gli organizzatori stanno valutando la possibilità di prorogare la scadenza della mostra “Andy Warhol, l’alchimista degli anni Sessanta”, allestita presso il castello Normanno-Svevo di Mesagne e aperta fino al prossimo 9 dicembre. La mostra è stata allestita dall'associazione “Metamorfosi” e dalla rete d'impresa Puglia “Micexperience. A capo dell’operazione delle “Grandi mostre” c’è Pierangelo Argentieri, presidente di Federalberghi. “L’arte, così come l’ha interpretata Warhol, è una forma un po’ meno accademica e più disincantata di espressione artistica”, ha spiegato il presidente. La Pop Art è l’esemplificazione di quello che siamo noi adesso se consideriamo il nostro tempo come influenzato dagli anni ‘60. C’è ancora tanto interesse intorno a questo periodo storico”.La mostra è curata da Maurizio Vanni: sei le sezioni espositi con 140 opere del padre della Pop Art, in grado di ripercorrere il suo universo creativo, attraverso le icone più riconoscibili della sua arte, dalle serie dedicate a Jackie e John Kennedy a quelle consacrate al mito di Marilyn Monroe, dalla osservazione critica della società contemporanea, attraverso la riproduzione seriale di oggetti della quotidianità consumista, all’analisi dei altri aspetti come la musica o la rivoluzione sessuale. Per Vanni “obiettivo sia del pittore sia dell’alchimista è trasformare la realtà nella sua espressione più alta. L’arte del pittore americano che ha colpito piacevolmente i critici scuotendo il mondo. Warhol riporta fotograficamente sulle sue tele, con la tecnica serigrafica, l’America, con i suoi simboli e le sue bellezze. Warhol si è mosso nel mondo della cultura newyorkese, nel momento in cui New York divenne la capitale mondiale della Cultura. La mostra è visitabile nelle stanze espositive del Castello. “Le 140 opere originali del genio della Pop art rappresentano un’opportunità culturale di grande valore per la nostra città”, ha dichiarato Marco Calò, delegato de sindaco per la Cultura. All’interno della mostra di Warhol c’è uno spazio dedicato agli artisti pugliesi. Una occasione per far varcare la soglia di grandi contenitori agli artisti grazie ad un collettivo di critici d’arte che hanno fatto un lavoro di ricerca molto interessante.
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