Il prof Burgers su Scamnum: speriamo che la burocrazia non ci ingessi

Luglio 25, 2019 1895

2019-07-25 084815La scoperta di una parte del tracciato della Via Appia antica, a seguito della costruzione di un cavidotto dell’Enel, ha stupito favorevolmente il mondo degli studiosi di storia patria. Perché se è vero che sulla Via Appia antica si è detto e scritto quasi tutto è altrettanto vero che ritrovare un pezzo intatto dell’antico tracciato sul proprio territorio eccita gli addetti ai lavori, e non solo.

Così, in attesa che la Soprintendenza ai Beni archeologici di Taranto ufficializzi questo rinvenimento e comunichi alle comunità locali, e al mondo accademico, i risultati dello scavo e la prossima progettualità sull’area, c’è una notizia che gratifica il parco archeologico. Il Comune di Brindisi, da tempo, ha presentato un’istanza all’Unesco affinché la Via Appia antica sia inserita nel suo “patrimonio dell’Umanità”. La scoperta di Muro Tenente non può che avvalorare tale istanza. Particolarmente soddisfatto dalla scoperta è il direttore del Parco, l’archeologo olandese Gert Burgers che da oltre trent’anni segue le campagne di scavi.

“Inutile dire che siamo molto soddisfatti da questo ritrovamento – ha spiegato il professore Burgers – che attesta che le nostre intuizioni erano giuste. Da parte mia spero che questa nuova scoperta faccia comprendere alle Amministrazioni comunali l’importanza storica del sito e li convinca a facilitare il nostro cammino anziché ostacolarlo. Quest’anno non abbiamo potuto organizzare nessun evento ricreativo nel Parco per la mancanza di un Piano sulla sicurezza, per la mancanza di energia elettrica e per tante altre cose che gli enti locali dovrebbero fornirci. Adesso il nostro scopo è di far fruire al massimo il sito facendolo vivere”. Quindi il direttore ha voluto sottolineare come la progettualità di Muro tenente è stata scelta in ambito europeo usufruendo di un finanziamento di 300 mila euro. “Siamo davvero soddisfatti poiché nel prossimo futuro porteremo la missione di Muro Tenente a un livello internazionale, cioè quello europeo usufruendo del lavoro di quindici dottorandi sparsi in tutta Europa che lavoreranno su dei modelli di gestione condivisa”. Tuttavia, ritornando alla Via Appia antica è grazie alla Tabula Peutingeriana - un itinerario stradale del IV secolo d.C. - sappiamo che la via Appia, nel suo ultimo tratto, uscendo da Taranto si dirigeva verso una stazione di sosta nota come Mesochorum, in territorio di Grottaglie, attraversava il territorio attualmente amministrato da Francavilla Fontana, passava da Oria e continuava verso Brundisium dopo aver superato un’ultima statio riportata con il nome di Scamnum, comunemente identificata con l’oppidum messapico di Muro Tenente, in territorio di Mesagne.

“Il tracciato della via Appia antica rinvenuto nell’area del Parco – ha spiegato l’archeologo Christian Napolitano nel 2016 – è largo complessivamente circa cinque metri, la sede stradale presenta ancora i solchi scavati dal passaggio dei carri e, sebbene lo scavo non abbia ancora interessato gli strati sottostanti, si può ipotizzare che la struttura sia stata costruita ed utilizzata in un periodo compreso fra il II secolo a.C. e la prima metà del I secolo d.C.”. Secondo Napolitano “si tratta di una testimonianza molto importante, perché potrebbe rimettere in discussione non solo il toponimo Scamnum, ma la stessa “genesi” della Tabula Peutingeriana il cui autore, forse vissuto nel IV secolo dopo Cristo, potrebbe aver aggregato una serie di stradari, fra i quali anche l’Orbis pictus di Marco Vipsanio Agrippa”. Di certo la scoperta di una parte del tracciato della Via Appia antica è solo una parte della meravigliosa avventura, nel mondo della conoscenza del passato, che gli studiosi, e i cittadini, si apprestano a vivere nei prossimi anni.

Ultima modifica il Giovedì, 25 Luglio 2019 08:55