È necessario, però, che le Istituzioni insieme agli Enti locali e alle Imprese, si orientino per “ il futuro dei cittadini creando prossimità sociale e lavoro”.
Uscire dalla crisi significa affrontare il problema contrastando le criticità. Le basi etico morali del vivere comune si orientano nel “voler dare speranza di un futuro migliore“ ai giovani e alle loro famiglie equilibrando le forti disparità esistenti tra Nord e il Mezzogiorno. La struttura demografica si è fortemente squilibrata creando una “desertificazione territoriale”. Si è costantemente penalizzato il futuro dei giovani, limitando le loro progettualità e riducendo significativamente le loro possibilità di poter trovare lavoro. La nostra società non ha un futuro se le criticità sono “Denatalità, crisi degli investimenti, crisi economica e città formate da vecchi ed anziani soli”.
La Uil vuole essere “lungimirante” nelle aspettative e chiede di orientarsi verso il vivere comune, facendo appello alla ricchezza delle nostre radici e alle enormi potenzialità dell’indotto del nostro territorio. Il futuro della “democrazia dei diritti” chiede di uscire dalla crisi. La sfida è nella crescita aggredendo la competitività diventando vettori della produttività attraverso un sforzo comune, a cui tutti devono contribuire.
L’appello è alle Istituzioni “politica – impresa – potere economico e finanziario”. Il vettore produttivo è di fare “sistema” come “crescita della produttività” in un mondo nel quale la capacità di fare squadra è la soluzione dei problemi complessi. Nel corso degli anni di crisi, Brindisi e provincia hanno mostrato segnali di resilienza indicativi. La città ha avuto una dinamica di crescita importante non solo rispetto al tessuto economico regionale ma, anche, nel confronto con molti altri territori del paese; nel 2015 il valore aggiunto è cresciuto del 3,5%, un tasso di crescita che non si riscontra in nessuna regione, ad eccezione della Basilicata.
Per il sindacato della Uil bisogna orientarsi sulla spiccata vocazione industriale. Sono nodi vantaggiosi le presenze dei numerosi siti produttivi medi e grandi, nazionali e internazionali, come in pochi altri centri industriali del Sud e del Mediterraneo. Nel 2015, infatti, il valore aggiunto industriale ha superato il 17% di quello totale contro una media regionale inferiore al 13%, mantenendo solo in parte che nel 2005 il peso dell’industria sfiorava il 19%.
Nello stesso periodo il settore del commercio, trasporti e ricettivo ha recuperato quote di mercato e da poco più del 18% ha superato il 20%. Miglioramenti si evidenziano in agricoltura passando da un 3,9% del 2005 al 6,5 del 2015, pari a quasi tre volte il dato medio nazionale. Il calo è nel settore delle costruzioni, anche se inferiore a quella regionale, che nel 2005 era da più 6% mentre nel 2015 al 4,8%.
La Uil di Brindisi è per il rilancio industriale del territorio mettendo in sicurezza le piccole e medie imprese che sono in crisi, restituendo ai numerosi lavoratori in esubero, cassaintegrati e disoccupati una speranza dignitosa di poter lavorare. Per la Uil la difesa è nella centralità e nella dignità della persona che lavora. Questa è un diritto che dà stabilità ai giovani, previdenza e flessibilità in uscita agli anziani. Il Presidente della Repubblica Mattarella, in occasione del primo maggio, lo ha ribadito. Il tema è stato centrale in “sicurezza, previdenza e lavoro” come “conquista sociale” di una civiltà in cammino.
Il riferimento è sulle denunce d’infortunio con esito mortale, accadute in questi giorni e che riferite al periodo gennaio-marzo 2018, sono di 212 morti, l’11,58% in più rispetto ai 190 casi registrati nello stesso periodo dello scorso anno. L’attenzione deve essere sulla sicurezza e sul “dare lavoro”. Dall’analisi sui bisogni del territorio è emersa una pluralità di esigenze ma anche una pluralità di risorse umane, progettuali e finanziarie. L’industria 4.0 vuole l’impresa innovativa che punti su “competenze, condivisione, valore e trasformazione”. È una massima che si orienta sulla realizzazione di politiche di reskilling e quindi su temi centrali di rivoluzione industriale.
La formazione del nuovo governo deve portare in Italia un indice economico alternativo al Pil, che piaccia ai cittadini, valorizzando il Bes, (benessere - equo - sostenibile) dei lavoratori e dei cittadini. Il nuovo esecutivo deve affrontare da un lato il problema di sostenibilità economica (un costo complessivo di circa 136 miliardi, tra flat tax, abolizione della Fornero, aumento delle risorse per la difesa e la sicurezza, ecc.) e quello della compatibilità politica (sui migranti, ad esempio, la Lega ha costruito il suo successo della campagna elettorale, ma anche sulle tasse dove le distanze sembrano abissali).
Detto questo occorre per il sindacato della Uil, mantenere gli impegni del 28 settembre con il sindacato. Il riferimento è verso i giovani e le pari opportunità dando lavoro e occupazione, ma anche, secondo la legge regionale n.19/2006, rispettando la “Disciplina del sistema integrato dei servizi sociali per la dignità e il benessere delle donne e degli uomini in Puglia”. La verità è che non si può vivere a rischio di povertà e senza lavoro e sicurezza nei posti di occupazione. Occorre benessere attraverso crescita occupazionale, competitività e produttività. L’alternativa è nell’abbattere l’orario di lavoro dando la giusta ed equa retribuzione ai lavoratori nella conferma di un salario più ricco e più pesante e di un fisco più leggero.
Lo slogan “ meno ore di lavoro=più crescita=più occupazione=più sicurezza=meno morti bianche, deve essere un’opportunità di civiltà che crea più produttività ma anche meno infortuni sul lavoro. Il vero lavoro rende l’uomo libero, ma soprattutto la sera quando il lavoratore è a casa nel suo focolare familiare. La soluzione è in una protezione di prossimità sociale e solidale. È frustrante, però, vedere partire i nostri figli alla ricerca di un lavoro, quasi sempre all’estero, in un viaggio senza ritorno. La Uil dice “basta” con le fughe per lavoro lasciando soli i genitori e gli anziani.
La Uil è convinta ed ha fiducia che le nuove politiche locali e nazionali rispettino gli impegni elettorali in un Welfare partecipativo e contributivo che dia lavoro e sicurezza ai cittadini e alle loro famiglie.
Il segretario Uil Tonino Licchello e Tindaro Giunta, componente della segreteria Confederale Uil.