Il presidente Gardini: Conserve Italia presidio di legalità

Tranquillino Cavallo Agosto 08, 2019 1918

gardini massimo pres conserve italiaSentendolo parlare, guardandolo negli occhi il presidente del Gruppo

“Conserve Italia”, Maurizio Gardini, sembra essere il Sergio Marchionne dell’agricoltura. Gardini ha un amore speciale per il comparto agricolo. È nato e risiede a Forlì. Il prossimo 13 dicembre, festività di Santa Lucia, compirà 60 anni. È sposato ed ha due figli: Matteo e Lorenzo. Laureato in scienze Agrarie, di mestiere fa l'imprenditore agricolo e l’agricoltore nella sua azienda che ha sulle colline forlivesi. Dal 2000 è alla guida del Gruppo Conserve Italia.

Presidente Gardini come sarà la campagna del pomodoro 2019.

“Come sarà il raccolto potremmo capirlo solo a Settembre, un mese che sarà decisivo per la produzione e per la qualità. Gli ettari ci sono, i contratti anche, ma nessuno può ad oggi prevedere quanto prodotto sarà raccolto”. Secondo lei la filiera del pomodoro italiano, in questo periodo di contrazione mondiale, ha spazi di crescita? “La filiera del pomodoro da industria, il cui giro di affari è superiore ai 3 miliardi di euro, è una delle più importanti per il comparto agroalimentare. Non tutti sanno che il nostro Paese, oltre ad essere il secondo produttore dopo la California, è anche leader nelle esportazioni di polpe e pelati, con una quota pari al 70% di tutto il commercio mondiale. È una filiera che però a mio avviso può ancora crescere in valore e prestigio, puntando sull’innovazione e su una crescente attenzione all’ambiente, così come su aspetti strategici, specie al Sud, come la trasparenza e la legalità”.

Per abbattere i costi di produzione gli agricoltori si stanno attrezzando meccanicamente.

“Certamente. Se in tutto il bacino del nord Italia la raccolta del pomodoro avviene esclusivamente ormai in maniera meccanizzata, al Sud, invece, è ancora diffusa la raccolta manuale, anche se è crescente l’impegno delle aziende a ridurne la pratica. Per quanto riguarda Conserve Italia, solo una percentuale pari al 2% di tutto il pomodoro lavorato è ancora raccolta manualmente, in particolare in quei terreni sassosi in cui non è possibile azionare le macchine oppure in quelle aziende agricole che dispongono di numerosi operai regolarmente assunti per la raccolta di altre produzioni”.

Avete detto che Conserve Italia è un presidio di legalità.

Perché’ “Abbiamo istituito un codice etico. Ai soci e a tutti i fornitori abbiamo chiesto il rispetto rigoroso di determinati impegni e l’adozione delle migliori pratiche in termini di sicurezza sui luoghi di lavoro, salute e welfare, nonché il rispetto dei contratti e dei salari, al fine di scongiurare il verificarsi di casi di sfruttamento della manodopera tra le aziende che raccolgono pomodoro”.

Conserve Italia ha scelto Mesagne per produrre pomodoro a marchio Cirio.

“Nel bacino del centro-sud Italia si lavorano 2,2 milioni di tonnellate di pelati e pomodorini. Una produzione di assoluta eccellenza alla quale noi abbiamo voluto dare ulteriore valore aggiunto, scegliendo di commercializzare il pomodoro pugliese in Italia e nel mondo con un marchio come Cirio tra i più longevi e famosi dell’agroalimentare italiano. Non solo: da circa 20 anni in Puglia diamo lavoro stabilmente a oltre 500 persone tra addetti fissi e stagionali e continuiamo a fornire il nostro contributo per lo sviluppo del territorio”.

Oltre ai 3 milioni di euro d’investimento fatti a Mesagne negli ultimi 4 anni, prevedete di integrare altre lavorazioni con ulteriori incrementi economici?

“A Mesagne si lavorerà solo il pomodoro a marchio Cirio. I livelli occupazionali hanno raggiunto l’equilibrio pianificato, mentre continueremo a investire in attrezzature, valorizzando in maniera significativa il prodotto locale”.  

Ultima modifica il Giovedì, 08 Agosto 2019 13:34