Redazione

”Non ci voleva un mago per prevedere l’utilizzo dei 30 milioni di risorse messe a disposizione del recupero delle liste d’attesa: sono state interamente assegnate al privato convenzionato, senza risolvere il problema delle liste d’attesa, così come risulta da tutti i dati disponibili e anche dalle dichiarazioni in Commissione dei rappresentanti delle ASL.  Serve al più presto la riproposizione della nostra proposta di legge, magari sottoscritta dagli altri gruppi politici,  perché i problemi organizzativi non si risolvono aumentando le risorse, così come finalmente hanno colto anche molti colleghi sino a qualche tempo fa ostili alle nostre idee e proposte.”

Lo dichiarano il Consigliere e commissario regionale di Azione Fabiano Amati, e i consiglieri regionali Sergio Clemente e Ruggiero Mennea, capogruppo.

“18 milioni ai tre grandi ospedali privati convenzionati e gli altri 19 alle altre strutture private convenzionate. È sintetizzabile in questo il Piano di recupero delle prestazioni ineseguite, giustificato dal fatto che le strutture pubbliche non sono nelle condizioni di farcela, nonostante l’attribuzione delle quote di fabbisogno tra pubblico e privato convenzionato direbbe ben altro; per cui o è sbagliato il riparto del fabbisogno,  o stiamo pagando due volte le stesse prestazioni, oppure - ma saperlo non sia questa l’ipotesi - stiamo parlando di sanità pubblica solo sulla carta. 
“E il bello di questa storia è che non sappiamo nel dettaglio quante sono le prestazioni ambulatoriali e chirurgiche contabilizzate dopo il recall e oggetto dei 30milioni assegnati e non sappiamo su quali tempi medi di esecuzione delle prestazioni da recuperare è stata effettuata la contabilizzazione e quindi l’attribuzione delle risorse. Non sappiamo a quanto ammonta la riduzione del fabbisogno assegnato a ogni ASL in forza delle prestazioni da recuperare,
assegnate e pagate ai privati convenzionati, così da comprendere la dinamica sui tetti di spesa. 
“Insomma, sono parecchie le cose che non si sanno, mentre è chiarissima la difficoltà delle persone in fila dinanzi al CUP. E mentre tutto ciò accade, ci ritroviamo spesso a tergiversare sull’intero scibile in materia sanitaria, senza mai considerare che accanto ai problemi generali e comuni del Paese su questo argomento, ci sono pure i nostri problemi organizzativi che da anni attendono di essere invano risolti. Per cui, la di ripresentazione della nostra proposta di legge si avvicina con grande velocità.”

