Questi uccelli migratori arrivano in gruppi separati per stagioni. Alcuni svernano in Riserva e ripartono con l’arrivo della primavera. Quelli che, invece, trascorrono il periodo freddo in Africa, arrivano nei mesi di aprile e maggio, e in questi giorni tanti di loro stanno giungendo nell’Area Protetta. La zona paludosa è la loro personale riserva di caccia. I falchi si nutrono di volatili come le folaghe e le gallinelle. Viene facile chiedersi come possa un animale come il falco riuscire a sopraffare un altro di dimensioni uguali alle sue e a volte anche maggiori.
Il segreto del falco si nasconde nella sua astuzia primordiale. Questi animali sorvolano i chiari d’acqua, riescono ad individuare le prede più deboli, che possono essere tanto gli animali malati, quanto quelli fiaccati dalle migrazioni, o più semplicemente gli esemplari meno “svegli” delle specie ospiti. Una volta puntata, il falco si lancia alla cattura della preda facendo una capovolta in aria e lasciandosi cadere. Una volta afferrata, generalmente le da la morte trattenendola sott’acqua, altre ferendola con gli artigli.
Benché la tecnica di cattura utilizzata da questo animale sia piuttosto cruenta, il suo ruolo nel mantenimento dell’ecosistema è di fondamentale importanza. Infatti, predando gli esemplari malati, il falco fa sì che le patologie non si diffondano da animale in animale diventando vere e proprie epidemie.
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