Mesagne. Sempre più critico il fronte sanità pubblica

Novembre 19, 2022 988

A venti giorni dalla circolare dell’Asl di Brindisi che ha comunicato agli operatori sanitari le ristrettezze e le chiusure imposte al servizio di Primo intervento territoriale dei Comuni di Ceglie, Cisternino Mesagne e San Pietro Vernotico, a causa della carenza di medici la situazione è sempre più critica. Su tutte le criticità derivanti dalla chiusura del Ppit che, per mancanza di sanitari, costringe gli utenti a rivolgersi ad altri presidi funzionanti. Tra le cause della carenza di medici c’è anche quella che diversi medici negli ultimi mesi hanno chiesto il trasferimento dal Ppit-118 in altri servizi dell’Asl. Non solo. L’Asl, con questa politica, anziché abbattere i costi di gestione, paga servizi esternalizzati senza utilizzarli.

Un esempio di tale criticità la si può leggere nella circolare del 29 ottobre scorso a firma del direttore del 118 di Brindisi che al termine della nota ha scritto: “Al fine di garantire i criteri operativi – descritti in predetta circolare – l’infermiere della postazione fossa 118-Ppit, supportato da due soccorritori della postazione Victor dedicata, svolge il ruolo prioritario di garantire le informazioni cliniche-parametri vitali al medico di centrale”. In poche parole significa che l’equipe di soccorritori della Victor, cioè l’ambulanza, composta dal mezzo e da tre persone resta bloccata e privata della sua funzionalità sul territorio poiché solo un infermiere, dei tre presenti, deve essere disponibile nella postazione per comunicare con la centrale operativa. Pertanto oltre a essere bloccata in sede l’Asl paga due soccorritori e un’ambulanza alla ditta convenzionata senza poter usufruire del servizio. Se si moltiplica il dato per i vari Ppit, che si trovano nella medesima situazione, si ha un’idea dei costi giornalieri che l’Asl supporta senza usufruire del relativo servizio di soccorso.

A tutto questo pot-pourri si aggiunge il disagio vissuto dagli utenti che si interfacciano con un Ppit inoperativo perché sono dirottai sugli ospedali di riferimento, che siano Brindisi, Francavilla, Ostuni o Fasano. Con la conseguenza di intasare tali ospedali con un carico di lavoro aggiuntivo che potrebbe essere svolto con maggior celerità, e minor disagio per gli utenti, nei Ppit territoriali. Il 29 ottobre scorso L’Asl di Brindisi ha emesso una circolare operativa dal titolo: “Rimodulazione organizzativa delle postazioni 118 fisse – Ppit”. La circolare in questione ha, quindi, precisato agli operatori le nuove disposizioni. “Nelle more dell’imminente programmazione regionale in tema di riorganizzazione del sistema di emergenza-urgenza territoriale del 118 e tenuto conto della gravissima carenza di personale medico territoriale, 45 medici in servizio a fronte di una dotazione organica prevista di 85, e della priorità organizzativa di garantire la medicalizzazione H24 della centrale operativa e delle 5 postazioni di automedica di Brindisi centro, Mesagne, Francavilla, Ostuni e Fasano, con un fabbisogno complessivo di 30 medici, si rende necessaria la rimodulazione organizzativa delle postazioni 118-Ppit di Ceglie, Cisternino, San Pietro e Mesagne”.

E infine ha avanzato varie ipotesi di gestione dell’utente tra cui quella che in caso “di indisponibilità sia del medico sia della postazione fissa che della postazione mobile il medico della centrale operativa, sulla base delle informazioni cliniche-parametri vitali comunicati dall’infermiere della postazione fissa del Ppit, garantirà la presa in carico dell’accesso diretto con tutte le risorse disponibili in ambito provinciale”. 

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Ultima modifica il Sabato, 19 Novembre 2022 15:00