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Reduce dall’assegnazione dell’importante riconoscimento “Premio Città di Latiano” avvenuta per mano del sindaco Mino Maiorano e dell'Assessore alle Attività Produttive Mauro Vitale lo scorso 30 settembre, nel corso di una cerimonia inserita nell’importante evento “La Fera” e assegnato dall’amministrazione comunale in quanto realtà del territorio distintasi per il proprio operato nell’ambito della cultura, la Taberna Libraria di Latiano apre, nel mese di novembre, una  nuova edizione della rassegna letteraria "Cultura, Spettacolo e..." firmata in collaborazione con De Vivo Home Design, SummerTime – Animazione & Spettacolo e Pomarico Serramenti. 
  Il programma di appuntamenti che ormai da anni caratterizza il contenitore culturale latianese saluta il suo esordio nella nuova stagione letteraria con Marco De Paolis Procuratore Generale Militare che sarà nella sala eventi della Taberna Libraria domenica 12 novembre con inizio alle ore 18:30 per presentare la sua opera dal titolo “Caccia ai nazisti” (Edizioni Rizzoli) un libro sul percorso e la ricerca compiute in prima persona dal procuratore sui responsabili delle più efferate stragi naziste in Italia. A dialogare con l’ospite Raffaele Romano.
Marco De Paolis (classe 1959) è Procuratore Generale Militare. Dal 1988 ha diretto la Procura militare della Repubblica di La Spezia, dal 2002 al 2008 e quella di Roma dal 2010 al 2018, istruendo oltre 500 procedimenti per eccidi di civili e militari italiani e crimini di guerra commessi dopo l’8 settembre 1943. Ha portato a giudizio 17 processi e ottenuto 57 condanne all’ergastolo per i responsabili delle più gravi stragi compiute in Italia e all’estero durante la Seconda guerra mondiale. 
Il libro Caccia ai nazisti che riporta la prefazione di Liliana Segre parte da questa affermazione: 
“Nonostante il lungo tempo trascorso dalla data del fatto anzidetto, non si sono avute notizie utili per la identificazione degli autori e per l’accertamento delle responsabilità.” Recita così il decreto di archiviazione del 1960 peri fascicoli dell’«Armadio della vergogna», con il quale la procura generale militare di Roma negherà la giustizia per le stragi compiute dai nazifascisti in Italia dopo l’8 settembre 1943. Non era vero. Le «notizie utili» c’erano eccome, ma qualcuno aveva scelto, arbitrariamente, di non andare avanti con le indagini. A fare una scelta diversa, a oltre quarant’anni da quell’archiviazione, sarà il giovane procuratore militare di La Spezia, Marco De Paolis. In questo libro è lui a raccontare i quindici anni, tra il 2002 e il 2018, di indagini, interrogatori, sopralluoghi, esami dei testimoni, processi che hanno portato a oltre 500 procedimenti giudiziari contro i criminali di guerra nazisti e fascisti per gli eccidi di civili e militari. Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema, Civitella in Val di Chiana, ma anche Kos e Leros, Cefalonia: sono solo gli episodi più conosciuti tra quelli di cui De Paolis si è occupato, consapevole che «il dolore non va in prescrizione» e che la sete di verità dei sopravvissuti e dei parenti delle vittime era stata ignorata per troppo tempo. Una storia avvincente, una caccia ai colpevoli tra Italia, Germania e Austria per interrogare gli ex SS ancora in vita e stabilirne le responsabilità, portarli alla sbarra, farli condannare. E insieme un racconto intimo e privato di cosa ha significato immergersi in «un dolore così immenso», come lo definirà uno dei sopravvissuti, il dolore di chi ha dovuto subire l’ulteriore ingiustizia «del mancato assolvimento da parte dello Stato del primario e doveroso compito di ricercare, processare e punire i responsabili di quella brutale violenza».
 Copertina_Libro_Caccia_ai_nazisti_di_Marco_De_Paolis.jpg
Dato che è previsto il tutto esaurito è consigliabile la prenotazione posti contattando la Taberna Libraria di Latiano ai numeri 349/7184690 - 338/4308881.

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Il Comandante Militare dell’Esercito Puglia, Colonnello Arcangelo Moro, è stato ricevuto stamane presso il Palazzo del Governo dal Prefetto Michela La Iacona. Nel corso del cordiale incontro, il Prefetto, nell’esprimere apprezzamento per l’importante contributo offerto dall’Esercito Italiano nel comparto della sicurezza, ha sottolineato l'importanza delle sinergie istituzionali e la propria volontà di consolidare la massima collaborazione fra le Forze Armate e le Autorità civili al fine di assicurare il benessere della comunità. Il Colonnello Moro, nell’illustrare le funzioni svolte dal Comando Militare Esercito, ha garantito la piena disponibilità della Forza Armata da lui guidata a cooperare in situazioni di crisi e nella gestione delle emergenze nel segno della massima vicinanza al territorio.

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Prestazione granitica dell’Aurora Volley Brindisi che si impone per 3 set a 0 al Palasport Lanera di Matera sulle padrone di casa della Daken PSA Volley. Con il successo maturato nella serata di sabato 28 ottobre le ragazze di coach Capozziello si issano in testa alla classifica del girone dopo tre giornate.

