COLDIRETTI PUGLIA, RIESPLODE LA PUGLIA DI PIANTE E FIORI
La Puglia è la settimana regione italiana per produzione e valore
PRIMAVERA: COLDIRETTI PUGLIA, RIESPLODE LA PUGLIA DI PIANTE E FIORI; ECCO I SEGRETI PER SCEGLIERLI
Dalla stagionalità al modo giusto per conservarli e piantarli, esperti del verde in azione nel mercati di Campagna Amica a Lecce
Riportare nelle case dei pugliesi i fiori approfittando della grande offerta di varietà legata alla primavera per rendere più colorate tavole, case, giardini e balconi, con effetti positivi anche sulla salute. E’ l’obiettivo della campagna promossa dalla Consulta Florovivaismo della Coldiretti e da Campagna Amica, con iniziative lungo lo Stivale e in Puglia nel mercato contadino a Lecce.
Nella top ten delle regioni italiane del florovivaismo la Puglia si piazza al settimo posto, per un valore alla produzione regionale di quasi 180 milioni di euro, di cui 110 generati da fiori e piante in vaso (-1,6% sul rilevamento precedente) e 68 milioni derivanti dal vivaismo. La Puglia concorre in maniera importante alla produzione di fiori recisi, con il 10% dei crisantemi, il 34% di garofani, il 23% di rose, il 13% di gerbere e il 16% di fresie, ma anche specie floricole minori come anemoni (28%), statici (30%) e dalie (38%). Una grande varietà d’offerta garantita dai florovivaisti – ricorda Coldiretti Puglia – nonostante le difficoltà climatiche, tra eventi estremi e siccità e, soprattutto, l’esplosione dei costi di produzione, più che raddoppiati sull’intera filiera, dai fertilizzanti agli imballaggi, dalla plastica dei vasetti alla carta delle confezioni, fino al gasolio.
Esperti del verde della Coldiretti si sono messi all’opera per spiegare ai cittadini tutti i segreti dei fiori, dalla stagionalità al significato, dalla cura e coltivazione fino all’utilizzo per creare originali composizioni. Secondo una stima Coldiretti su dati Istat, gli italiani spenderanno quest’anno circa 80 milioni di euro per l’acquisto di fiori e piante durante il periodo pasquale. Un “investimento” non solo sull’estetica ma anche sulla salute, come dimostrano i recenti studi sugli effetti benefici della loro presenza nelle case.
Acquistare fiori italiani significa – ricorda Coldiretti - contribuire alla valorizzazione del territorio e alla salvaguardia dell’ambiente sostenendo al tempo stesso un settore importante del Made in Italy. Ma i fiori italiani sono anche più freschi e più profumati perché non devono affrontare lunghi viaggi e, soprattutto, sono più salubri di quelli stranieri, spesso coltivati con l’utilizzo di pesticidi vietati da decenni nella Ue, ma anche con lo sfruttamento dei lavoratori, come nel caso delle rose kenyane.
Per scegliere varietà Made in Italy è importante innanzitutto avere ben presente il calendario della stagionalità. Il mese di aprile e la primavera in generale sono i periodi più “ricchi” in tale ottica: anemoni, bocche di leone, calle, fresie, garofani, gerbere, girasoli, gladioli, iris, gigli, mughetti, narcisi, orchidee, rose, tulipani, violaciocche, fino a cimbidi, buvardie, speronelle, strelitzie, ornitogalli, eustome, gipsofile e persino crisantemi, il fiore tradizionalmente legato al culto dei morti ma che in realtà è disponibile anche nella bella stagione, ideale per creare variopinte composizioni. Ma è una esplosione anche di piante fiorite come la dalia, la surfinia, la potunia, la levisia, i gerani, la dipladenia e le ortensie.
Non tutte le varietà si adattano però indifferentemente a ogni tipo di utilizzo. Nei vasi e nelle fioriere sui balconi vanno bene gerani, petunie, ranuncoli, dipladenie, mentre nelle aiuole nei giardini vanno meglio rose, ortensie o dimorphoteche. Importante anche la scelta del terriccio e del substrato.
Per far durare di più i fiori acquistati occorre, invece, tagliare lo stelo in obliquo e metterli in un vaso riempito a metà, tagliando anche le foglie a contatto con l’acqua, aggiungendo qualche goccia di candeggina.
L’iniziativa sui fiori conferma come i mercati di Campagna Amica, a partire da quelli coperti, siano diventati ormai luoghi non solo di acquisto dei prodotti degli agricoltori italiani ma di incontro, socialità cultura, a partire da quella delle piante. Una rete che è già la più grande di Europa e che si estenderà ulteriormente, con l’inaugurazione del grande mercato contadino a Bari il mese prossimo.
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