Solenne apertura del Processo diocesano per la canonizzazione della Serva di Dio Antonietta Guadalupi

Gennaio 02, 2020 1246

guadalupi antonietta canonizzazioneAvrà luogo l’8 gennaio 2020 alle ore 18 presso la Cattedrale di Brindisi

alla presenza di S.E. Mons. Domenico Caliandro, Arcivescovo di Brindisi-Ostuni, la solenne apertura del Processo diocesano per la canonizzazione della Serva di Dio Antonietta Guadalupi (1947-2001), membro dell’Istituto Maria Santissima Annunziata, associato alla Società San Paolo. Promotori dell’evento sono lo stesso Istituto Maria Santissima Annunziata e la Diocesi di Brindisi-Ostuni. Postulatore della causa è don Domenico Soliman, postulatore generale della Famiglia Paolina. Il programma prevede alle ore 18 la celebrazione della Liturgia dei Vespri e, a seguire, l’apertura della prima Sessione del Processo diocesano. Adottando una fortunata espressione del Card. Carlo Maria Martini, Antonietta Guadalupi può essere annoverata tra i “profeti minori del nostro tempo”. Nasce a Brindisi il 22 novembre 1947. A soli 13 anni perde la mamma e decide di lasciare gli studi per prendersi cura del padre e del fratello. Una volta ripresa la scuola, deve però interromperla di nuovo pochi anni dopo a causa della morte del padre. Tenace e volitiva, Antonietta riuscirà più tardi a conseguire la maturità classica e a iscriversi alla Facoltà di Medicina e Chirurgia di Bari, anche se poi non completerà il corso di studi. All’età di 19 anni entra nell’Istituto Maria SS. Annunziata, fondato dal Beato Giacomo Alberione e appartenente alla Famiglia Paolina. Nel 1974, su consiglio di don Gabriele Amorth, l’allora responsabile delle Annunziatine (così si chiamano comunemente i membri di tale Istituto), si reca a Milano per studiare presso l’Istituto Nazionale dei Tumori. Al centro del suo progetto spirituale si colloca la piena conformazione a Cristo secondo il più genuino messaggio di San Paolo (cfr. Gal 2,20), così come interpretato e trasmesso ai suoi figli e figlie dal Beato Giacomo Alberione, fondatore della Famiglia Paolina. Antonietta diventa così la prima “assistente sanitaria”, un incarico all’epoca innovativo e pensato per accompagnare personalmente il malato e i suoi familiari nel difficile percorso di cura. Spende oltre 25 anni di vita in quella che per lei è una vera e propria missione, mettendo non solo grande dedizione e competenza, ma diventando soprattutto una vera testimone evangelica del gioioso donarsi, sempre sostenuta da una fede incrollabile, anche nei momenti di fatica e di buio. Nel suo ufficio si respira sempre un clima di accoglienza e serenità, che i pazienti colgono immediatamente. A volte malati e familiari le chiedono l’impossibile e lei, invece di scoraggiarsi, forte solo della sua fede, si rivolge a Colui al quale «tutto è possibile». Più il dolore e la prova sono forti e quasi senza speranza, più riesce, con la sua grande fede nella Provvidenza, a trasmettere pace e consolazione. Sia nelle situazioni ordinarie che in quelle più difficili si colgono sulla sua bocca espressioni come: «Grazie!», «Alleluia!», «È perfetta letizia!». Antonietta con il suo stile di vita comunicava l’amore del Signore, nel suo donarsi agli altri era testimone di quella “cultura dell’incontro” che rappresenta uno dei cardini del Magistero di Papa Francesco. Antonietta si spegne il 30 luglio 2001, all’età di 53 anni, a causa di un tumore all’intestino. Le sue spoglie riposano nel cimitero di Brindisi.