COLDIRETTI PUGLIA, CAVALLI LIPIZZANI PATRIMONIO UMANITÀ
UNESCO: COLDIRETTI PUGLIA, CAVALLI LIPIZZANI PATRIMONIO UMANITÀ; A CONVERSANO CUSTODITA LINEA DI SANGUE IN MASSERIA.
L’allevamento dei cavalli lipizzani è stato riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’Unesco, con l’allevamento della linea Conversano, una delle 8 linee di sangue, ‘custodito’ in masseria proprio a Conversano in provincia di Bari. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia. nell’esprimere apprezzamento per il riconoscimento Unesco concesso all’allevamento dei cavalli Lipizzani nell'ambito della 17/a sessione del Comitato del patrimonio culturale immateriale in corso a Rabat in Marocco.
Il testo del fascicolo ricorda come il cavallo lipizzano dalla creazione della razza nel 1580 presso l'odierna località slovena di Lipizza, si sia diffuso in tutti i Paesi dell'impero austroungarico, "implementando infrastrutture, architetture e saperi che continuano ancora oggi". Alle femmine – spiega Coldiretti Puglia - si attribuisce il nome della madre, ai maschi dei lipizzani viene attribuito il nome della linea del padre con l’aggiunta di quello della madre. Nel caso ci siano più fratelli si aggiunge il numero romano. Un’anticipazione di qualche secolo rispetto all’attribuzione del doppio cognome alle persone.
In Puglia – aggiunge Coldiretti Puglia - la passione per i cavalli di Francesco Minunni, uno degli ultimi allevatori della razza Conversano, una delle 8 linee di sangue dei Cavalli Lipizzani, gli stessi cavalli bianchi protagonisti delle tele della Gerusalemme Liberata, dipinte nel Seicento da Paolo Finoglio e ora custodite nei saloni della Pinacoteca del Castello.
Fra i cavalli, progenitori dei Lipizzani e fino a qualche tempo fa custoditi nella storica masseria Tarsia Morisco, spicca Conversano Tartara, imponente stallone bianco utilizzato negli attacchi e perfetto per il dressage tanto amato dalla corte asburgica.
Sono 403 i cavalli lipizzani iscritti in Italia al Libro genealogico tenuto da Anareai, aderente a FedAna. Il riconoscimento de “La tradizione dell’allevamento del Cavallo Lipizzano” – sottolinea la Coldiretti - è frutto di una candidatura transnazionale con capofila la Slovenia e comprendente, oltre all’Italia, Austria, Bosnia, Croazia, Ungheria, Romania e Slovacchia.
L’allevamento del cavallo Lipizzano – continua la Coldiretti - rappresenta un complesso patrimonio di conoscenze e pratiche tramandatesi nel corso dei secoli nelle aree politicamente e geograficamente assoggettate all’influenza asburgica. La razza Lipizzana è il primo esempio documentato di razza costituita a partire da incroci pianificati tra soggetti di diversa provenienza (Spagna, Italia, Danimarca, Impero Austriaco, Penisola Arabica) selezionati nelle generazioni successive per le caratteristiche desiderate per l’uso della casa regnante: eleganza del passo, resistenza allo sforzo prolungato, temperamento vivace ma stabile. Dalla creazione della razza nel 1580 presso la città di Lipica, nell’odierna Slovenia, il cavallo Lipizzano – conclude la Coldiretti - si è diffuso in tutti i paesi dell’impero austro-ungarico con le caratteristiche della razza, ad iniziare dal mantello grigio perla, che sono state fissate nella seconda metà del 1700.
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