Trasferta lunga e insidiosa quella di Matera che mette di fronte alla formazione brindisina le lucane del PSA Volley Matera squadra reduce da due gare entrambe concluse al tie-break, segno evidente della concentrazione e determinazione con la quali le ragazze di coach Esposito affrontano le partite.

Per questo importante match il tecnico biancazzurro non propone novità di formazione schierando il 6+1 titolare composto da Kolomiiets al palleggio, Padula e Prato centrali, Albanese e Matichecchia in banda, Zivkovic libero e il capitano Federica De Toma opposta.

La gara evidenzia fin da subito il superiore tasso tecnico e di esperienza della squadra brindisina a cui le padrone di casa si oppongono con il loro entusiasmo. Ne scaturisce una prima fase equilibrata fino al 7-10 per Brindisi. Il muro biancazzurro guidato da una Padula in grande spolvero è quasi impenetrabile per le giocatrici lucane e quando queste riescono a trovare uno spiraglio trovano puntuale il bagher di una onnipresente Zivkovic a negare loro la gioia del punto. La squadra brindisina forte del proprio gioco prende il largo e conquista agevolmente il set per 17-25.

Nel secondo set è ancora il muro brindisino a dettare legge con le giocatrici di casa che nel tentativo di superare la difesa biancazzurra sono costrette a forzare le giocate commettendo una serie di errori gratuiti. Inoltre il tecnico brindisino trova nella profondità della propria rosa un’arma in  più. Determinanti gli ingressi di Avallone e De Maria in banda e di Malerba al palleggio con la variante tattica di Kolomiiets in posizione di  opposta. La squadra biancazzurra va come sul velluto e vince il set per 13-25.

Nell’ultimo set, nonostante la girandola di cambi operati dal tecnico ospite, la qualità e l’efficacia del gioco rimangono immutate. Le brindisine conducono senza patemi d’animo anche l’ultimo parziale vincendolo in scioltezza con il punteggio di 15-25.

Data da ricordare per la schiacciatrice  brindisina Azzurra Solimeno e per la libero sanpietrana Gaia Stella (quest’ultima autrice anche di un punto dalla difesa) per il loro esordio in serie C.

Soddisfatto il tecnico delle biancazzurre Raffaele Capozziello.Dopo una prima fase di ambientamento siamo riusciti a imporre il nostro gioco opponendo un muro compatto sulle loro bande” dichiara il tecnico brindisino. “Inoltre grazie al largo vantaggio conquistato ho avuto la possibilità di effettuare molti cambi e provare qualche nuovo schema. Complimenti alle mie atlete per l’ottima prova corale e alle due esordienti che hanno ben figurato.”

Con questo successo il team brindisino si prende la vetta della classifica anche per la concomitante sconfitta della NVG Joy Volley Gioia. Proprio la squadra di Gioia del Colle, attuale seconda forza del girone, sarà l’avversaria dell’Aurora nel prossimo match casalingo fissato per domenica 5 Novembre alle ore 18,30 tra le mura del PalaZumbo (Palestra Scuola Salvemini) a Brindisi.

Tabellino:

DAKEN PSA MATERA - AURORA VOLLEY BRINDISI 0-3 (17-25, 13-25, 15-25)

Matera: Scandicchio K (5), Andrisani (4), Lunaldi (1), Pizzarro (3), Bianchina (4), Stella (2), Arleo L1, Di Pede (2), Rubino M. (1), Rubino V., Vizziello, Diallo, Antonaci L2. All. Esposito

Brindisi: De Toma K (8), Padula (12), Kolomiiets (6), Matichecchia (14), Albanese (4), Zivkovic L1, Prato (6), Avallone (5), De Maria (1), Malerba, Solimeno, Stella L2 (1), Montagna, Minghetti.  All. Capozziello

Arbitri: Chietera (1°), Paolicelli (2°).

