e contro veti molto probabilmente si è giunti a un compromesso "storico". Il busto del generale Giovanni Messe, ultimo Maresciallo d'Italia, sarà collocato nella città di Mesagne. E con precisione nel prato antistante il castello Normanno-Svevo. A questa decisione sarebbe giunta una commissione composta dal presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Semeraro, un pool di studiosi e il nipote del generale Messe, Giuseppe, che ha in consegna il busto bronzeo dell'ufficiale. Il monumento fatto erigere negli anni Sessanta per accogliere la statua bronzea, mai collocata a causa dei veti politici, sarà ceduto, così come deliberato a settembre scorso, ai frati Carmelitani affinché possano collocarci la statua di San Michele Arcangelo, cui è dedicata l'antica chiesetta ipogea della basilica del Carmine. Se non fosse raggiunto l'accordo il nipote del generale Messe avrebbe portato la statua a Roma per essere collocata nella caserma dei sottufficiali dell'Esercito italiano intitolata proprio al generale Giovanni Messe. Probabilmente dopo anni di diatribe l'Amministrazione Molfetta è riuscita a mettere tutti d'accordo su un riconoscimento pubblico, l'unico, al valoroso concittadino. Nei decenni scorsi, infatti, nonostante gli studi accademici, i convegni realizzati da storici di fama mondiale e dalla stessa Amministrazione comunale di Mesagne, nulla è stato fatto per ricordare l’illustre concittadino. Il busto bronzeo fu costruito dall’artista mesagnese Marino grazie al contributo volontario di un gruppo di mesagnesi. La giunta dell'allora sindaco Cassio De Mauro decise di intitolare la piazza al Maresciallo d’Italia Giovanni Messe collocando sul monumento il busto. Progetto che non si è mai concretizzato a causa dei ripetuti veti politici posti sulla vicenda. Così, per alcuni anni tutto è passato nel dimenticatoio, nessuna Amministrazione si è preoccupata di colmare questa lacuna e di rendere omaggio al valoroso soldato al quale non è stato intitolato neppure un vicolo della città. E' stata titolata solo l'associazione combattenti e reduci. A nulla sono valse le pubblicazioni dei professori Luigi Argentieri e Marcello Ignone che hanno chiarito il ruolo che il generale Messe ha avuto nel secondo conflitto mondiale. Non un gerarca fascista ma un soldato a servizio della Patria. Poi a fine 2017 la svolta con la decisione di collocare il busto dell'ufficiale non in un sottoscala, dove è rimasto per decenni, ma nel cuore della sua città.
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