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La Coldiretti a Mesagne per il Ringraziamento
La Giornata del Ringraziamento dal 1951 viene festeggiata dalla Coldiretti in tutta Italia, con una manifestazione promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) per rendere grazie per il raccolto dei campi e chiedere la benedizione sui nuovi lavori.
Ogni anno scegliamo un tema nazionale che oltre a divenire un tema per le messe che vengono celebrate, diviene anche il tema per una riflessione all’interno delle nostre federazioni, dei nostri consigli e delle nostre attività.
Il tema di quest’anno è incentrato sui pericoli delle agromafie, delle mafie che mettono i loro artigli nel nostro settore cosi come in altri infettandolo e creando danni incalcolabili per le nostre comunità, in cui degrado, inquinamento, sfiducia e prevaricazione dei più deboli divengo il triste epilogo dell’infiltrazione criminale nell’economia e nel nostro tessuto sociale.
La scelta di Mesagne non è casuale, questa terra ha vissuto per troppo tempo l’infamia di una etichetta mafiosa che oggi questa comunità cerca di debellare attraverso un percorso virtuoso di riscatto, fatto di legalità, rilancio economico e senso di comunità.
Sicuramente la presenza dello stato nel garantire sicurezza e punire i criminali è fondamentale, ma un riscatto è possibile solo se la comunità è salda nel costruirlo senza lasciare i più deboli indietro, creando una economia che dà reddito ed un tessuto sociale ricco di valori.
Il covid così come l’inflazione galoppante e la crisi energetica in atto pongono grandi sfide per le nostre comunità. La capacità di garantire che l’agricoltura sappia produrre, attraverso uno sviluppo ragionato, reddito e lavoro diviene fondamentale per il nostro territorio: se si perde l’opportunità di rigenerare il territorio devastato dalla Xylella, se si deturpa il paesaggio rendendolo poco attrattivo per il turismo, se si manca l’obiettivo di tutelare le produzioni vitivinicole costruendo una filiera forte e distintiva, se spariscono le tante aziende che garantiscono eccellenze ortive, cerealicole e zootecniche, l’unica cosa che ci rimarrà sarà degrado, povertà e senso di sfiducia. In queste condizioni prolifera e trova consensi la criminalità. Quando viene meno un’azienda agricola quel territorio rimane sguarnito non solo di un attore della nostra economia, ma di un vo e proprio custode della terra.
Fare agricoltura è difficile, è un settore pieno di incognite ed incertezze, ma è un lavoro meraviglioso, ricco di altruismo ed amore per la terra. Immaginate le generazioni che per secoli hanno piantato milioni di ulivi nostri territori, la maggior parte di loro non ha goduto a pieno dei frutti dei propri sacrifici, MA ERA ANIMATA DALLA CONSAPEVOLEZZA, COSÌ COME AVEVANO FATTO I LORO PADRI, CHE SE UNA GENERAZIONE NON PIANTA NON CE NE SARÀ UNA CHE RACCOGLIE. Ecco che l’agricoltura va tutelata e protetta, troppe volte i nostri imprenditori vengono lasciati soli e quando sono in difficoltà sono preda della criminalità, oppure quando avviano una impresa florida vedono succhiarsi il sangue da parassiti che con violenza godono dei sacrifici altrui, oppure vedono aziende che fanno delle regole in materia di lavoro, sicurezza alimentare e origine dei prodotti carta straccia mettendo in atto una concorrenza sleale che toglie qualsiasi possibilità a chi con tanti sacrifici opera onestamente.
E’ ora di essere risoluti e come comunità non permettere che nessuno rimanga indietro, che nessuno sia preda, perché chi delinque in questo spera nell’incapacità di una comunità di essere solidale e nella assenza dello stato o nella sua debolezza nel punire. La criminalità cerca di sostituirsi ed esso e stabilire un differente ordine sociale ed economico in cui tutti sono sudditi e schiavi.
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