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Vittoria della Fials contro l'ASL di Brindisi: Giudice conferma condotta antisindacale. Significativa vittoria legale della Fials - Segreteria provinciale di Brindisi – contro l'Azienda Sanitaria Locale di Brindisi che conferma la condotta antisindacale adottato dall’Asl. La sentenza, emessa dal Giudice Emanuela Foggetti, ha ribadito che l'ASL ha violato i diritti sia dei singoli lavoratori sia del sindacato. La Fials aveva presentato un ricorso ex art. 28 l. n. 300/70, denunciando il mancato rispetto di un accordo sindacale stabilito in una riunione datata 8 agosto 2019. L'accordo riguardava l'applicazione di disposizioni contrattuali inerenti ai tempi di vestizione/svestizione dei dipendenti dell'ASL. Il Giudice ha sottolineato che la condotta dell'ASL di Brindisi era chiaramente antisindacale, minando sia i diritti individuali dei lavoratori che l'autorità del sindacato nel rappresentare i propri membri. La sentenza ha riaffermato il principio fondamentale dell'art. 28 dello Statuto dei Lavoratori che protegge la libertà e l'attività sindacale, nonché il diritto di sciopero, e ha stabilito che qualsiasi azione volta a limitare questi diritti deve essere considerata antisindacale. Di conseguenza, il Giudice ha accolto il ricorso presentato dalla Fials - Segreteria provinciale di Brindisi - ordinando all'ASL di Brindisi di porre fine al comportamento illegittimo e di eliminare gli effetti dannosi conseguenti. Inoltre, l'ASL è stata condannata al pagamento delle spese legali, fissate in € 1.500,00, oltre agli accessori. Una vittoria che rappresenta un importante successo per la Fials e che rafforza la tutela dei diritti sindacali.

"Questa vittoria – afferma Giuseppe Carbone, Segretario Generale della Fials – è un chiaro segnale che la violazione dei diritti sindacali non sarà tollerata. La Fials continuerà a difendere i diritti dei lavoratori con fermezza e determinazione. Siamo grati al tribunale per aver riconosciuto la validità della nostra causa e per aver confermato l'importanza della libertà sindacale nel tessuto sociale di Brindisi. Questo successo rafforza il nostro impegno a tutelare i lavoratori e a garantire un ambiente di lavoro giusto e rispettoso dei diritti di tutti."

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A causa dell'alto numero di richieste pervenute per l'iscrizione al servizio di asilo nido comunale per l'anno formativo 2023-2024, che ha superato la disponibilità di posti, il Comune di Oria ha deciso di attivare la "Sezione Primavera" presso la scuola dell'infanzia "De Marzo".
Questa sezione sarà dedicata ai bambini di età compresa tra i 24 e i 36 mesi e seguirà un progetto pedagogico specifico, garantendo qualità, flessibilità e adattamento alle esigenze di questa fascia d'età.
Come Comune ci siamo prodigati per attivare la 'Sezione Primavera', dimostrando il nostro impegno nel fornire soluzioni adeguate alle esigenze della nostra comunità.

A breve, una volta che il locale sarà completo di autorizzazioni, contatteremo gli interessati. Con questa soluzione, verranno coperti ulteriori 10 posti a scorrimento della graduatoria dei buoni servizio regionali. Tuttavia, ci dispiace per le famiglie e i piccoli (lattanti) che rimarranno fuori dal servizio ma, che fortunatamente, rappresentano una piccola parte che abbiamo a cuore di sostenere. Cercheremo, anche se non immediate, ulteriori iniziative per non lasciare nessun genitore privo di una rete di supporto.

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L’unità operativa complessa di Ortopedia dell'ospedale Perrino di Brindisi, diretta da Gianfranco Corina, si conferma ai vertici nazionali per il trattamento delle fratture del collo del femore. La certificazione arriva da Agenas, l'Agenzia nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, che ha elaborato le performance fino al 2021, inserendo i risultati nel Piano nazionale esiti 2022 pubblicato di recente, che vede ai primi posti della classifica il modello organizzativo adottato nel reparto.

