volte a garantire il reddito degli agricoltori e lavoro per il nostro territorio”. 

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