«Questo è un momento difficile ma ci sentiamo di rassicurare i donatori, che invitiamo e chiamiamo a donare – afferma Egidio Conte, presidente provinciale Avis -, poiché i protocolli elaborati dal Ministero della Salute e dall'Oms garantiscono la necessaria sicurezza. Il virus non si trasmette con il sangue: vengono prese tutte le misure necessarie prima di donare. C'è il problema, da me segnalato qualche giorno fa, della probabile crisi cui si andava incontro: le donazioni sono in calo ma ci sono i pazienti che hanno bisogno di sangue, i cronici, i talassemici, gli oncologici, e che non possono aspettare la fine della crisi».
I controlli che si effettuano in ospedale o durante le raccolte associative garantiscono come sempre massima sicurezza per i donatori: la situazione, nonostante la diffusione del temuto coronavirus, non cambia ora, tanto più che in tutto il pianeta sanità si stanno seguendo gli stringenti protocolli imposti dal Ministero della Salute e dall'Oms che alzano l'asticella delle garanzie offerte all'utenza e agli operatori.
«In Italia c'è bisogno di 1800 sacche al giorno e per questo c'è bisogno di trasfondere. Ci appelliamo al buon senso di tutti i donatori, non solo i nostri associati, affinché non si blocchi un servizio essenziale. La contrazione delle donazioni nelle zone maggiormente colpite dal virus, tra l'altro, mette a rischio il meccanismo della compensazione che prevede la possibilità per le Regioni che non raggiungono l'autosufficienza ematica di attingere dalle scorte di quelle che godono di abbondanza: essendo l'Emilia Romagna, la Lombardia e il Veneto i serbatoi d'Italia, la situazione diventa complicata per tutti».
Per questo, ancora una volta, bisogna tendere il braccio con fiducia, empatia e voglia di unità e solidarietà: anche dalla donazione del sangue, infatti, passa la strada che porta alla vittoria contro il virus e contro la paura.