VENDEMMIA: COLDIRETTI PUGLIA, AL VIA CON RACCOLTA GRAPPOLI NEGROAMARO

Agosto 25, 2023 740

VENDEMMIA: COLDIRETTI PUGLIA, AL VIA CON RACCOLTA GRAPPOLI NEGROAMARO; PRODUZIONE IN CALO -15% MA QUALITÀ AL TOP

Al via con la corsa alla raccolta dei grappoli di uve di Negroamaro per le basi spumante la vendemmia 2023 in Puglia che paga il conto degli eventi estremi causati dai cambiamenti climatici che hanno caratterizzato il 2023, per cui si stimano quantità in calo di almeno il 15%, ma qualità eccellente. E’ quanto rende noto Coldiretti Puglia, in occasione dei primi grappoli d’uva Negroamaro per basi spumante raccolti a Campi Salentina in provincia di Lecce, in una vendemmia partita con almeno 10 giorni di ritardo.

La produzione pugliese – sottolinea la Coldiretti regionale – dovrebbe scendere dunque intorno ai 9 milioni di ettolitri contro i quasi 11 milioni dell’anno scorso, facendo entrare il 2023 fra i peggiori anni della storia del vigneto Puglia. Si attende comunque una produzione di qualità, ma per quanto riguarda i volumi – specifica Coldiretti Puglia - molto dipende dall’evoluzione delle temperature e delle precipitazioni nelle prossime settimane e dall’impatto dei cambiamenti climatici, con i viticoltori che devono stare sempre più attenti alla scelta del giusto momento per la raccolta e la lavorazione in cantina, con il supporto continua di una qualificata consulenza tecnica.

 

“In particolare a livello regionale la peronospora, una malattia fungina ha di netto tagliato a macchia di leopardo in alcuni areali i quantitativi di uva dal 20%  fino a punte del 70%”, spiega Gianni Cantele, responsabile vitivinicolo di Coldiretti Puglia, nel sottolineare che “i costi di produzione anche per salvare il prodotto sono stati numerosi e costosissimi, anche a causa dell’impraticabilità delle campagne colpite dai nubifragi del mese di giugno, a cui sono seguiti il caldo torrido e le scottature di luglio”.

Coldiretti Puglia stima in oltre 3milioni le bottiglie prodotte sia col metodo Charmat (la maggior parte), che con il metodo classico. Malvasia, Negroamaro, Bombino bianco e nero, Verdeca, questi i vitigni preferiti per la produzione dello spumante pugliese. 

Tiene l’export del vino pugliese con un valore di oltre 54 milioni di euro anche nel primo trimestre 2023, dopo balzi a due cifre degli anni 2021 e 2022, risultati entusiasmanti che testimoniano un processo di rigenerazione realizzato da un sistema di imprese che si è posto l’obiettivo – afferma Coldiretti Puglia - di offrire nel bicchiere un intero territorio fatto del patrimonio genetico dei suoi vitigni, delle sue ricchezze endogene, del clima, di paesaggio, di testimonianze artistiche e naturali con i marchi di qualità che sono riusciti a penetrare il mercato estero facendo un salto in avanti tangibile in pochi anni.

Con un totale di 38 vini DOP e IGP la Puglia si posiziona al quinto posto della classifica nazionale dei prodotti certificati – aggiunge Coldiretti Puglia su Dati Ismea-Qualivita – con il comparto vitivinicolo che pesa per il 92,7%. Un vero boom – precisa la Coldiretti Puglia – si è verificato nel Regno Unito con un +68% che evidenzia come l’export pugliese si sia rivelato più forte della Brexit, dopo le difficoltà iniziali legate all’uscita dalla Ue, seguito dalla crescita del +24% delle vendite negli Stati Uniti.

Grande successo anche del biologico, aggiunge Coldiretti Puglia, dove 1 ettaro su 8 di vigneto è biologico in Puglia, la seconda regione italiana con 10900 ettari nel segmento del vino bio, con una spiccata attenzione anche all’ambiente, testimoniato dall’utilizzo del ‘tappo bio’, la chiusura innovativa “carbon neutral”, riciclabile al 100% e realizzata con materiali rinnovabili d'origine vegetale.

Innumerevoli le opportunità di lavoro, conclude Coldiretti Puglia, per chi è impegnato direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi, dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione.

 

VINO: COLDIRETTI PUGLIA, BALZANO COSTI DA TRASPORTI A +54% VETRO; PUGLIA PRODUCE 16% IGT NAZIONALE

L’impennata del costo del vetro cavo per le bottiglie, con un aumento che ha raggiunto il +54% negli ultimi due anni, si aggiunge al pesante gap logistico nazionale e frena l’export del vino Made in Italy nel mondo, con la Puglia che produce il 16% del vino IGT italiano, un valore importante messo a rischio dall’aumento dei costi di produzione. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base dei dati del Centro Studi Divulga, diffusi in occasione dei primi grappoli d’uva Negroamaro per basi spumante raccolti a Campi Salentina in provincia di Lecce

Se nel 2022 il balzo dei costi è stato giustificato dai picchi di prezzo per l'elettricità (543 euro per megawattora) e per il gas (233 euro per megawattora), la successiva discesa delle quotazioni energetiche non ha avuto però effetti positive sui prezzi del vetro. Infatti – continua Coldiretti su dati Divulga - negli ultimi 12 mesi, infatti, i prezzi di gas ed elettricità sono crollati rispettivamente dell’85% e 79% mentre nello stesso periodo l’indice dei costi del vetro ha continuato a crescere con un +24% nell’ultimo anno.

Su questo scenario pesa anche l’aumento dei prezzi dei carburanti e un pesante deficit logistico italiano per la carenza di infrastrutture per il trasporto merci, che costa al nostro Paese oltre 13 miliardi di euro, con un gap che penalizza il sistema economico nazionale rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga. Si tratta di un aggravio per gli operatori economici italiani superiore dell’11% rispetto alla media europea e ostacola – continua Coldiretti – lo sviluppo del potenziale economico del Paese, in particolare per il vino che è il prodotto agroalimentare italiano più esportato all’estero.

Un apprezzamento internazionale che ha provocato anche la diffusione di prodotti che sfruttano l’italian sounding che provocano perdite stimabili in oltre un miliardo di euro sui mercati mondiali senza contare i rischi legati alle richieste di riconoscimento di denominazioni che evocano le eccellenze Made in Italy. Quello dei falsi resta comunque un mercato molto florido dove i rischi riguardano l’utilizzo delle stesse o simili denominazioni o simili per indicare prodotti molto diversi.

Per difendere il patrimonio vitivinicolo italiano è necessario intervenire per contenere i costi di produzione con interventi immediati e strutturali per programmare il futuro – sottolinea Coldiretti nel sottolineare che tutelare il vino significa tutelare il principale elemento di traino per l’intero sistema agroalimentare non solo all’estero ma anche sul mercato interno, a partire dal settore turistico. In tale ottica il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) può essere determinante – conclude Coldiretti - per sostenere la competitività delle imprese sbloccando le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese e anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo.

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Ultima modifica il Venerdì, 25 Agosto 2023 11:04