finalmente ieri mattina sono stati cambiati i cristalli della necropoli messapica di via Castello, collocati all'interno del bar Nedina. Certo, farlo nel periodo elettorale ha lasciato adito a qualche sospetto tuttavia l'importante è che il restyling sia stato fatto e il bene archeologico sia divenuto nuovamente visibile. Il merito di tutto ciò, secondo Mimmo Stella, presidente del comitato civico "Terra di Mesagne", è dell'assessore alla Cultura, Gianfrancesco Castrignanò, che dal giorno del su insediamento ha dato una svolta alla fruibilità dei beni culturali, e dell'architetto Marta Caliolo, responsabile dell'ufficio Urbanistico. "Sul fronte dei beni culturali sono stati cinque anni di cammino burrascoso per l'Amministrazione comunale", ha spiegato Mimmo Stella il quale ha messo in evidenza l'oblio in cui versano importanti monumenti storici come la chiesa del Santissimo Salvatore, il complesso archeologico di vico Quercia, le terme romane di Malvindi, i siti archeologico di Muro Tenente e Muro Maurizio”. "Indifferenza, polemiche, veleni, incomprensioni, occultamenti, atteggiamenti di chiusura e tanto altro ancora si è verificato in questi anni - ha chiarito il presidente per il quale solo "la perseveranza e l'azione di una parte della società civile mesagnese, coadiuvata per la verità dalla sensibilità di una piccola componente politica in Consiglio comunale, ha permesso una clamorosa, quand'anche parziale, retromarcia". Secondo Stella propedeutica all'opera di "ravvedimento" è stata, poco più di un anno fa "la nomina ad assessore alle politiche culturali ed al turismo dell'avvocato Castrignano', che si è trovato di fronte ad un “quadro” desolante ma che ha avuto, fra l'altro, il buon senso di aprirsi alla città e ascoltare i contributi che alcune associazioni, che operano nel settore da diverso tempo hanno offerto nell'interesse di far crescere Mesagne ed il suo territorio". Ma c'è anche un'altra persona che per Stella ha contribuito ad aprire una nuova stagione culturale a Mesagne. "In quest'ottica va anche apprezzato l’importante azione svolta dall'architetto Marta Caliolo prima per aver contribuito in maniera determinante a riaprire e a rendere visibile, dopo circa un ventennio dal suo rinvenimento, i resti archeologici della chiesa del Santissimo Salvatore nella città vecchia e per essersi interessata anche alla fruizione della necropoli messapica ubicata al di sotto del caffè al Nedina". Il comitato civico "Terra di Mesagne" ritiene il centro storico "un unico grande contenitore culturale che si deve connotare necessariamente attraverso la Mesagne barocca e la Mesagne sotterranea". "In questi ultimi mesi, va dato atto, all’assessore Castrignanò, di essere riuscito, nonostante lacci e laccioli burocratici, a riportare alla fruizione, di cittadini e turisti, diversi scrigni di storia e di arte che prima erano off-limits", ha concluso il presidente Stella.
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