Dopo la vendemmia le cantine sono in piena lavorazione
Archiviate le procedure vendemmiali adesso nelle cantine e aziende vitivinicole del territorio è un fermento non solo del mosto, ma di attività per riuscire a produrre un vino dalle caratteristiche organolettiche straordinarie. D’altronde, l’uva vendemmiata è stata di una qualità eccellente. La combinazione di fattori climatici favorevoli e la guida esperta dei team agronomici ed enologici delle aziende hanno permesso di ottenere uve di qualità eccezionale. Questa sinergia tra natura e competenza umana è una testimonianza della straordinaria bellezza e diversità dei vini salentini. Quello vitivinicolo è un settore in continua evoluzione, dove le preferenze dei consumatori e le condizioni di mercato possono variare rapidamente. Così, ad esempio, la combinazione di tradizione e innovazione rappresenta la chiave del successo di Cantine Due Palme di Cellino San Marco. Qui, infatti, la cantina si impegna a rimanere all'avanguardia, adattandosi alle mutevoli esigenze del mercato, ma senza mai perdere di vista la qualità e l'identità dei vini che li rendono graditi nel panorama vinicolo pugliese e internazionale. “E’ in atto un radicale cambiamento nelle preferenze dei consumatori nel settore dell'export”, ha spiegato il presidente di Cantine due Palme, Melissa Maci. “In un mondo in cui i mercati globali stanno attraversando una crisi evidente nei confronti dei vini rossi robusti – ha proseguito - come produttori vinicoli ci troviamo di fronte a sfide notevoli. La tendenza suggerisce che i vini rossi stanno perdendo terreno su scala internazionale, mentre vini pregiati, i rosati, i bianchi e gli spumanti stanno vivendo una crescita notevole”. Questa situazione sta costringendo i produttori a riesaminare attentamente l’approccio e la posizione dei propri prodotti.
“È innegabile – ha fatto notare il presidente Maci - che esistano importanti conseguenze economiche in questo contesto. L'incremento del costo della vita ha costretto un ampio segmento di consumatori, con risorse finanziarie limitate a rinunciare a lussi come il vino, optando invece per beni di prima necessità. D'altra parte, coloro che dispongono di maggiori risorse continuano a investire in vini di alta qualità, dimostrando che il mercato per prodotti di alto valore non è in crisi”. Tuttavia, è importante considerare che i vini più popolari, “che costituiscono la maggior parte della nostra produzione, sono anche quelli che stanno subendo la contrazione percentuale più marcata, con un impatto significativo sulle nostre vendite complessive. Quindi, in quest'anno eccezionale, ci impegniamo a promuovere il valore dei prodotti creati dai nostri esperti enologi e ad adattarci alle mutevoli esigenze dei mercati”, ha concluso Melissa Maci. In piena attività anche Villa Agreste di Ostuni con il patron Vincenzo Iaia soddisfatto del prodotto incamerato in cantina. “Ci troviamo in una posizione geografica molto fortunata, esposta a ventilazione sia da nord che da sud e pertanto siamo riusciti a preservare parte del raccolto”, ha esordito il viticoltore -. Le viti hanno lavorato per pochi grappoli, e da quella che sembrava essere un'annata nefasta è venuta fuori una produzione di uve con valori che possiamo dire straordinari, tali da aver deciso a favore di lunghissime macerazioni”.
Vitigno di punta di Villa Agreste è l'Ottavianello da cui si produce un vino di alta qualità, che potrà dare grandi soddisfazioni. “Per quanto riguarda il mercato – ha precisato Iaia - la differenza la fa la qualità del prodotto che, per quanto ci riguarda, parte dal campo, per cui stiamo canalizzando molte energie su tecniche agronomiche di precisione. Oltre a questo, bisognerà mettere insieme tutte le leve del marketing per concludere con un successo”. Quattro le strategie usate da VillaAgreste: prodotto, prezzo, promozione e distribuzione. “Lavorando su tutti questi elementi e facendo uno storytelling adeguato - ha concluso Iaia - si possono raggiungere anche i mercati più lontani. Stiamo lavorando per questo, per rendere giustizia a un territorio e ad un vitigno raro, locale ma internazionale nello stesso tempo, e speriamo di raggiungere i nostri obiettivi”.
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La Casa Vinicola Marco Carrisi, di Cellino San Marco, rappresenta oggi una tra i più importanti brand delle aziende vinicole private italiane. La storia della produzione ebbe inizio nel luglio del 1914, quando il bisnonno di Marco, Angelo Carrisi, contadino di quell’epoca acquistò un appezzamento di terreno in onore della nascita del figlio Carmelo, coltivando così la prima Tenuta di produzione vitivinicola con l’impianto ad alberello. Così anche Carmelo Carrisi, nonno di Marco, negli anni continuò con sacrificio a far produrre il terreno donatogli dal padre Angelo, appassionandosi così tanto da aumentare negli anni gli ettari vitati. La vera svolta si avrà con la gestione dell’azienda da parte del figlio Franco Carrisi, papà di Marco, il quale con le sue capacità imprenditoriali è riuscito a far crescere in maniera esponenziale l’azienda di famiglia.
Carrisi, come è andata la vendemmia appena trascorsa?
“La vendemmia appena trascorsa è andata bene perché abbiamo puntato sulla qualità del prodotto e meno sulla quantità. È stata una annata difficile per tutti perché caratterizzata da un’incertezza meteorologica nei mesi primaverili e d’inizio estate, ma siamo riusciti a mantenere un buon prodotto con dei trattamenti tempestivi e protettivi dello stesso”.
Che prodotto si sta lavorando in cantina?
“Sicuramente un prodotto eccellente con altissimo livello di attenzione sulla qualità del prodotto, curato nei minimi particolari. Per questo ci avvaliamo di un supporto tecnico composto da stimatissimi collaboratori, che porta al miglior raggiungimento degli obiettivi aziendali prefissati e programmati per ogni annata, avendo un legame quotidiano con il territorio, con le sue tradizioni, con la cultura salentina”.
I vostri vini su che mercati saranno collocati?
“La nostra azienda punta ad imbottigliare vini di alta qualità per il mercato horeca vendendo a distributori italiani e importatori esteri, soprattutto europei. Tuttavia, negli ultimi anni abbiamo voluto coronare un sogno: quello di creare un brand vincente con la produzione in bottiglia racchiudendo quello che è stato oltre un secolo di storia, caratterizzato da entusiasmo per il proprio lavoro, sacrifici, rischi e sudore. Abbiamo voluto puntare su un solo brand di garanzia e di successo: il 1914. Questi vini hanno diverse tipologie di uvaggi. La filiera va dal Primitivo, al Negroamaro, al Fiano e al Rosato Salento”.
Le previsioni per il mondo vitivinicolo per lei come sono?
“Il futuro del settore vitivinicolo sarà garantito se associato al settore turistico, dove si andrà a mettere in risalto il prodotto imbottigliato nella nostra terra di origine. In questo modo lo si potrà valorizzare nelle nostre strutture ricettive di appartenenza. Inoltre, bisognerà creare dei pacchetti promozionali affinché i turisti possano unire nelle loro vacanze il divertimento, il mare, il territorio con il buon cibo accompagnato da i vini di ottima qualità”.
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