Questo risultato d’eccellenza, per celerità ed efficacia degli interventi, è stato reso possibile grazie alla sinergia e al supporto dell'équipe coordinata dal direttore del reparto di Anestesia e Rianimazione, Massimo Calò.

Dai dati riportati da Agenas si evince che a Brindisi, prima del 2017, solo il 20% circa delle fratture del collo del femore riusciva ad arrivare al tavolo operatorio entro due giorni; già dal 2017, invece, le percentuali sono salite a quasi il 90%, per assestarsi su valori superiori fino al 2021.  Nel dettaglio, per dare un quadro della situazione e fare un raffronto, nel 2016 il 21,08% dei casi era trattato entro i due giorni; nel 2017 si è passati all'86,63%; nel 2018 al 97,27%; nel 2019 al 96,32%; nel 2020 al 91,48%; nel 2021 al 96,11%.

Questi numeri hanno imposto il Perrino stabilmente ai vertici della classifica nazionale risultante dal Piano nazionale esiti per questa particolare prestazione chirurgica: la lista mette a confronto le performance di 712 strutture sanitarie (pubbliche e private) che trattano le fratture del collo del femore.

“Siamo soddisfatti di come stiamo lavorando – commenta Corina – perché ci siamo dati una struttura organizzativa che ci consente di intervenire tempestivamente nei casi di specie, nel rispetto del Pdta regionale. Questi numeri riguardano le situazioni in cui è possibile intervenire con il “protocollo femore” in maniera immediata. Se un paziente si procura frattura a seguito di un ictus, di un infarto o di un altro evento acuto deve passare per altre procedure prima di arrivare sul nostro tavolo operatorio. Diverso, invece, è il caso di una frattura provocata da una “semplice” caduta: in quel caso la nostra équipe interviene nei due giorni, come certificano i dati di Agenas”.

Recentemente è stato inserito un nuovo indice di valutazione che prende in considerazione l'intervento ortopedico a 48 ore dall'accesso in Pronto soccorso. Tenendo presente le considerazioni esposte, la percentuale si abbassa fisiologicamente, rimanendo comunque ai vertici nazionali nel range dei due giorni.

“Quando si fanno valutazioni sulle tempistiche – prosegue Corina – bisogna tenere conto di diversi fattori: oltre alla presenza di eventi acuti, ci possono essere casi in cui i pazienti arrivano da altre strutture, il cui trasferimento comporta un allungamento dei tempi di attesa per il trattamento chirurgico. Quello che ci riguarda, quindi, è determinare in quanto tempo una frattura del collo del femore viene sottoposta a trattamento chirurgico dall’arrivo in reparto”.

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Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica. Caroli: il centrosinistra si ricorda oggi che la struttura funziona in proroga a privati da 15 anni.

Di seguito la dichiarazione del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Luigi Caroli, a margine della Commissione Sanità

“Dal 2008, vale a dire 15 anni, a Ceglie Messapica esiste un Centro regionale di Riabilitazione (CRRiPOCeM) che pur essendo pubblico viene gestito da privati. Tutto questo avviene, in modo che definiremmo irregolare, con una sorta di proroga ‘tecnica’, vale a dire senza che in tutti questi anni ci fosse un atto di indirizzo amministrativo, e senza che nessuno del centrosinistra (che in questi 15 anni ha governato la Regione Puglia) facesse chiarezza su una proroga così ‘eterna’.
“Negli ultimi mesi i colleghi di centrosinistra, Fabiano Amati e Mauro Vizzino, ha presentato una Proposta di Legge per farlo diventare una struttura pubblica anche nella gestione, con il personale che passerebbe totalmente a carico della ASL Brindisi, francamente non capisco con quale procedura assunzionale. Ma l’importante è che vengano garantite le cure ai pazienti.
“Un’osservazione, però, concedetemela, anzi due: 1) la gara bandita dalla ASL di BR nel 2021, per mettere la parola fine alla proroga, deve essere annullata, perché non si può con un braccio cercare sul mercato libero e privato il gestore e con l’altro sostenere che deve essere gestito solo con il pubblico; 2) il centrosinistra ci risparmi lezioni di moralità e battutine ironiche, dal 2008 ci sono loro a governare la Regione e oggi si ricordano che c’è una proroga ‘eterna’?”.

