Il pathos, il logos e l’ethos delle forze politiche hanno ceduto il passo alla video politica della democrazia elettronica e carismatica dei leader e dei capi, pronti a determinare contenuti ed esiti, dando vita a oligarchie e ancor peggio a totalitarismi, tipici del novecento, ma lontani dalle ideologie di Pericle.
Churchill consigliava di prendere “il meglio del peggio” per avviare una nuova rinascita democratica. Sono illusioni “cogliere il primato della superiorità dell’individuo sullo Stato e avere il primato della legittimità (legge naturale) sulla legalità (legge scritta)?”.
L’esigenza della democrazia è di allontanarsi dalle ostilità e dai muri che creano miopie, scelte, scissioni e rotture, dirompenti all’invito che impedisce il dialogo e garantisce la mediazione, la formazione e la costituzione di una difesa dei diritti dentro una cornice di doveri che non sono più discutibili.
Non è fuorviante pensare alla crescita del Pil e alla ripresa delle dinamiche economiche e sociali del Paese se non si pongono correttivi all’inflazione “ferma” che è l’indice di espansione per eccellenza e all’occupazione in calo, mentre la disoccupazione è salita, passando dallo 0,2% all’11,3%. Lasciamo parlare i giovani. Il loro futuro è dominato dalle paure, “offerta di Lavoro, reddito salariale e possibilità di formarsi una famiglia”, del nostro tempo.
Abbiamo una Repubblica fondata sul “lavoro che non c’è”. Siamo tornati a essere un Paese di emigrazione, mentre accogliamo gli immigrati nel nostro territorio. Nel 2016 sono espatriati in 106 mila concittadini, quasi tutti giovani adulti. In maggioranza sono i nostri figli e nipoti tra i 18 e i 34 anni. Il suo inceppamento nella ricerca del lavoro chiede al governo, una Legge di Stabilità mirata verso un integralismo culturale di coinvolgimento e di promozione tra tutte le istituzioni della società nel ricostruire buoni contenitori per una democrazia ideale e solida, che crea lavoro, reddito salariale, previdenza e assistenza.
L’Italia, per la Uil pensionati di Brindisi, non può essere in previdenza la “maglia nera” dell’Europa per la pensione. Il requisito per l’accesso di reddito di pensione è di 66 anni e 7 mesi per tutti i lavoratori dipendenti, mentre in Svezia, invece, è prevista una finestra compresa tra i 61 e 65 anni di età entro la quale i lavoratori sono liberi di scegliere quando poter accedere al reddito di pensione.
In sanità il governatore Emiliano parla di “rivoluzione della sanità pugliese”, di “soddisfazione” del doppio incarico e di “voglia di continuare” a gestire la sanità regionale. Il suo commento riferisce che la soglia Adi (assistenza domiciliare integrata) è del 3%, sopra la media di 38 ore all’anno di assistenza in Puglia contro le 18 ore di media nazionale.
Tuttavia gli obiettivi del Servizio Nazionale S.06 chiedevano, di già nel 2014, il 3,5%di presa in carico con Adi, senza dimenticare che l’assistenza domiciliare integrata fa parte indicativa dei 32 indicatori monitorati per i Lea (livelli essenziali di assistenza).
Il termine “integrato” dà valore all’integrazione sanitaria e a quella socio-sanitaria, perché esalta il valore della dignità della persona fragile, anziana e non autosufficiente. Il suo percorso fa riferimento alla Costituzione art.32 che recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e dell’interesse della collettività, e garantisce cura gratuita agli indigenti”.
La linea guida, secondo la Uil pensionati territoriale, è nel potenziamento delle cure domiciliari integrate, che deve realizzarsi non solo nella sua estensiva copertura della popolazione target, ma anche nell’ampliamento del PAI (piano assistenziale individuale) come capacità di percorso alternativo al ricovero in strutture residenziali socio-sanitario nel momento di necessità delle condizioni di ricovero. In questa sfida occorre realizzare una forte integrazione tra i soggetti istituzionali e non (le strutture delle Aziende sanitarie Locali, i Servizi Sociali dei Comuni, le famiglie e le Organizzazioni del Terzo settore), che esercitano un ruolo prioritario nelle erogazioni delle cure domiciliari.
In Puglia, secondo le fonti Istat del dicembre 2013, 30 mila persone anziane sono non autosufficienti e hanno bisogno dell’assistenza domiciliare, mentre a Brindisi, invece, su una popolazione over 65 anni di 83.379, la presa in carico Adi è migliore rispetto alle altre province pugliesi, ma deve garantire e riqualificare meglio una erogazione omogenea e di qualità delle cure domiciliari rispondenti ai profili di cura e alle tutele del paziente “fragile” e alla capacità di supportare la famiglia con interventi coordinati e razionalizzati.
Per la Uil pensionati di Brindisi la persona fragile ha bisogno di assistenza e deve essere tutelata secondo il rispetto della dignità, equità e giustizia che sono le nostre vere ragioni nella richiesta di assistenza domiciliare protetta e assistenza residenziale ad alto livello di qualità.
Il segretario responsabile
Tindaro Giunta