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L’ente di gestione ha immediatamente allertato gli Organi preposti sia alla prevenzione e repressione dei reati, sia allo svolgimento di accertamenti sanitari. A poche ore di distanza dalla richiesta di intervento, gli specialisti dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale si sono recati sul posto ed hanno prelevato alcuni campioni d’acqua per le analisi di laboratorio del caso. Gli esiti sono arrivati nelle ultime, quel giorno i reflui presentavano indici batteriologici di contaminazione fecale. Gli accertamenti hanno rivelato che si è verificato uno sforamento della concentrazione massima di escherichia coli prevista per lo scarico in tabella 4, quello previsto per il caso specifico.
Secondo il parere dei tecnici, ciò potrebbe essersi verificato o perché l’acqua piovana potrebbe aver trasportato alla foce del Canale Reale rifiuti biologici provenienti da scarichi abusivi tanto velocemente che i batteri non hanno avuto il tempo di degradarsi, oppure perché uno o più degli impianti comunali che scaricano nel Reale non ha funzionato e quindi non ha spinto nei collettori consortili reflui sufficientemente depurati. Quanto accaduto rende ulteriormente necessario un tempestivo intervento degli enti coinvolti nella gestione delle acque reflue affinché si possa mettere fine allo sversamento di queste nel Canale Reale. Per quanto concerne i reflui provenienti dell’impianto consortile di Bufalaria che opera a servizio dei comuni di Carovigno, San Michele Salentino e San Vito dei Normanni, il Consorzio ha elaborato un progetto per il riutilizzo in agricoltura ed è in dirittura d’arrivo per la sua realizzazione.
E, nel mese di luglio, nell’ambito di un vertice tenuto in Prefettura su richiesta del Consorzio di Torre Guaceto, la Regione Puglia ha spiegato di aver convocato un tavolo tecnico con i Comuni interessati dall’impianto di affinamento di Mesagne già nel 2015 e che a questo, però, non sono seguiti atti concreti, sottolineando, poi, che ne avrebbe indetto un altro a stretto giro. Ora, l’auspicio è che i Comuni coinvolti si attivino per permettere alla Riserva di Torre Guaceto di non correre più pericoli ambientali.