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Campagna olivicola, Cia Puglia: “Furti e clima da Far West, serve polizia rurale regionale”.

Sicolo: “Situazione indegna di un Paese moderno, gli imprenditori agricoli devono essere tutelati”.

Interi raccolti di olive trafugati nottetempo, furti di mezzi agricoli, carichi scortati come fossero furgoni portavalori: “ciò che gli agricoltori, e i produttori olivicoli in particolare, stanno subendo in questo periodo è davvero inaccettabile per un Paese moderno, dove la sicurezza di chi produce, crea reddito e dà lavoro dovrebbe essere la normalità, siamo in uno stato di allerta e di ansia perenne”, denuncia Gennaro Sicolo, presidente regionale di CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani.

I furti e i tentativi sventati sono ormai all’ordine del giorno, in ogni territorio della Puglia. La campagna olivicola è ormai in pieno svolgimento in ciascuna delle province pugliesi. Dopo mesi di tribolazioni, difficoltà, eventi atmosferici estremi e problemi di ogni tipo, dalla difficoltà di reperire manodopera all’aumento dei costi di produzione, finalmente negli uliveti di tutta la regione le aziende olivicole stanno cercando di raccogliere il frutto di mesi e mesi di lavoro, dopo aver speso migliaia di euro per proteggere le piante dalle fitopatie e intervenire con irrigazioni di soccorso contro gli effetti della prolungata siccità. Dal punto di vista qualitativo, si prospetta un’annata positiva. Proprio nel momento in cui si cerca di rilanciare un settore vitale, strategico e fondamentale anche dal punto di vista turistico per tutta la Puglia, con interessanti sviluppi e segnali di crescita per il turismo dell’olio, i tentacoli della criminalità rischiano di vanificare lo sforzo prodotto da centinaia di olivicoltori, decine di Organizzazioni di Produttori e consorzi, impegnati a sostenere un impegno importante e oltremodo rilevante anche dal punto di vista sociale e occupazionale per migliaia di famiglie.

“L’agricoltura e gli agricoltori vanno protetti e tutelati”, aggiunge Sicolo. “Siamo un’industria a cielo aperto, la più importante della regione da tutti i punti di vista. Non è possibile arrendersi a questo stato di cose, non è accettabile assuefarsi a questo clima da far west, perché vorrebbe dire che lo Stato non è nelle condizioni di garantire un diritto fondamentale dei cittadini, quello di avere un livello di sicurezza personale, imprenditoriale e lavorativo adeguato, all’altezza di un grande Paese qual è l’Italia. Gli olivicoltori fanno impresa. Lo fanno in modo moderno, con una pianificazione importante, investimenti rilevanti, impiego di mezzi e di personale. E allora è il arrivato il momento che lo Stato faccia sentire la propria presenza. CIA Agricoltori Italiani di Puglia ha elaborato proposte precise e attuabili. Crediamo sia possibile istituire una polizia rurale regionale che abbia competenze, ambiti e prerogative di intervento specifiche per contrastare più efficacemente l’azione della criminalità organizzata nelle campagne”.

“Il danno economico arrecato alle imprese agricole vittime dei furti è ingente e, ad esso, si aggiunge un sentimento di paura, rabbia e sgomento per quanto accaduto e per ciò che continua a succedere ormai da troppo tempo. Abbiamo chiesto più volte l’istituzione di una polizia rurale regionale. Alla luce della recrudescenza dei fenomeni, torniamo a chiedere di utilizzare anche l’esercito per presidiare efficacemente il territorio”, ribadisce Gennaro Sicolo.

