La peronospora sta falcidiando i vigneti. L'esperto
Dopo la pandemia da Covid che ha colpito gli umani adesso è la volta di una pandemia agricola che sta colpendo la produzione di uva: la temibile peronospora. Infatti, a causa delle perduranti piogge e degli sbalzi di temperatura il batterio si sta annidando tra le produzioni viticole annientandole del tutto. Ed è allarme tra gli agricoltori per cercare di bloccare questa epidemia verde che incide negativamente sulla futura produzione di vino e sui relativi bilanci aziendali. La peronospora è la malattia crittogamica più grave della vite. Essa è in grado di attaccare tutti gli organi verdi della pianta, principalmente le foglie, i germogli e i grappoli, causando ingenti danni alle coltivazioni. Le viti infette possono subire un calo significativo della produzione, portando a un'inevitabile crisi economica per i nostri viticoltori. E a risentirne sarà la produzione vinicola regionale, e in particolare quella brindisina, i cui produttori da anni stanno combattendo contro un mercato sempre più globalizzato e in mano a logiche speculative.
Preoccupazioni e disagi che da tempo Coldiretti Brindisi ha segnalato alle autorità competenti denunciando le difficoltà che il mondo vitivinicolo brindisino e pugliese stanno attraversando sia nella passata che nella presente campagna vitivinicola. “Le speculazioni, l'assenza di visione e regia gravano su di un comparto che per molto tempo è stato trainante, ma che oggi necessita di un cambio di passo per affrontare le sfide del mercato ed un posizionamento che ancora è troppo spesso caratterizzato da prezzi bassi da scaffale e poco su valorizzazione del territorio e qualità”, ha spiegato Filippo Angelini De Filippis, presidente di Coldiretti Brindisi -. Basti pensare come sia esigua ancor oggi la percentuale di vino prodotto rispetto a quello imbottigliato”. Attualmente la Puglia è la seconda regione italiana per giacenza di vino, poco più di 7 milioni di ettolitri. “Troppe volte – ha proseguito il presidente - abbiamo denunciato la necessità per il settore di controlli più stringenti, di politiche mirate, di un ruolo centrale delle cooperative e di un diverso rapporto tra trasformatori e produttori, quest'ultimi ancora troppo spesso anello debole della filiera”. Non solo.
“Lo scorso anno – ha proseguito De Miccolis - abbiamo visto come si sia improvvidamente cercato di scaricare sulla parte agricola l'aumento dei costi di trasformazione e le difficoltà derivanti dagli aumenti del costo dell'energia. Né, infine, è possibile sottacere i timori di scelte scellerate adottate da alcuni Paesi europei e di certe proposte presenti nei documenti Comunitari, circa l’obbligo di un’etichettatura shock sui pericoli del consumo di alcol, o dell’avvento dei vini dealcolati, che porterebbero ad un vero e proprio declassamento del comparto”. Davanti a questi fatti i viticoltori sono piuttosto preoccupati poiché devono combattere una battaglia su più fronti, prima nei terreni contro il batterio killer della peronospora e poi in cantina contro le speculazioni internazionali. “L'illusione che gli agricoltori possano resistere ad ogni scossone, ad ogni vessazione e gioco speculativo rappresenta una degli elementi di debolezza del sistema. Le rese nazionali e regionali preoccupano ed i dati parlano chiaro”, ha concluso il presidente di Coldiretti. Infine, Napoleone Cera, consigliere della Regione Puglia in una missiva inviata al presidente Emiliano, ha dichiarato: “La peronospora, una malattia fungina che colpisce le piante di vite, può causare gravi danni alle nostre colture: le viti infette possono subire un calo significativo della produzione, portando a un'inevitabile crisi economica per i nostri viticoltori”.
L'ESPERTO.
Da decenni i vitigni sono afflitti da una fitopatia molto grave che si accentua quando si hanno annate con un andamento metereologico caratterizzate da giornate calde-umide. Si tratta della peronospora che falcidia i vigneti di uva da vino e da tavola. Per sapere qualcosa in più su questa “malattia” del vitigno che influisce anche sulla qualità del vino che si andrà a produrre ne abbiamo parlato con Gino Vulcano, agronomo della Coldiretti.
Dottore cos’è la peronospora.
“La peronospora della vite è un fungo che si manifesta attaccandosi alle foglie e al grappolo. Nelle foglie provoca una perdita della capacità fotosintetica e un futuro disseccamento delle stesse mentre sul grappolo, oltre alla perdita dello stesso, gli acini superstiti produrranno un vino con qualità scadente. Essendo una malattia di origina fungina il vero problema è che in questa annata con elevata umidità ed elevata temperatura gli attacchi diventano esplosivi”.
Una volta che la peronospora è nel vigneto come si deve comportare il viticoltore?
“Gli agricoltori si programmano nelle varie fasi della crescita della pianta i trattamenti da fare. Ma con le precipitazioni diventa impossibile entrare tempestivamente nei campi poiché diventano impraticabili a causa delle precipitazioni. Pertanto, capite bene, che non è solo un problema di trattamenti, ma anche di praticità nel non poter intervenire. Generalmente si utilizzano dei prodotti coprenti, preventivi, che hanno l’azione di formare una patina sulle foglie ed evitano l’attacco fungino ai tessuti della pianta. Si fanno nella primavera, quando la vegetazione è scarsa. In un secondo momento, molto delicato, quando ci sono le foglie formate in pre fioritura oltre a utilizzare prodotti coprenti si utilizzano prodotti citotropici translaminare o sistemici, cioè prodotti che sono assorbiti dalla pianta e anche traslocati con la soluzione circolante presente in essa. Questo trattamento si utilizza quando la malattia è penetrata nei tessuti della pianta. È l’unico modo per intervenire. Si consiglia sempre di rispettare le modalità riportate nelle etichette”.