“Occorre installare ‘occhi elettronici’ collegati alle strutture di controllo delle Forze di Polizia. In campagna le aziende agricole vengono derubate di tutto: attrezzi, interi impianti di irrigazione, perfino il concime e quanto gli agricoltori utilizzano per i trattamenti fitosanitari. In ogni caso, si tratta di materiale costoso, la cui sottrazione arreca danni davvero molto ingenti. In qualche caso, il personale delle società di vigilanza privata è stato minacciato dai criminali. Atti di intimidazione e di avvertimento mafioso spesso sono rappresentati dal danneggiamento doloso di piante e colture, con lo sradicamento o il taglio degli alberi. Da anni chiediamo una svolta sul piano della sicurezza, le aziende non ce la fanno più”, ha concluso Sicolo.

COLDIRETTI PUGLIA, OK RIFORMA CON DOP ECONOMY CHE VALE QUASI 450MLN EURO IN PUGLIA.

 Con la riforma del sistema europeo delle denominazioni di origine (IG) si tutela anche la Dop Economy pugliese che vale quasi 450 milioni di euro con 60 prodotti riconosciuti, tra alimentari e vini. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in riferimento all’approvazione definitiva della riforma delle Indicazioni geografiche (IG) dopo due anni di negoziato.

Con un totale di 60 Cibi e Vini certificati DOP IGP, è la regione numero 8 in Italia per prodotti DOP, IGP e STG, a cui si aggiungono le 4 STG nazionali e le 2 Bevande Spiritose IG regionali, per un totale di 66 Indicazioni Geografiche. A livello economico, secondo le ultime stime dell'Osservatorio Ismea-Qualivita, il settore dei prodotti DOP IGP in Puglia vale 439 milioni di euro, con il comparto dei prodotti agroalimentari che pesa per il 7,3% e quello vitivinicolo per il 92,7%.

Si parte da un nuovo quadro giuridico che prevede una procedura semplificata per la registrazione con l’unificazione delle norme attualmente in vigore per i tre settori, alimentare, vino e alcolici. Riducendo i tempi si punta all’obiettivo di aumentare il numero di produttori del sistema Ig. E’ prevista poi una maggiore tutela delle Ig come ingrediente in un prodotto trasformato e in particolare on line. La protezione ex-officio varrà anche nei domini internet.

Viene riconosciuto il valore delle pratiche sostenibili (ambientale, economica e sociale) compreso il benessere animale. La sostenibilità diventa così un ulteriore elemento di valorizzazione delle Ig. Il provvedimento attribuisce maggiore potere ai gruppi di produttori Ig che possono anche istituire un sistema volontario finalizzato a rafforzare la posizione nella catena del valore. Introdotto l’obbligo di indicare nell’etichetta di una Dop o Igp del nome del produttore per garantire così la massima trasparenza ai consumatori.

Dalla difesa del sistema delle indicazioni geografiche europee dipende la lotta al falso Made in Italy alimentare che nel mondo vale oltre 120 miliardi di euro – aggiunge Coldiretti, ringraziando il relatore per il Parlamento Europeo, il pugliese Paolo De Castro per aver ottenuto un importante risultato che rafforza il sistema delle Indicazioni Geografiche – con il contrasto alle imitazioni che aiuta la crescita di un sistema che oltre all’impatto economico ed occupazionale rappresenta un patrimonio culturale ed ambientale del Paese.

La riforma semplifica e tutela ed è importante – conclude la Coldiretti – per lo snellimento delle procedure, i maggiori poteri ai consorzi di produttori, una tutela rafforzata, in particolare nel commercio online, e il divieto all’uso di menzioni generiche che emulano le indicazioni geografiche di altri Stati membri.