Ma una volta che si forma il grappolo cosa si può fare e le produzioni bio?
“La difesa della vite quando c’è la formazione del grappolo diventa più difficile poiché è difficile controllare la malattia. Ed è ciò che sta avvenendo in questi giorni. Soprattutto per le produzioni biologiche poiché mentre nei sistemi di produzioni convenzionali e integrati si possono utilizzare i prodotti sistemici nell’agricoltura biologica si utilizzano accorgimenti agronomici con tecniche colturali che prevedono l’inerbimento e l’indurimento dei tessuti con utilizzo di prodotti a base di rame, ma la difesa è totalmente di natura agronomica. Produrre in bio una buona qualità di vino è un grande successo quando, naturalmente, ci si riesce”.
Il maltempo, con temperature più basse della media stagionale, bombe d’acqua e vento forte, dopo la lunga siccità, continua a colpire, a macchia di leopardo, anche la provincia di Brindisi causando gravi danni alle colture. In primis ai vitigni in cui si è insidiata la terribile peronospora, la malattia crittogamica più grave della vite che, in pochi giorni, è in grado di attaccare tutti gli organi verdi della pianta, principalmente le foglie, i germogli e i grappoli, causando ingenti danni alle coltivazioni. Ne abbiamo parlato con Carmine Dipietrangelo, Amministratore unico di Tenute Lu Spada di Brindisi. “L’aggressività e la modalità con cui la peronospora sta colpendo – ha spiegato - non è nella mia memoria e neanche direi nei testi. È l’effetto delle condizioni climatiche che da aprile ad oggi hanno prodotto continue piogge, umidità notturne e mattutine consentendo alla peronospora di svilupparsi aggredendo non solo le foglie, ma contestualmente e direttamente anche i grappoli d’uva”. Dai dati meteo rilevati nell'areale della provincia di Brindisi si riscontra che la piovosità da gennaio 2023 ad aprile 2023 è stata mediamente di circa 350 millimetri con una punta massima di 130 millimetri di pioggia circa, caduti nel periodo di aprile 2023, contro una media di 500 millimetri di pioggia caduti durante tutto l'anno 2022. Se si aggiungono poi le piogge di maggio e di questi giorni abbiamo un quadro a dir poco allarmante. Le temperature medie rilevate nel periodo di germogliamento - fioritura della vite da vino, hanno registrato una media di 25° C la massima con punte di 29° C le minime medie di circa 10° C con punte di 6,5° C. “Questo contesto climatico – ha proseguito Dipietrangelo - secondo il nostro agronomo, ha permesso la maturazione piena delle spore di peronospora, ordinariamente svernanti nei vigneti e, successivamente, attraverso temporali e piogge abbondanti, sono iniziate le prime infezioni sui vigneti suscettibili, proseguendo poi ad infezioni latenti e poi ripetute, che manifestavano l'evasione della malattia in concomitanza a piogge o condizioni meteo con altissima percentuale di umidità relativa”. L'incidenza del danno maggiore, che ha coinvolto anche i grappoli in pre e post fioritura, si riscontra con virulenza sui vigneti condotti in biologico, e sui vigneti in convenzionale o integrato che hanno previsto interventi tardivi seguenti l'infezione primaria della malattia. “Nell'agro di Brindisi, nei confronti che ho cercato, ad oggi si registra un danno sui vitigni a "macchia di leopardo" con punte di incidenza anche del 60% di danno alla produzione”, ha precisato il manager di Tenute Lu Spada -. Sui nostri vigneti abbiamo rilevato da subito la criticità, facendo della protezione in copertura la strategia di difesa attuata, ma nonostante questo abbiamo danni soprattutto su Negroamaro, Malvasia Nera e Vermentino”. Purtroppo ad oggi si assiste ancora a condizioni climatiche avverse che favoriscono infezioni del fungo. Così, relativamente alla vendemmia 2023, ad oggi non si possono azzardare previsioni, per i motivi climatici, ma altresì per eventuali ulteriori patogeni che potrebbero incidere negativamente sugli aspetti quali-quantitativi dell'uva. “La speranza – ha proseguito Dipietrangelo - è una stabilizzazione delle condizioni meteo ed un ritorno di temperature ed umidità relative che possano contrastare lo sviluppo della peronospora e di altri patogeni, ma soprattutto per riequilibrare lo stato fisio-nutrizionale delle piante”. Problemi ci sono anche a Mesagne. Il vice presidente delle Cantine della Riforma Fondiaria, Emanuele Guglielmi, in fase di inglobamento nelle siciliane Cantine Ermes, ha tenuto a dire che “ci sono vigneti che hanno subito importanti attacchi di peronospora. Chi è riuscito a intervenire è riuscito a bloccarla, anche se la pressione è ancora alta. Noi non possiamo intervenire nei vitigni pieni di acqua con i trattori tantomeno con i droni poiché sono vietati. Ecco perché gli enti pubblici potrebbero aiutarci abbattendo il pagamento dell’Imu e di altri balzelli che gravano sui nostri bilanci aziendali. Oppure riconoscendo alle aziende viticole un bonus sui costi di produzione per i maggiori trattamenti eseguiti”.
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